Non è un flame
Ho una curiosità da soddisfare e credo che questo possa essere un post(o) adeguato.
Nella mia università, ho avuto modo di notare, ci sono una marea di corsi di Ingegneria: meccanica, idraulica, elettronica, informatica, aerospaziale, chimica, gestionale, biomedica, eccetera.
Se escludiamo, ovviamente, i corsi standard proprio di Ingegneria (meccanica, civile, edile, elettronica, idraulica), esistono dei corsi di laurea separati per gran parte di queste specializzazioni (chimica, informatica, matematica, economia, medicina-biologia, ...).
La mia domanda è questa: perché questo sdoppiamento? O meglio, quali competenze ha un Ingegnere, chessò, chimico rispetto ad un laureato in chimica?
Nella mia università, ho avuto modo di notare, ci sono una marea di corsi di Ingegneria: meccanica, idraulica, elettronica, informatica, aerospaziale, chimica, gestionale, biomedica, eccetera.
Se escludiamo, ovviamente, i corsi standard proprio di Ingegneria (meccanica, civile, edile, elettronica, idraulica), esistono dei corsi di laurea separati per gran parte di queste specializzazioni (chimica, informatica, matematica, economia, medicina-biologia, ...).
La mia domanda è questa: perché questo sdoppiamento? O meglio, quali competenze ha un Ingegnere, chessò, chimico rispetto ad un laureato in chimica?
Risposte
Sono daccordo con entrambi.
Comunque, come al solito il panorama formativo italiano è tutto meno che uniforme. Se confrontate il corso di Milano con quello di Bologna, ad esempio ( parlo di ingegneria chimica ), noteremo delle differenze marcate sulla preparazione nella chimica....
Non arriva ai livelli dell'EPFL che di fatto forma un chimico puro con la facoltà di scegliere se diventare ingegnere con altri 2 anni, ma raggioungono un livello di approfondimento diverso. Ovviamente c'è il rovescio della medaglia...
Comunque, come al solito il panorama formativo italiano è tutto meno che uniforme. Se confrontate il corso di Milano con quello di Bologna, ad esempio ( parlo di ingegneria chimica ), noteremo delle differenze marcate sulla preparazione nella chimica....
Non arriva ai livelli dell'EPFL che di fatto forma un chimico puro con la facoltà di scegliere se diventare ingegnere con altri 2 anni, ma raggioungono un livello di approfondimento diverso. Ovviamente c'è il rovescio della medaglia...
La differenza tra un ingegnere chimico ed un chimico industriale più che nella quantità di fisica e matematica risiede nella conoscenza delle materie prettamente ingegneristiche, quali calcolo strutturale di serbatoi, reattori e scambiatori, la conoscenza delle maccchine operatrici e dei rudimenti dell'ingegneria elettrica, della teoria del controllo dei processi chimici, delle tecnologie di separazione e non ultimo degli aspetti economici dei processi.
D'altra parte un ingegenre chimico non riceve una forte preparazione nell'ambito della catalisi e della sintesi.
D'altra parte un ingegenre chimico non riceve una forte preparazione nell'ambito della catalisi e della sintesi.
daccordo sulla distinzione. esiste una 3a via: chimica industriale.
questi conoscono maggiormente la chimica degli ingegneri ma hanno un bagaglio + scarno di matematica e fisica
questi conoscono maggiormente la chimica degli ingegneri ma hanno un bagaglio + scarno di matematica e fisica
"GIOVANNI IL CHIMICO":
Vorrei sottolineare che l'ingegneria chimica è una disciplina autonoma dalla chimica pura, con alle spalle una storia oramai secolare, al contrario delle nuove ingegnerie fisiche e matematiche.
Inoltre essa ha senso di esistere dal momento che la produzione dei prodotti chimici e dei derivati del petrolio avviene su scala industriale, quindi in un ambito in cui contano gli ordini di grandezza tipici dell'ingegneria.
Se per un chimico la quantà di reagente si misura in moli, per un ingegnere chimico si parla di kilomoli.
Inoltre un ingegnere chimico sa dimensionare pompe, scambiatori di calore, reattori e serbatoi, anche dal punto di vista del calcolo strutturale.
All'ingegnere chimico è demandata anche la sicurezza e la gestione dell'impianto, nonchè lo studio delle tecniche di prevenzione, mitigazione e soppressione degli incidenti industriali, che spesso sono caratterizzati da una frequenza relativamente bassa, ma da una magnitudo estremamente elevata. (Vale la pena ricordare che i grandi incidenti nell'industria chimica hanno falciato molte più vite umane di tutti gli incidenti riguardanti il nucleare).
Sulla tecnica della sicurezza avete dei nuovi concorrenti

Sulla visione chimica/ingegneria chimica sono daccordo con te.
