Matematica per l'ingegneria
Ciao a tutti, ho visto che molti di voi hanno già trattato l'argomento "matematica per l'ingegneria" in altri topic, ma non sono riuscita a trovare risposta alle mie domande.
Sono una studentessa reduce dall'esame di maturità e dopo aver a lungo pensato che fare del mio futuro sono giunta al bivio: matematica pura o ingegneria matematica? La soluzione ottimale (o almeno così mi è parsa leggendo i topic, alcuni anche un po' vecchiotti, su questo forum) pare matematica per l'ingegneria a Torino. Peccato però che Torino non si trovi proprio a due passi da casa mia, mentre Parma (per matematica pura) o Milano (per ingegneria) sono più accessibili.
Quindi le domande sono due:
1. E' possibile sostenere la laurea triennale in matematica a Parma e poi fare la magistrale a Torino? Perchè ho visto che la classe di laurea è pur sempre L-35.
2. Se proprio dovessi vivere a Torino avrei bisogno di "fondi", che ne pensate della borsa INDAM?
-è valida anche per chi inizia matematica per l'ingegneria o solo per scienze matematiche?
-ho qualche dimestichezza con i giochi matematici, quale credete sia il livello della borsa INDAM? Io un'idea me la sono fatta, ma vorrei sentire altri pareri.
Grazie
Sono una studentessa reduce dall'esame di maturità e dopo aver a lungo pensato che fare del mio futuro sono giunta al bivio: matematica pura o ingegneria matematica? La soluzione ottimale (o almeno così mi è parsa leggendo i topic, alcuni anche un po' vecchiotti, su questo forum) pare matematica per l'ingegneria a Torino. Peccato però che Torino non si trovi proprio a due passi da casa mia, mentre Parma (per matematica pura) o Milano (per ingegneria) sono più accessibili.
Quindi le domande sono due:
1. E' possibile sostenere la laurea triennale in matematica a Parma e poi fare la magistrale a Torino? Perchè ho visto che la classe di laurea è pur sempre L-35.
2. Se proprio dovessi vivere a Torino avrei bisogno di "fondi", che ne pensate della borsa INDAM?
-è valida anche per chi inizia matematica per l'ingegneria o solo per scienze matematiche?
-ho qualche dimestichezza con i giochi matematici, quale credete sia il livello della borsa INDAM? Io un'idea me la sono fatta, ma vorrei sentire altri pareri.
Grazie

Risposte
Matematica per l'ingegneria del polito é decisamente più completa della triennale del polimi in geometria e algebra ma nella laurea magistrale di Milano si possono scegliere (e se non ricordo male mettere anche in sovrannumero) gli esami di istituzioni di algebra, istituzioni di geometria, algebra 2 e geometria 2.
"N.12":
Grazie mille per le vostre risposte e per aver riportato le vostre esperienze!
Anche se con un po' di rammarico mi sono immatricolata ad ingegneria matematica a Milano. Se ho fatto la scelta giusta o meno avrò il tempo di scoprirlo, per ora mi hanno detto che è molto simile a matematica e che non è proprio una passeggiata (ma vabbè qualsiasi corso di laurea fatto seriamente non è una passeggiata).
Tra le motivazioni che mi hanno spinto a scegliere il polimi ci sono:
-la possibilità di ottenere una seconda laurea in matematica dando un paio di esami in più alla Bicocca (sarà vero??)
-ciò che si dice in giro di Parma (so che non bisognerebbe dar retta ai pettegolezzi, ma..)
-ciò che si dice in giro del politecnico di Milano
Ancora molte grazie per i vostri consigli e soprattutto per aver confermato che alla fine i confini tra ingegneria matematica e matematica non sono poi così marcati.
Più che prendere un'altra triennale, se devi accedere ad una specializzazione di matematica pura, credo che dovresti fare 3/4 esami, direi soprattutto di algebra e geometria. Guardando il manifesto degli studi di ingegneria matematica dovrebbe essere così nel senso che non vedo esami di algebra e davvero poca geometria. Solitamente, in un corso triennale di matematica, acquisisci almeno 20 cfu di algebra ed almeno 20 cfu di geometria. Nel corso di ingegneria matematica vedo solo 5 cfu di algebra e geometria. Per il resto fai matematica numerica, probabilità e statistica, analisi matematica, fisica, fisica matematica che si fanno anche a matematica ed i cfu sono piu' o meno gli stessi. Dopo la triennale ti mancherà qualcosa di algebra e geometria rispetto un matematico, ma di più avrai maggiori competenze nella matematica applicata all'ingegneria.
