Collegamento bell'epoque con musica
salve sto facendo la tesina di terza media e volevo sapere cosa potevo collegare alla bell' epoque in musica. grazie
Risposte
Ciao ci sono degli appunti proprio su skuolanet
ti allego una parte del testo e il link di Skuola.net In Italia: Sotto l'influsso letterario del Verismo, i compositori italiani privilegiarono soggetti attenti alla vita quotidiana, spesso delle classi più umili, ma trattati con gusto realistico, talvolta evidenziando la brutalità di alcune situazioni messe in scena. I sentimenti espressi sono portati all'eccesso tramite una vocalità caratterizzata da continui sbalzi e da una ricca orchestrazione. In questo periodo il pubblico italiano comincia poco per volta ad apprezzare la musica strumentale creata negli altri paesi continua ad amare l’opera lirica ed è perciò che in questo genere musicale troviamo i nostri maggiori compositori: Pietro Mascagni, il cui successo formidabile lo ottenne, nel 1890, col suo primo capolavoro, la “Cavalleria rusticana”; Ruggero Leoncavallo, che compose un'opera verista destinata a grande fortuna, Pagliacci; Umberto Giordano il cui lavoro più conosciuto è “l’Andrea Chénier”, basato sulla vita dell'omonimo poeta francese; Francesco Cilea la cui opera più nota al pubblico mondiale è “Adriana Lecouvreur”, un'opera in quattro atti ambientata nel Settecento francese. Adriana Lecouvreur rappresenta il punto di incontro più felice tra la spontaneità di un melodismo di scuola napoletana e una scrittura armonica e timbrica aggiornata sui recenti modelli francesi.
Giacomo Puccini si stacca dagli altri compositori per una vena più intimista e sentimentale: nelle sue opere, tra cui la Bohème, Madama Butterfly, la Fanciulla del West, Turandot, il più delle volte, compare un personaggio femminile che patisce le situazioni avverse create dagli uomini.
Negli altri stati: In Austria, l’autore che più drammaticamente denuncia lo spirito di violenza e sopraffazione che agita la società del tempo è Gustav Mahler, il quale, nelle sue nove sinfonie, allestisce a volte marce angosciose, a volte pagine musicali in cui mette idealmente in scena i poveri derelitti della società. Per esempio, nella prima sinfonia, Mahler deforma la canzoncina popolare “Fra Martino” e ne fa una marcia funebre per il funerale dell’uomo comune. Mahler usa un’orchestra arricchita da ogni sorta di strumenti e voci umane: la sua ottava sinfonia è detta “dei mille” proprio perché tra strumenti e voci si arriva vicini a questo numero di esecutori.
In Germania Richard Strauss è noto soprattutto per i suoi poemi sinfonici e le sue opere liriche. Come Mahler egli usa un’orchestra di grandi dimensioni, ma il suo modo espressivo è molto diverso. Strauss è più portato a descrivere le pulsioni segrete, anche violente e oscure, del nostro mondo interiore. Lo sentiamo soprattutto nelle numerose opere scritte per il teatro musicale, spesso su temi sanguinari, come, per esempio, “Salomè”, ispirata ad un episodio della Bibbia, in cui si racconta la gioia crudele con cui la principessa fa decapitare San Giovanni.
Il poema sinfonico è anche il genere di musica prediletto dal finlandese Jan Sibelius, che si ispira alle leggende e ai miti della sua terra con opere come “Finlandia” e “Il cigno di Tuonala”. Il ceco Leos Janacek è autore di alcune delle più suggestive opere teatrali del primo novecento, come “Jenufa” e “La volpe astuta”. Il russo Sergej Rachmaninov, grande pianista ed erede della tradizione rappresentata da Cajkovskij, scrive lavori per il suo strumento, fra i quali i più importanti sono i quattro concerti per pianoforte e orchestra. In Inghilterra Edward Elgar è autore di oratori e musica sinfonica mentre in Spagna Isaac Albeniz e Enrique Granados scrivono pagine scintillanti e vivaci, nelle quali sanno dare voce alle esuberanze dell’anima spagnola.
Il musicista russo Alexander Skrjabin, come Strauss, evoca immagini visive con la sola forza dei suoni, ma si spinge anche oltre: inserisce nell’orchestra, accanto agli altri strumenti, una tastiera speciale grazie alla quale, premendo i tasti, non si sentono suoni ma si proiettano luci colorate. Nasce così uno spettacolo di suoni e colori: è noto il “Poema del Fuoco”, dedicato a Prometeo, un eroe della mitologia greca a cui gli antichi attribuirono il merito di aver donato all’uomo la conoscenza del fuoco.
Nella Francia della Belle Époque i poeti esprimono le sensazioni più segrete dell’animo ricorrendo a immagini: simbolismo è appunto il nome che si da a questa corrente rappresentata, tra gli altri, da Maurice Maetterlinck. Anche i musicisti partecipano a questo ambiente culturale.
Il più illustre è Claude Debussy, che di Maetterlinck mette in musica il dramma Pelléas et Mélisande. Debussy rinnova profondamente il linguaggio musicale, le sue armonie sono delicate e sfuggenti, i ritmi raramente sono pulsati e le melodie evitano la quadratura regolare. In questo modo crea climi di sogno, fluidi ed evanescenti. Con gli strumenti crea sonorità magiche, spesso di sapore esotico che paiono vivere fuori del tempo e dei luoghi. Per questa ragione la sua musica e sempre accostata alla pittura degli impressionisti.
