Ingegneria e fusione nucleare
Leggendo la lista riguardante la partecipazione di università e centri di ricerca sulla fusione nucleare (http://www.iter.org/) ho notato la grande quantità di scuole ingegneristiche coinvolte(http://www.iter.org/industry.htm), peccato che risulta soltanto il politecnico di Torino come rappresentante italiano degli atenei, forte di ottimi corsi come ingegneria fisica e matematica. Questo non può di certo rendere felice la ricerca italiana. Detto questo mi sembra davvero sbagliata la scelta di non investire sull'ingegneria nucleare, magari modificando i pochi corsi attivati, orientandoli verso la fusione e le tecnologie collegate che in un futuro non troppo lontano risulteranno vincenti.
Cosa ne dite?
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Risposte
In alcuni campi la ricerca,anche se più lentamente procede anche in Italia, anche se in minura nettamente minore rispetto a molti paesi europei e non, ma vedere soltanto un ateneo italiano in un settore chiave come i reattori a fusione nucleare è davvero sconcertante, visto che partecipano diverse università rumene!
Caro tecnos, il problema non è che non si investe sulla fusione nucleare, il problema è che non si investe nella ricerca in generale...
La scelta di investire sulla fusione e sulle tecnologie collegate l'hanno fatta i Paesi Bassi e la Svezia, paesi che hanno deciso per l'abbandono del nucleare.
Proprio per essere avanti nella scoperta di tecnologie avanzate.
Comunque, ora con l'Unione Europea, se uno ha le carte in regola, può tranquillamente andare all'estero, dove avrà un'accoglienza accademica incredibile.
La scelta di investire sulla fusione e sulle tecnologie collegate l'hanno fatta i Paesi Bassi e la Svezia, paesi che hanno deciso per l'abbandono del nucleare.
Proprio per essere avanti nella scoperta di tecnologie avanzate.
Comunque, ora con l'Unione Europea, se uno ha le carte in regola, può tranquillamente andare all'estero, dove avrà un'accoglienza accademica incredibile.