Grazie mille per le vostre risposte e per aver riportato le vostre esperienze!
Anche se con un po' di rammarico mi sono immatricolata ad ingegneria matematica a Milano. Se ho fatto la scelta giusta o meno avrò il tempo di scoprirlo, per ora mi hanno detto che è molto simile a matematica e che non è proprio una passeggiata (ma vabbè qualsiasi corso di laurea fatto seriamente non è una passeggiata).
Tra le motivazioni che mi hanno spinto a scegliere il polimi ci sono:
-la possibilità di ottenere una seconda laurea in matematica dando un paio di esami in più alla Bicocca (sarà vero??)
-ciò che si dice in giro di Parma (so che non bisognerebbe dar retta ai pettegolezzi, ma..)
-ciò che si dice in giro del politecnico di Milano
Ancora molte grazie per i vostri consigli e soprattutto per aver confermato che alla fine i confini tra ingegneria matematica e matematica non sono poi così marcati.
Anche se con un po' di rammarico mi sono immatricolata ad ingegneria matematica a Milano. Se ho fatto la scelta giusta o meno avrò il tempo di scoprirlo, per ora mi hanno detto che è molto simile a matematica e che non è proprio una passeggiata (ma vabbè qualsiasi corso di laurea fatto seriamente non è una passeggiata).
Tra le motivazioni che mi hanno spinto a scegliere il polimi ci sono:
-la possibilità di ottenere una seconda laurea in matematica dando un paio di esami in più alla Bicocca (sarà vero??)
-ciò che si dice in giro di Parma (so che non bisognerebbe dar retta ai pettegolezzi, ma..)
-ciò che si dice in giro del politecnico di Milano
Ancora molte grazie per i vostri consigli e soprattutto per aver confermato che alla fine i confini tra ingegneria matematica e matematica non sono poi così marcati.
John_mat, a me sembra che quello che state dicendo sia molto simile, soprattutto dopo il tuo ultimo post. E' evidente che bisogna scegliere sempre con l'ottica di ciò che piace e di ciò che porta un minimo di ritorno economico però poi anche tu dimostri che si può cambiare percorso anche in un momento successivo alla scelta della triennale. Ovviamente ogni decisione va presa seriamente e nell'ottica di fare la scelta migliore ma, semplicemente, la triennale andrebbe scelta in maniera un po' più rilassata perchè il tempo di cambiare c'è sempre.
Premessa: ho scritto che il discorso cambia se c'è di mezzo il dottorato e la ricerca.
Sicuramente non deve decidere tutto il suo futuro già adesso perché le cose possono tranquillamente cambiare.
Ma non sono per nulla d'accordo col dire "faccia quello che si sente di fare". E' giusto che programmi il suo futuro in funzione delle sue passioni, ambizioni, ed anche in funzione di una stabilità finanziaria.
Infatti non ho scritto nulla del genere.
Non si tratta di avere ragione o no, ognuno di noi sta esprimendo le proprie opinioni in base alle esperienze avute. Ad esempio io mi sono laureato in matematica abbastanza tranquillamente dopo aver perso tempo ad ingegneria, poi ho lasciato la matematica per fare un master in sicurezza informatica e trovare lavoro. Adesso non dico di voler lasciare questo tipo di lavoro ma la mia passione resta la matematica e vorrei continuare gli studi.
Secondo me la linea di demarcazione non si va man mano affievolendo perché ad un certo livello gli studi diventano sempre di più specifici. I biologi che scrivono ODE o PDE come minimo hanno un dottorato in matematica.
Sono d'accordo ed infatti a me sembra che sta cercando di capire cose le piace di più
Vero che la decisione seria si prende quando si vuole fare un dottorato. Quindi se lei non può o non vuole fare il dottorato cosa dovrebbe fare?
In conclusione, magari se adesso sceglie ingegneria matematica o matematica per la triennale non cambia niente, però già dalla specializzazione deve capire cosa vuole fare, cose le piace fare e se è il caso di prendere quella strada.
"lollofabbrism":
Come cosa c'entra? Significa che non deve fasciarsi la testa per decidere ora! Faccia quello che si sente di fare e se poi cambierà idea non ci sono molti problemi...
Sicuramente non deve decidere tutto il suo futuro già adesso perché le cose possono tranquillamente cambiare.