Sulla scia di Debussy opera Paul Dukas, che mette in musica un altro dramma di Maetterlinck: Arianna e Barbablù, ma sa anche essere scherzoso con il suo Apprendista stregone, un poema sinfonico usato da Walt Disney nel suo cartone “Fantasia” dove il protagonista è Topolino.
ti allego una parte del testo e il link di Skuola.net In Italia: Sotto l'influsso letterario del Verismo, i compositori italiani privilegiarono soggetti attenti alla vita quotidiana, spesso delle classi più umili, ma trattati con gusto realistico, talvolta evidenziando la brutalità di alcune situazioni messe in scena. I sentimenti espressi sono portati all'eccesso tramite una vocalità caratterizzata da continui sbalzi e da una ricca orchestrazione. In questo periodo il pubblico italiano comincia poco per volta ad apprezzare la musica strumentale creata negli altri paesi continua ad amare l’opera lirica ed è perciò che in questo genere musicale troviamo i nostri maggiori compositori: Pietro Mascagni, il cui successo formidabile lo ottenne, nel 1890, col suo primo capolavoro, la “Cavalleria rusticana”; Ruggero Leoncavallo, che compose un'opera verista destinata a grande fortuna, Pagliacci; Umberto Giordano il cui lavoro più conosciuto è “l’Andrea Chénier”, basato sulla vita dell'omonimo poeta francese; Francesco Cilea la cui opera più nota al pubblico mondiale è “Adriana Lecouvreur”, un'opera in quattro atti ambientata nel Settecento francese. Adriana Lecouvreur rappresenta il punto di incontro più felice tra la spontaneità di un melodismo di scuola napoletana e una scrittura armonica e timbrica aggiornata sui recenti modelli francesi.
Giacomo Puccini si stacca dagli altri compositori per una vena più intimista e sentimentale: nelle sue opere, tra cui la Bohème, Madama Butterfly, la Fanciulla del West, Turandot, il più delle volte, compare un personaggio femminile che patisce le situazioni avverse create dagli uomini.
Negli altri stati: In Austria, l’autore che più drammaticamente denuncia lo spirito di violenza e sopraffazione che agita la società del tempo è Gustav Mahler, il quale, nelle sue nove sinfonie, allestisce a volte marce angosciose, a volte pagine musicali in cui mette idealmente in scena i poveri derelitti della società. Per esempio, nella prima sinfonia, Mahler deforma la canzoncina popolare “Fra Martino” e ne fa una marcia funebre per il funerale dell’uomo comune. Mahler usa un’orchestra arricchita da ogni sorta di strumenti e voci umane: la sua ottava sinfonia è detta “dei mille” proprio perché tra strumenti e voci si arriva vicini a questo numero di esecutori.
In Germania Richard Strauss è noto soprattutto per i suoi poemi sinfonici e le sue opere liriche. Come Mahler egli usa un’orchestra di grandi dimensioni, ma il suo modo espressivo è molto diverso. Strauss è più portato a descrivere le pulsioni segrete, anche violente e oscure, del nostro mondo interiore. Lo sentiamo soprattutto nelle numerose opere scritte per il teatro musicale, spesso su temi sanguinari, come, per esempio, “Salomè”, ispirata ad un episodio della Bibbia, in cui si racconta la gioia crudele con cui la principessa fa decapitare San Giovanni.
Il poema sinfonico è anche il genere di musica prediletto dal finlandese Jan Sibelius, che si ispira alle leggende e ai miti della sua terra con opere come “Finlandia” e “Il cigno di Tuonala”. Il ceco Leos Janacek è autore di alcune delle più suggestive opere teatrali del primo novecento, come “Jenufa” e “La volpe astuta”. Il russo Sergej Rachmaninov, grande pianista ed erede della tradizione rappresentata da Cajkovskij, scrive lavori per il suo strumento, fra i quali i più importanti sono i quattro concerti per pianoforte e orchestra. In Inghilterra Edward Elgar è autore di oratori e musica sinfonica mentre in Spagna Isaac Albeniz e Enrique Granados scrivono pagine scintillanti e vivaci, nelle quali sanno dare voce alle esuberanze dell’anima spagnola.
Il musicista russo Alexander Skrjabin, come Strauss, evoca immagini visive con la sola forza dei suoni, ma si spinge anche oltre: inserisce nell’orchestra, accanto agli altri strumenti, una tastiera speciale grazie alla quale, premendo i tasti, non si sentono suoni ma si proiettano luci colorate. Nasce così uno spettacolo di suoni e colori: è noto il “Poema del Fuoco”, dedicato a Prometeo, un eroe della mitologia greca a cui gli antichi attribuirono il merito di aver donato all’uomo la conoscenza del fuoco.
Nella Francia della Belle Époque i poeti esprimono le sensazioni più segrete dell’animo ricorrendo a immagini: simbolismo è appunto il nome che si da a questa corrente rappresentata, tra gli altri, da Maurice Maetterlinck. Anche i musicisti partecipano a questo ambiente culturale.
Il più illustre è Claude Debussy, che di Maetterlinck mette in musica il dramma Pelléas et Mélisande. Debussy rinnova profondamente il linguaggio musicale, le sue armonie sono delicate e sfuggenti, i ritmi raramente sono pulsati e le melodie evitano la quadratura regolare. In questo modo crea climi di sogno, fluidi ed evanescenti. Con gli strumenti crea sonorità magiche, spesso di sapore esotico che paiono vivere fuori del tempo e dei luoghi. Per questa ragione la sua musica e sempre accostata alla pittura degli impressionisti.
Sulla scia di Debussy opera Paul Dukas, che mette in musica un altro dramma di Maetterlinck: Arianna e Barbablù, ma sa anche essere scherzoso con il suo Apprendista stregone, un poema sinfonico usato da Walt Disney nel suo cartone “Fantasia” dove il protagonista è Topolino.