Comunque in Svizzera sono fortunati, in quanto possono togliersi il dubbio senza conseguire due lauree (3+2)distinte.
Vorrei sottolineare che l'ingegneria chimica è una disciplina autonoma dalla chimica pura, con alle spalle una storia oramai secolare, al contrario delle nuove ingegnerie fisiche e matematiche.
Inoltre essa ha senso di esistere dal momento che la produzione dei prodotti chimici e dei derivati del petrolio avviene su scala industriale, quindi in un ambito in cui contano gli ordini di grandezza tipici dell'ingegneria.
Se per un chimico la quantà di reagente si misura in moli, per un ingegnere chimico si parla di kilomoli.
Inoltre un ingegnere chimico sa dimensionare pompe, scambiatori di calore, reattori e serbatoi, anche dal punto di vista del calcolo strutturale.
All'ingegnere chimico è demandata anche la sicurezza e la gestione dell'impianto, nonchè lo studio delle tecniche di prevenzione, mitigazione e soppressione degli incidenti industriali, che spesso sono caratterizzati da una frequenza relativamente bassa, ma da una magnitudo estremamente elevata. (Vale la pena ricordare che i grandi incidenti nell'industria chimica hanno falciato molte più vite umane di tutti gli incidenti riguardanti il nucleare).
Inoltre essa ha senso di esistere dal momento che la produzione dei prodotti chimici e dei derivati del petrolio avviene su scala industriale, quindi in un ambito in cui contano gli ordini di grandezza tipici dell'ingegneria.
Se per un chimico la quantà di reagente si misura in moli, per un ingegnere chimico si parla di kilomoli.
Inoltre un ingegnere chimico sa dimensionare pompe, scambiatori di calore, reattori e serbatoi, anche dal punto di vista del calcolo strutturale.
All'ingegnere chimico è demandata anche la sicurezza e la gestione dell'impianto, nonchè lo studio delle tecniche di prevenzione, mitigazione e soppressione degli incidenti industriali, che spesso sono caratterizzati da una frequenza relativamente bassa, ma da una magnitudo estremamente elevata. (Vale la pena ricordare che i grandi incidenti nell'industria chimica hanno falciato molte più vite umane di tutti gli incidenti riguardanti il nucleare).
"Malcolm":
Boh, mi sembrano sdoppiamenti inutili. Detto fuori dai denti credo che ognuno ha la sua materia: l'informatico ha l'informatica, il chimico la chimica, l'ingegnere elettronico l'elettronica e così via.
Ad ognuno il suo, no?
Nno sono affatto daccordo, non sono sdoppiamenti inutili perchè ci sono differenze significative e il mercato del lavoro le premia!
Diverso è il discorso se consideriamo i corsi di ingegneria automatica, ingegneria dell'informazione ecc... che portano ad un'eccessiva specializzazione o sono semplicemente cloni di altre ingegnerie con nomi diversi ( e relativa confusione delle aziende...). A mio parere i corsi attivati all'estero sul modello EPFL - ETHZ ( ed altri ) sono l'ideale!
Boh, mi sembrano sdoppiamenti inutili. Detto fuori dai denti credo che ognuno ha la sua materia: l'informatico ha l'informatica, il chimico la chimica, l'ingegnere elettronico l'elettronica e così via.
Ad ognuno il suo, no?
Ad ognuno il suo, no?
"wedge":
[quote="Malcolm"]
Sisi, avevo capito. Non capisco solo che roba sia un corso di laurea in "scienze ambientali". Bah.
fanno alcune cose fighe, tipo il monitoraggio dei ghiacciai o gli studi in Antartide.
altro non so![/quote]
Come diceva giustamente Mirco, i piani di studio sono piuttosto variabili. Ad esempio a Genova scienze ambientali prepara molto sugli ecosistemi ( anche marini ). Il problema di questi corsi a mio avviso è una scarsa preparazione fisico-matematica, oltre alle difficoltà di trovare un'occupazione decente dopo la laurea...
Mentre il monitoraggio ambientale ( e dei sisitemi ambientali ) è uno dei tanti compiti da ingegnere dell'ambiente. In particolare a Milano c'è un orientamento specifico.
"Malcolm":
Sisi, avevo capito. Non capisco solo che roba sia un corso di laurea in "scienze ambientali". Bah.
fanno alcune cose fighe, tipo il monitoraggio dei ghiacciai o gli studi in Antartide.
altro non so!
"mirco59":
Per Malcolm
le tue domande sono lecite e pertinenti, e dovrebbero essere quelle che si pongono tutti al momento della scelta (invece che farsi prendere dalle mode).