Ma non sono per nulla d'accordo col dire "faccia quello che si sente di fare". E' giusto che programmi il suo futuro in funzione delle sue passioni, ambizioni, ed anche in funzione di una stabilità finanziaria.
"lollofabbrism":
La distinzione tra ingegnere e matematico o ingegnere e biologo o ingegnere e fisico esistono, certo, ma questo non implica che anche la mentalità lo sia.
Infatti non ho scritto nulla del genere.
"lollofabbrism":
Se avessi ragione tu, non ci sarebbero ingegneri elettronici che lavorano con cellule in coltura o biologi che scrivono ODE. La linea di demarcazione si va man mano affievolendo, e questo può solo che essere un bene.
Non si tratta di avere ragione o no, ognuno di noi sta esprimendo le proprie opinioni in base alle esperienze avute. Ad esempio io mi sono laureato in matematica abbastanza tranquillamente dopo aver perso tempo ad ingegneria, poi ho lasciato la matematica per fare un master in sicurezza informatica e trovare lavoro. Adesso non dico di voler lasciare questo tipo di lavoro ma la mia passione resta la matematica e vorrei continuare gli studi.
Secondo me la linea di demarcazione non si va man mano affievolendo perché ad un certo livello gli studi diventano sempre di più specifici. I biologi che scrivono ODE o PDE come minimo hanno un dottorato in matematica.
"lollofabbrism":
Il mi consiglio finale, perché ho già visto la piega che sta prendendo la discussione, è: fai quello che ti piace di più.
Sono d'accordo ed infatti a me sembra che sta cercando di capire cose le piace di più
"lollofabbrism":
La decisione seria si fa al dottorato, quindi intraprendi un percorso che ti condurrà verso un ambito di ricerca un po' più delineato.
Vero che la decisione seria si prende quando si vuole fare un dottorato. Quindi se lei non può o non vuole fare il dottorato cosa dovrebbe fare?
In conclusione, magari se adesso sceglie ingegneria matematica o matematica per la triennale non cambia niente, però già dalla specializzazione deve capire cosa vuole fare, cose le piace fare e se è il caso di prendere quella strada.
Continuo ad essere della stessa idea di lollofabrism. Ad esempio un professore che ho avuto io in un corso di Economia e Organizzazione è laureato in ingegneria nucleare, è stato presidente dell'associazione italiana degli ingegneri gestionali e ora insegna materie di stampo economico ad ingegneria. Ho avuto anche un assistente di un professore che è laureata in fisica e ora collabora in un corso di economia. A Tor Vergata svariati professori sono laureati in ingegneria elettronica e ora insegnano ricerca operativa. Sicuramente, e ancora di più, ciò avviene fuori dal mondo accademico. Un ingegnere meccanico può tranquillamente specializzarsi nel campo energetico e un ingegnere energetico può specializzarsi in qualcosa più affine con l'ingegneria civile/ambientale. Ognuno segue il suo percorso e, come dice lollofabrism, una decisione "pesante" nella propria carriera la si prende nella scelta di un possibile dottorato. Se non si fa il dottorato è logico che "teoricamente" si è più portati a lavorare nel proprio campo di studio...peccato che spesso siano le aziende ad assumere indistintamente un ingegnere informatico, un informatico, un elettronico per la gestione di un server o di un database piuttosto che scegliere un ingegnere gestionale, meccanico o dell'automazione per gestire una linea produttiva.
Come cosa c'entra? Significa che non deve fasciarsi la testa per decidere ora! Faccia quello che si sente di fare e se poi cambierà idea non ci sono molti problemi... Non sono all'ordine del giorno? Mica ho citato premi Noble plurimi o chissà quali geni moderni! La distinzione tra ingegnere e matematico o ingegnere e biologo o ingegnere e fisico esistono, certo, ma questo non implica che anche la mentalità lo sia. Non vedo poi queste differenze enormi, che si notano così tanto. Ho vecchi compagni che ora sono quasi laureati in ingegneria ma che non capiscono una mazza o fisici la cui mentalità è rimasta uguale a prima... Se avessi ragione tu, non ci sarebbero ingegneri elettronici che lavorano con cellule in coltura o biologi che scrivono ODE. La linea di demarcazione si va man mano affievolendo, e questo può solo che essere un bene.
Il mi consiglio finale, perché ho già visto la piega che sta prendendo la discussione, è: fai quello che ti piace di più. Se non puoi andare a Torino (bella città e buona scuola) per motivi economici, vai a Milano (se ti piace la città). Se Parma è più vicino ancora e magari costa meno ed è più tranquilla, vai a Parma (ma aspettati di ogni...). La decisione seria si fa al dottorato, quindi intraprendi un percorso che ti condurrà verso un ambito di ricerca un po' più delineato.
