Primarie US e sondaggi
dalla Wikipedia alla voce dei sondaggi elettorali US:
se consideriamo i due maggiori candidati repubblicani (Giuliani e McCain) e i due maggiori democratici (Clinton e Obama) notiamo che
_Clinton batterebbe McCain (di poco) e perderebbe da Giuliani
_Obama batterebbe sia McCain che Giuliani
_Clinton con ogni probabilità batterà Obama
insomma, l'ordine delle sfide è determinante, e cambiando le combinazioni in "semifinale" avremmo risultati diversi. se i valori in campo fossero ben determinati, ovviamente qualunque accoppiamento ci fosse in semifinale farebbe comunque vincere il "più forte".
esiste un ramo della TdG che studia questi fenomeni?
se consideriamo i due maggiori candidati repubblicani (Giuliani e McCain) e i due maggiori democratici (Clinton e Obama) notiamo che
_Clinton batterebbe McCain (di poco) e perderebbe da Giuliani
_Obama batterebbe sia McCain che Giuliani
_Clinton con ogni probabilità batterà Obama
insomma, l'ordine delle sfide è determinante, e cambiando le combinazioni in "semifinale" avremmo risultati diversi. se i valori in campo fossero ben determinati, ovviamente qualunque accoppiamento ci fosse in semifinale farebbe comunque vincere il "più forte".
esiste un ramo della TdG che studia questi fenomeni?
Risposte
L'argomento di cui tu chiedi si colloca a cavallo fra la teoria delle scelte sociali e la TdG.
In particolare, tu punti l'attenzione sul problema della agenda delle votazioni.
Il fenomeno è dovuto al combinato disposto della violazione della condizione di indipendenza dalle alternative irrilevanti e la difficoltà di aggregare preferenze individuali in una "preferenza sociale" che sia transitiva (paradosso di Condorcet & friends)
Tra l'altro, quanto tu menzioni non mette in gioco un aspetto che si aggiunge a complicare le cose: lo "strategic voting". Cioè, non votare per il candidato (o l'opzione) che si preferisce, ma per chi ha maggiori possibilità di vincere. Esempio recente: il referendum sulla legge 40 e la posizione della Chiesa Cattolica che, anziché sostenere il voto contro ha invitato all'astensione, sulla scorta di ragionamenti di natura strategica.
Una intro a queste cose si trova (non poteva essere altrimenti) sulla mia pag di TdG:
http://www.diptem.unige.it/patrone/deci ... ti_web.htm
vedi:
http://www.diptem.unige.it/patrone/deci ... b.htm#IRRE
o, anche, le note sul teorema di May:
http://www.diptem.unige.it/patrone/deci ... b.htm#IRRE
che sono apparse, peraltro, anche sul n. 2 del Magazine di matematicamente.it
In particolare, tu punti l'attenzione sul problema della agenda delle votazioni.
Il fenomeno è dovuto al combinato disposto della violazione della condizione di indipendenza dalle alternative irrilevanti e la difficoltà di aggregare preferenze individuali in una "preferenza sociale" che sia transitiva (paradosso di Condorcet & friends)
Tra l'altro, quanto tu menzioni non mette in gioco un aspetto che si aggiunge a complicare le cose: lo "strategic voting". Cioè, non votare per il candidato (o l'opzione) che si preferisce, ma per chi ha maggiori possibilità di vincere. Esempio recente: il referendum sulla legge 40 e la posizione della Chiesa Cattolica che, anziché sostenere il voto contro ha invitato all'astensione, sulla scorta di ragionamenti di natura strategica.
Una intro a queste cose si trova (non poteva essere altrimenti) sulla mia pag di TdG:
http://www.diptem.unige.it/patrone/deci ... ti_web.htm
vedi:
http://www.diptem.unige.it/patrone/deci ... b.htm#IRRE
o, anche, le note sul teorema di May:
http://www.diptem.unige.it/patrone/deci ... b.htm#IRRE
che sono apparse, peraltro, anche sul n. 2 del Magazine di matematicamente.it
grazie Fioravante, leggerò i links appena avrò un poco di tempo