Purtroppo, la risposta è quasi impossibile perchè le condizioni variano moltissimo da sede a sede. Vi possono essere più differenze tra ing. inf. dell'università A da ing. inf. di B che quelle tra ing. e scienze, per esempio.
Se vuoi un consiglio personale, cerca di informarti a fondo sui corsi di laurea che ti interessano (possibilmente andando di persona a parlare con studenti e responsabili). Alla fine scegli il corso più di base che puoi, quello che ti specializza meno e che ti fornisce la preparazione più solida e generale.
Spesso hanno queste caratteristiche i corsi di laurea più 'classici' (e quindi meno di moda).
Se usi questo criterio rischi meno di infilarti in una nicchia di specialisti che potrebbe essere pericoloso anche per le possibilità di lavoro.
C'è sempre tempo per specializzarsi, negli studi e nel lavoro.
ciao
Grazie mille dei consigli e dell'interessamento. Purtroppo io la mia scelta l'ho già fatta tempo indietro.

Per Malcolm
le tue domande sono lecite e pertinenti, e dovrebbero essere quelle che si pongono tutti al momento della scelta (invece che farsi prendere dalle mode).
Purtroppo, la risposta è quasi impossibile perchè le condizioni variano moltissimo da sede a sede. Vi possono essere più differenze tra ing. inf. dell'università A da ing. inf. di B che quelle tra ing. e scienze, per esempio.
Se vuoi un consiglio personale, cerca di informarti a fondo sui corsi di laurea che ti interessano (possibilmente andando di persona a parlare con studenti e responsabili). Alla fine scegli il corso più di base che puoi, quello che ti specializza meno e che ti fornisce la preparazione più solida e generale.
Spesso hanno queste caratteristiche i corsi di laurea più 'classici' (e quindi meno di moda).
Se usi questo criterio rischi meno di infilarti in una nicchia di specialisti che potrebbe essere pericoloso anche per le possibilità di lavoro.
C'è sempre tempo per specializzarsi, negli studi e nel lavoro.
ciao
le tue domande sono lecite e pertinenti, e dovrebbero essere quelle che si pongono tutti al momento della scelta (invece che farsi prendere dalle mode).
Purtroppo, la risposta è quasi impossibile perchè le condizioni variano moltissimo da sede a sede. Vi possono essere più differenze tra ing. inf. dell'università A da ing. inf. di B che quelle tra ing. e scienze, per esempio.
Se vuoi un consiglio personale, cerca di informarti a fondo sui corsi di laurea che ti interessano (possibilmente andando di persona a parlare con studenti e responsabili). Alla fine scegli il corso più di base che puoi, quello che ti specializza meno e che ti fornisce la preparazione più solida e generale.
Spesso hanno queste caratteristiche i corsi di laurea più 'classici' (e quindi meno di moda).
Se usi questo criterio rischi meno di infilarti in una nicchia di specialisti che potrebbe essere pericoloso anche per le possibilità di lavoro.
C'è sempre tempo per specializzarsi, negli studi e nel lavoro.
ciao
"tecnos":
Nel caso italiano, in generale, l'ingegnere chimico fa meno chimica ma più fisica e matematica rispetto ad un chimico puro, oltre a considerare anche l'aspetto impiantistico.
Ok. Questo per quanto riguarda la chimica; e con l'informatica come la mettiamo? C'e' qualcuno, qui', che studia ingegneria informatica? Cosa differenzia le competenze di un informatico puro da quelle di un Ingegnere Informatico?
Ho un amico che fa II, alle prese lo scorso trimestre con un esame di fluidodinamica (!). Cosa c'entra?
"tecnos":
Nel senso che il discorso fatto sul paragone ingegneria chimica e chimica non è valido per il settore ambientale, ad esempio.
Sisi, avevo capito. Non capisco solo che roba sia un corso di laurea in "scienze ambientali". Bah.
In sintesi direi che il chimico è più orientato verso la chimica pura mentre l'ingegnere chimico più verso gli impianti chimici ( processi industriali quindi ), tenendo presente anche considerazioni economiche .
"Malcolm":
Questo mi da un po' l'impressione che mentre il chimico studia la chimica, l'ingegnere chimico si concentra sulle "strutture aziendali" che ci stanno attorno; in qualche modo è un anello di congiunzione con il mondo economico?
Parlo solo dell'italia, eh. Ma non riesco a pensare che un ingegnere chimico sia più specializzato ("conosca meglio la sua materia") di un laureato in chimica pura. ".