Il mi consiglio finale, perché ho già visto la piega che sta prendendo la discussione, è: fai quello che ti piace di più. Se non puoi andare a Torino (bella città e buona scuola) per motivi economici, vai a Milano (se ti piace la città). Se Parma è più vicino ancora e magari costa meno ed è più tranquilla, vai a Parma (ma aspettati di ogni...). La decisione seria si fa al dottorato, quindi intraprendi un percorso che ti condurrà verso un ambito di ricerca un po' più delineato.
"lollofabbrism":
Esattamente quello che penso io... Aggiungo che non è necessario andare "lontano". La mia professoressa del secondo anno di Biotecnologie Applicate ha una laurea vecchio ordinamento in fisica e poi ha preso il dottorato in biotecnologie! Il professore che ha tenuto il corso di fisiologia generale ha due lauree v.o.: una prima di 5 anni in biologia e poi una seconda sempre da 5 anni in fisica e poi dottorato in fisiologia cellulare e ora si occupa di modellistica matematica delle cellule del cuore! Il mio futuro supervisore di tesi triennale ha una laurea in farmacia (Francia) e poi dottorato ad Harvard (non un pirla insomma) e ora si occupa di modellistica matematica e biologia dei sistemi in farmacologia e tossicologia. Un suo collega in Germania è un matematico "puro" che ora si occupa di modellistica matematica in tossicologia. Una biologa di Parma ora lavora al Dipartimento di Fisica e insegna matematica ai biologi. Denis Noble (consiglio il suo libro) è laureato in biologia, ha imparato per conto suo matematica e programmazione e ha costruito il primo modello matematico del funzionamento del cuore.
E questi sono solo alcuni esempi che mi vengono in mente ora!
Ma questo cosa c'entra?
A livello di dottorato e di ricerca il discorso cambia, anche io conosco un ingegnere che poi si è preso il dottorato in matematica, così come degli informatici hanno preso il dottorato di matematica. Poi, lasciamelo dire, ma gli esempi che citi non è che siano all'ordine del giorno. Con l'impegno certamente si possono raggiungere risultati ma nella maggior parte dei casi le distinzioni tra ingegneri e matematici ad esempio ci sono eccome, e sono più che note.
Esattamente quello che penso io... Aggiungo che non è necessario andare "lontano". La mia professoressa del secondo anno di Biotecnologie Applicate ha una laurea vecchio ordinamento in fisica e poi ha preso il dottorato in biotecnologie! Il professore che ha tenuto il corso di fisiologia generale ha due lauree v.o.: una prima di 5 anni in biologia e poi una seconda sempre da 5 anni in fisica e poi dottorato in fisiologia cellulare e ora si occupa di modellistica matematica delle cellule del cuore! Il mio futuro supervisore di tesi triennale ha una laurea in farmacia (Francia) e poi dottorato ad Harvard (non un pirla insomma) e ora si occupa di modellistica matematica e biologia dei sistemi in farmacologia e tossicologia. Un suo collega in Germania è un matematico "puro" che ora si occupa di modellistica matematica in tossicologia. Una biologa di Parma ora lavora al Dipartimento di Fisica e insegna matematica ai biologi. Denis Noble (consiglio il suo libro) è laureato in biologia, ha imparato per conto suo matematica e programmazione e ha costruito il primo modello matematico del funzionamento del cuore.
E questi sono solo alcuni esempi che mi vengono in mente ora!
E questi sono solo alcuni esempi che mi vengono in mente ora!
Condivido quello che dice lollofabbrism, non è detto che un ingegnere non vada a fare ricerca al fianco di fisici o matematici applicati come non è detto che un fisico o un matematico non vadano a lavorare al fianco di un ingegnere o di un economista. Inoltre è comunque molto probabile che anche un fisico, che poi voglia fare ricerca, debba approfondire quegli argomenti "di base" che non ha affrontato in maniera adeguata negli anni universitari. Quindi non credo che la scelta della facoltà influenzi troppo una carriera lavorativa piuttosto che di ricerca.
Ormai penso che queste distinzioni siano solo leggende metropolitane che fanno solo perdere tempo.
