Neorealismo tesina terza media (313570)

lukailmagnifico04
vorrei delle informazioni non troppo dettagliate sul neorealismo in letteratura

Risposte
alemannomaria
In Italia , verso la fine degli anni Trenta, comincia a farsi avanti la consapevolezza da parte di alcuni letterati dell’inadeguatezza della chiusura culturale fascista. Ricordiamo che il regime fascista aveva monopolizzato l’informazione e la libertà culturale controllando in tutto e per tutto i mezzi di comunicazione e di diffusione della cultura, mezzi come i giornali, la radio, il cinema, il teatro e persino l’istruzione scolastica. Ebbene, verso la fine degli anni Trenta del Novecento, alcuni scrittori cominciano a sentirsi insofferenti di fronte a queste restrizioni; in particolar modo iniziano a non essere più d’accordo con l’atteggiamento dei poeti e scrittori ermetici (erano ermetici per esempio Eugenio Montale, prima di lui GIuseppe Ungaretti, ma anche Quasimodo). I poeti ermetici erano definiti così perchè la loro poesia era appunto ermetica, ciòè chiusa alla comprensione e alla interpretazione della realtà. Montale e Ungaretti,per esempio, proprio perchè avevano partecipato alla guerra, scrivevano versi enigmatici, caratterizzati da un linguaggio oscuro, difficile da interpretare. L’animo stesso di questi poeti si era chiuso in se stesso di fronte all’orrore della guerra che aveva vissuto. Quella ermetica è, dunque, una poesia di chiusura, di dolore senza speranza di salvezza, poichè la guerra aveva spazzato via ogni speranza. I neorealisti al contrario cominciano a pensare che questa chiusura non avrebbe portato a nulla e credono che al contrario un impegno sociale possa essere la soluzione: per i poeti e gli scrittori neorealisti quindi è necessario produrre un’arte impegnata a interpretare e soddisfare i bisogni dell’uomo in generale, e, in particolare, del popolo, di tutta quella gente meno colta che ha partecipato alla guerra e che ora ha diritto alla ripresa, alla serenità, alla speranza.
Il Neorealismo ha il suo massimo sviluppo tra il 1945 e il 1955 ed è chiamato così anche perchè si rifa al Verismo dell’Ottocento ( di cui il più grande rappresentante italiano è Giovanni Verga). Ricordiamo che gli scrittori veristi dell’Ottocento si impegnavano a descrivere la realtà, la vita quotidiana vera appunto, delle classi povere come i contadini, i pescatori, gli artigiani ogni giorno vessasti dall’ indigenza, dalla fame e da una vita di stenti. I veristi nelle loro opere descrivono tutto ciò in modo imparziale senza esprimere il proprio punto di vista e senza prendere le difese dei personaggi. Il neorealismo prende la mosse dal verismo ma a differenza di questo i poeti e gli scrittori neorealisti sentono di avere una grande responsabilità verso il popolo, verso le classi sociali più povere : essi infatti sono convinciti di dover impegnarsi a ricostruire la società contemporanea sia dal punto di vista materiale sia dal punto di vista spirituale. E così i temi trattati nelle loro opere sono: la guerra, la fame, la miseria, la lotta partigiana, il riscatto degli operai delle fabbriche, le condizioni dei contadini, l’Indigenza dei ceti più umili.il linguaggio utilizzato dai neorealisti nelle loro opere è perciò semplice, popolare, e contiene modi di parlare e parole di alcuni dialetti regionali proprio perché questi scritti dovevano essere letti e compresi dai ceti più umili.
Tra i più significativi scrittori del Neorealismo abbiamo: Elio Vittorini, Beppe Fenoglio, Vaco Pratolini, Alberto Moravia, Primo Levi, Ignazio Simone, Cesare Pavese e Italo Calvino. Anche il cinema e lo spettacolo, oltre alla narrativa, diventano strumenti privilegiati per raccontate la realtà sociale e spirituale di quegli anni. Ricordiamo Vittorio de Sica, Rossellini Visconti

Rispondi
Per rispondere a questa discussione devi prima effettuare il login.