Diciamo che l'ingegnere chimico è concentrato sull'aspetto tecnologico legato alla chimica e allo sviluppo di nuovi processi chimici. Nel caso italiano, in generale, l'ingegnere chimico fa meno chimica ma più fisica e matematica rispetto ad un chimico puro, oltre a considerare anche l'aspetto impiantistico. Alcuni atenei propongono corsi maggiormente improntati sull'aspetto impiantistico, altri offrono percorsi con più chimica pura che impianti come avviene al Politecnico di Milano, ad esempio. Ricordiamo,comunque, che l'unico premio Nobel per la chimica italiano era un ingegnere chimico...
"Malcolm":
.
In che senso? A parte che, comunque, non so che razza di laurea sia "Scienze ambientali".
Nel senso che il discorso fatto sul paragone ingegneria chimica e chimica non è valido per il settore ambientale, ad esempio.
"tecnos":
Ci sono casi veramente strani, come quello dell'Imperial College dove la formazione in geologia, geofisica, scienze planetarie è esclusiva della facoltà di ingegneria ed è la migliore a livello internazionale!
Che poi è anche la scuola che ha frequentato Freddie Mercury. Così, una nota di colore.

"tecnos":
Per quanto riguarda le competenze, se consideriamo un chimico e un ingegnere chimico, per schiarirti le idee ti rimando a questo ( anche perchè ho poco tempo, scusa) :
http://www.epfl.ch/soc/etudes/italiano/offre_ch.html
Grazie mille. Questo mi da un po' l'impressione che mentre il chimico studia la chimica, l'ingegnere chimico si concentra sulle "strutture aziendali" che ci stanno attorno; in qualche modo è un anello di congiunzione con il mondo economico?
Parlo solo dell'italia, eh. Ma non riesco a pensare che un ingegnere chimico sia più specializzato ("conosca meglio la sua materia") di un laureato in chimica pura.
"tecnos":
Vorrei darti una risposta generale ma purtroppo il discorso varia molto dai corsi che vuoi comparare. Ad esempio ciò che ti ho riportato su chimica/ingegneria chimica non è valido se consideri scienze ambientali/ingegneria dell'ambiente.
In che senso? A parte che, comunque, non so che razza di laurea sia "Scienze ambientali".
"Malcolm":
Ho una curiosità da soddisfare e credo che questo possa essere un post(o) adeguato.
Nella mia università, ho avuto modo di notare, ci sono una marea di corsi di Ingegneria: meccanica, idraulica, elettronica, informatica, aerospaziale, chimica, gestionale, biomedica, eccetera.
Se escludiamo, ovviamente, i corsi standard proprio di Ingegneria (meccanica, civile, edile, elettronica, idraulica), esistono dei corsi di laurea separati per gran parte di queste specializzazioni (chimica, informatica, matematica, economia, medicina-biologia, ...).
La mia domanda è questa: perché questo sdoppiamento? O meglio, quali competenze ha un Ingegnere, chessò, chimico rispetto ad un laureato in chimica?
Prima di tutto questa ampia offerta di CDL è tipicamente italiana. Non a caso in altre nazioni come Svizzera, Francia, USA....vi sono impostazioni diverse.
Ad esempio la figura dell'ingegnere informatico non trova eguali all'estero ( nel 99% dei casi ) perchè nelle facoltà di ingegneria e nei politecnici ( MIT, EPFL, ETHZ.... ) troviamo corsi in computer science con varie specializzazioni, dalla "pratica" alla teoria profonda.
L'ingegneria chimica ( altro esempio ) viene considerata una vera e propria scienza, ad esempio all'EPFL ( politecnico di Losanna ) per diventare ingegnere chimico devi prima conseguire una "triennale" in chimica per frequentare la "specialistica" in ingegneria chimica. Per la fisica è ancora più immediato. Resta il fatto che la chimica e l'ingegneria chimica spesso ( anche in USA ) fanno parte della stessa macroarea o facoltà...
A mio parere, sotto profilo formativo la situazione varia molto da caso a caso, se consideri il più famoso politecnico del mondo, il MIT, dove oltre il 50% dei laureati è ingegnere non faticherai a trovare bilaureati ingegneria/matematica , ingegneria/fisica, ingegneria chimica/chimica.....lo stesso per biologia, scienze planetarie/ingegneria ambientale...
Ci sono casi veramente strani, come quello dell'Imperial College dove la formazione in geologia, geofisica, scienze planetarie è esclusiva della facoltà di ingegneria ed è la migliore a livello internazionale!
Per quanto riguarda le competenze, se consideriamo un chimico e un ingegnere chimico, per schiarirti le idee ti rimando a questo ( anche perchè ho poco tempo, scusa

http://www.epfl.ch/soc/etudes/italiano/offre_ch.html
Vorrei darti una risposta generale ma purtroppo il discorso varia molto dai corsi che vuoi comparare. Ad esempio ciò che ti ho riportato su chimica/ingegneria chimica non è valido se consideri scienze ambientali/ingegneria dell'ambiente.