Ci sono matematici che hanno preso il dottorato in neuroscienze computazionali e si occupano di Alzheimer e altre malattie, e penso che questo sia un tipico esempio di "risolvere un problema indipendentemente dal pezzo di carta che ti trovi in mano".
Ci sono matematici che hanno preso il dottorato in neuroscienze computazionali e si occupano di Alzheimer e altre malattie, e penso che questo sia un tipico esempio di "risolvere un problema indipendentemente dal pezzo di carta che ti trovi in mano".
"N.12":
@civamb il mio problema riguardava appunto il trasferimento a Torino che cercavo di evitare. Quindi per quanto il corso di laurea sembri interessante purtroppo mi vedo costretta a rinunciare soprattutto se per ottenere una laurea in ingegneria matematica posso andare al polimi.
Ho però un'altra domanda da porvi: in termini pratici qual è la differenza tra chi studia matematica e chi ingegneria? Leggo ovunque che al matematico interessa scoprire il perché di un problema, e all'ingegnere interessa risolverlo "e basta". Come se per andare da Milano a Napoli il matematico si preoccupasse di fotografare qualsiasi cosa e magari fermarsi anche a visitare qualche citta lungo il cammino, mentre all'ingegnere interessa arrivarci il prima possibile. Ma questo si traduce in: l'ingegnere riesce ad applicare tante belle formule che ha studiato a memoria, mentre il matematico conosce il percorso per arrivare a tali formule che poi però lascia in un angolino? Desidererei però una risposta concreta, del tipo a matematica si studia in questo modo a ingegneria in quest'altro. Io infatti ho una pessima memoria e preferisco conoscere due formule importanti da cui poi ricavare le altre (so che magari qualche esempio sembra stupido, ma spero di aver reso l'idea).
Grazie!
E' più o meno come dici. Più nel senso che all'ingegnere interessa risolvere un problema concreto e molto spesso non gliene importa di tutta la matematica che c'è dietro, applica appunto i risultati, forse direi che un ingegnere a lavoro non la vede proprio più la matematica perché viene implementata a bassi livelli in processi aziendali ben definiti (es. algoritmi di crittografia). Meno nel senso che non è vero che si studiano le formule a memoria, almeno non ad ingegneria: altrimenti gli esami orali di analisi matematica come li superi? chiaramente un ingegnere avrà meno nozioni di algebra, geometria, della stessa analisi rispetto un matematico o fisico.
Non so di preciso quale sia l'obiettivo del corso di laurea in ingegneria matematica ma penso che riguardi molto il calcolo scientifico, quindi risoluzione numerica (tipicamente programmazione con matlab) di problemi matematici utili all'industria (es. fluidodinamica computazionale): qui magari la si vede un pò di più la matematica.
Detto ciò, dipende cosa ti piace e vorresti fare. C'è chi fa matematica o fisica per poi tentare la strada della ricerca (molto difficile), chi per diventare insegnante in scuole secondarie (anche qui è difficile diventare di ruolo), chi si butta nell'Information Technology per trovare lavoro e poi vuole continuare a studiare matematica (io), chi si butta nell'ambito di finanza matematica (anche qui è difficile trovare lavoro, almeno in Italia).
Premesso che ingegneria matematica, fatta anche al polimi, rappresenta un ingegneria atipica, in quel tipo di corso si integra l'approccio del capire come funziona un determinato strumento con il perché funziona quel determinato strumento.
L'idea comune dell'ingegneria é distorta per via di una mancanza di cultura a riguardo. La comprensione del funzionamento di qualcosa (anche se va detto che nel ramo di specializzazione si coprirà anche il "perché funziona") non significa imparare quattro formule a memoria. Un approccio del genere porterebbe uno studente al ritiro da ingegneria. Al contrario fare ingegneria significa utilizzare la scienza per descrivere fenomeni o risolvere problemi "reali". Proprio perché nel mondo di tutti i giorni i problemi sono differenti e di nuova natura l'ingegnere non potrà ancorarsi alle quattro formule o ad un manuale ma dovrà comprendere le basi delle varie materie e le relative applicazioni, comprendendo i metodi che portano ai vari risultati. Spero di aver reso l'idea.
L'idea comune dell'ingegneria é distorta per via di una mancanza di cultura a riguardo. La comprensione del funzionamento di qualcosa (anche se va detto che nel ramo di specializzazione si coprirà anche il "perché funziona") non significa imparare quattro formule a memoria. Un approccio del genere porterebbe uno studente al ritiro da ingegneria. Al contrario fare ingegneria significa utilizzare la scienza per descrivere fenomeni o risolvere problemi "reali". Proprio perché nel mondo di tutti i giorni i problemi sono differenti e di nuova natura l'ingegnere non potrà ancorarsi alle quattro formule o ad un manuale ma dovrà comprendere le basi delle varie materie e le relative applicazioni, comprendendo i metodi che portano ai vari risultati. Spero di aver reso l'idea.
@civamb il mio problema riguardava appunto il trasferimento a Torino che cercavo di evitare. Quindi per quanto il corso di laurea sembri interessante purtroppo mi vedo costretta a rinunciare soprattutto se per ottenere una laurea in ingegneria matematica posso andare al polimi.
Ho però un'altra domanda da porvi: in termini pratici qual è la differenza tra chi studia matematica e chi ingegneria? Leggo ovunque che al matematico interessa scoprire il perché di un problema, e all'ingegnere interessa risolverlo "e basta". Come se per andare da Milano a Napoli il matematico si preoccupasse di fotografare qualsiasi cosa e magari fermarsi anche a visitare qualche citta lungo il cammino, mentre all'ingegnere interessa arrivarci il prima possibile. Ma questo si traduce in: l'ingegnere riesce ad applicare tante belle formule che ha studiato a memoria, mentre il matematico conosce il percorso per arrivare a tali formule che poi però lascia in un angolino? Desidererei però una risposta concreta, del tipo a matematica si studia in questo modo a ingegneria in quest'altro. Io infatti ho una pessima memoria e preferisco conoscere due formule importanti da cui poi ricavare le altre (so che magari qualche esempio sembra stupido, ma spero di aver reso l'idea).
Grazie!
Ho però un'altra domanda da porvi: in termini pratici qual è la differenza tra chi studia matematica e chi ingegneria? Leggo ovunque che al matematico interessa scoprire il perché di un problema, e all'ingegnere interessa risolverlo "e basta". Come se per andare da Milano a Napoli il matematico si preoccupasse di fotografare qualsiasi cosa e magari fermarsi anche a visitare qualche citta lungo il cammino, mentre all'ingegnere interessa arrivarci il prima possibile. Ma questo si traduce in: l'ingegnere riesce ad applicare tante belle formule che ha studiato a memoria, mentre il matematico conosce il percorso per arrivare a tali formule che poi però lascia in un angolino? Desidererei però una risposta concreta, del tipo a matematica si studia in questo modo a ingegneria in quest'altro. Io infatti ho una pessima memoria e preferisco conoscere due formule importanti da cui poi ricavare le altre (so che magari qualche esempio sembra stupido, ma spero di aver reso l'idea).
Grazie!
"civamb":
Una preparazione matematica superiore a quella del politecnico di Milano.
Ma non penso che ti sia utile. Se sai già che vuoi fare ingegneria matematica alla magistrale (e quindi andare verso fisica matematica, matematica numerica, matematica finanziaria o statistica) secondo me è meglio partire dalla triennale in ingegneria matematica. Le conoscenze matematiche in più che avresti a matematica per l'ingegneria sono algebra e topologia, ma dubito che serviranno a più del 5% degli studenti magistrali in ingegneria matematica (e quello che gli serve viene comunque introdotto nei corsi dove si usa).
Per avere quella preparazione matematica superiore, sacrifichi una fetta di preparazione ingegneristica che secondo me non puo mancare.
Una preparazione matematica superiore a quella del politecnico di Milano.
"civamb":
Una scelta interessante potrebbe essere il CdL triennale in matematica per l'ingegneria a Torino e la laurea magistrale in Ingegneria Matematica al Politecnico di Milano. Fra l'altro non avresti debiti formativi per il passaggio.
Che vantaggio avresti rispetto a fare ingegneria matematica sia triennale che magistrale?
Una scelta interessante potrebbe essere il CdL triennale in matematica per l'ingegneria a Torino e la laurea magistrale in Ingegneria Matematica al Politecnico di Milano. Fra l'altro non avresti debiti formativi per il passaggio.
Se vieni da una laurea equivalente in un'altra università il passaggio è pressoché automatico.
@vict85 ok, ma mi sembrava di aver capito che una commissione giudichi se puoi iniziare quella determinata laurea magistrale o meno, e credo che ciò dipenda dalla triennale. Ma in realtà non mi è molto chiaro.
@lollofabbrism Perchè?
E della borsa INDAM che mi dite?
@lollofabbrism Perchè?
E della borsa INDAM che mi dite?