Ingegneria al Poli... ma quale?
Salve a tutti,
sono nuovo del Forum e chiedo anticipatamente scusa per la ripetitività della mia domanda.
Sono un ragazzo al V anno di liceo scientifico (sotto esami per di più) e proprio adesso mi sorgono dei dubbi circa la scelta universitaria. I miei interessi sono ovviamente rivolti alla matematica, ma non disdegno anche altri ambiti quali l'economia. La mia scelta era quindi orientata verso ingegneria gestionale, ma proprio in questo periodo ho iniziato a sviluppare una certa curiosità per il corso di ingegneria matematica al politecnico di Milano.
Quello che io cerco da un corso di laurea è una preparazione matematica che mi consenta di affrontare problemi legati o al management o alla finanza. Il mio obiettivo è infatti quello di lavorare o nell'ambito della consulenza aziendale, o in ambito finanziario.
Vedo sia nel corso di studi in ingegneria matematica, che in quello di ingegneria gestionale molte affinità come l'affrontare statistica ed economia, il tutto ovviamente per quanto riguarda il politecnico di Milano. Mi chiedo quindi quali possano essere i pro di affrontare l'uno o l'altro corso di studi e, se possibile, vorrei anche conoscere le impressioni di chi frequenta l'uno o l'altro CDL.
Grazie per la vostra cortesia.
P.S. Astenersi risposte come "se hai una dignità vai a fare X e non Y".
sono nuovo del Forum e chiedo anticipatamente scusa per la ripetitività della mia domanda.
Sono un ragazzo al V anno di liceo scientifico (sotto esami per di più) e proprio adesso mi sorgono dei dubbi circa la scelta universitaria. I miei interessi sono ovviamente rivolti alla matematica, ma non disdegno anche altri ambiti quali l'economia. La mia scelta era quindi orientata verso ingegneria gestionale, ma proprio in questo periodo ho iniziato a sviluppare una certa curiosità per il corso di ingegneria matematica al politecnico di Milano.
Quello che io cerco da un corso di laurea è una preparazione matematica che mi consenta di affrontare problemi legati o al management o alla finanza. Il mio obiettivo è infatti quello di lavorare o nell'ambito della consulenza aziendale, o in ambito finanziario.
Vedo sia nel corso di studi in ingegneria matematica, che in quello di ingegneria gestionale molte affinità come l'affrontare statistica ed economia, il tutto ovviamente per quanto riguarda il politecnico di Milano. Mi chiedo quindi quali possano essere i pro di affrontare l'uno o l'altro corso di studi e, se possibile, vorrei anche conoscere le impressioni di chi frequenta l'uno o l'altro CDL.
Grazie per la vostra cortesia.
P.S. Astenersi risposte come "se hai una dignità vai a fare X e non Y".
Risposte
@PadreBishop
Tu studi o hai studiato matematica per l'ingegneria al polito o ingegneria matematica a Milano?
In ogni modo questi CdL ti lasciano una bella porta aperta per la ricerca in ambito matematico e fisico (con fisica dei sistemi complessi/ingegneria fisica).
Tu studi o hai studiato matematica per l'ingegneria al polito o ingegneria matematica a Milano?
In ogni modo questi CdL ti lasciano una bella porta aperta per la ricerca in ambito matematico e fisico (con fisica dei sistemi complessi/ingegneria fisica).
@Descartes Sì hai indovinato.
Il corso di studi triennale è in pratica un corso in matematica dove pero' quello che in matematica "rasenta la teologia" viene compressato in meno crediti ed i crediti liberi sono obbligatoriamente in materie ingegneristiche.
Esci da una triennale che sei un matematico che conosce oltre la matematica l'esistenza di problematiche di stampo ingegneristico (cosa che un matematico puro non sa nemmeno dove stia di casa di solito).
La magistrale ti specializza molto (e ovviamente anche all'estero, conosco persone che stanno modellizzando in Arabia Saudita la miscela aria-sabbia ed il relativo moto attorno a future ferrovie). Sta a te nella magistrale (molto diversa a seconda del ramo) diventare un "matematico della finanza" piuttosto che un "matematico dell'ingegneria aerospaziale".
In azienda non farai l'ultima ruota del carro a quanto ho visto: in ambito meccanico/industriale vieni trattato, se ti va bene, come un ingegnere "normale". Non ti chiuderai in nessuna stanza (nè te lo permetteranno). In azienda il 99 percento del lavoro è un continuare il lavoro iniziato da altri. Iniziare a porre le basi per un modello matematico, se ti va bene chiederti se è ben posto matematicamente, validarlo confrontandolo con basi sperimentali, programmare un codice che serva ai tuoi scopi, renderlo user-friendly, sono cose che richiedono interi dottorati e sono piu' appartenenti al mondo dell'unviersità che non a quello dell'ndustria. Se vuoi "chiuderti in stanze" allora devi restare nell'accademia (ovviamente parlo esclusivamente a fronte di mie esperienze).
L'unica cosa è che se un ingegnere normale conosce tutta la terminologia di, che ne so, una turbina di bassa pressione, mentre tu di devi leggere un intero manualozzo di 400 pagine divertente quanto un libro di Bruno Vespa, e possibilmente alla svelta. L'ingegnere dall'altra parte di solito è piu' impacciato, anni e anni passati dalla sua Analisi, ad interpetare certi passaggi di codici di calcolo, o ad assimilare concetti come l'ottimizzazione combinatoria o le routine metaeuristiche (paroloni per dire: quando il problema si fa fino, tendono un po', ma NON TUTTI, a spianarlo per evitare di cercare magari fra le tonnellate di riferimenti in letteratura).
Passando alla tua ultima domanda, posso solo dire che i cambi di corso di quel tipo sono abbastanza agevolati in certi ambienti.
La triennale in in ing MTM del Politecnico di Torino al prezzo di due tre esami in surplus è valida anche come triennale in ingegneria gestionale, a quanto ne so.
Il corso di studi triennale è in pratica un corso in matematica dove pero' quello che in matematica "rasenta la teologia" viene compressato in meno crediti ed i crediti liberi sono obbligatoriamente in materie ingegneristiche.
Esci da una triennale che sei un matematico che conosce oltre la matematica l'esistenza di problematiche di stampo ingegneristico (cosa che un matematico puro non sa nemmeno dove stia di casa di solito).
La magistrale ti specializza molto (e ovviamente anche all'estero, conosco persone che stanno modellizzando in Arabia Saudita la miscela aria-sabbia ed il relativo moto attorno a future ferrovie). Sta a te nella magistrale (molto diversa a seconda del ramo) diventare un "matematico della finanza" piuttosto che un "matematico dell'ingegneria aerospaziale".
In azienda non farai l'ultima ruota del carro a quanto ho visto: in ambito meccanico/industriale vieni trattato, se ti va bene, come un ingegnere "normale". Non ti chiuderai in nessuna stanza (nè te lo permetteranno). In azienda il 99 percento del lavoro è un continuare il lavoro iniziato da altri. Iniziare a porre le basi per un modello matematico, se ti va bene chiederti se è ben posto matematicamente, validarlo confrontandolo con basi sperimentali, programmare un codice che serva ai tuoi scopi, renderlo user-friendly, sono cose che richiedono interi dottorati e sono piu' appartenenti al mondo dell'unviersità che non a quello dell'ndustria. Se vuoi "chiuderti in stanze" allora devi restare nell'accademia (ovviamente parlo esclusivamente a fronte di mie esperienze).
L'unica cosa è che se un ingegnere normale conosce tutta la terminologia di, che ne so, una turbina di bassa pressione, mentre tu di devi leggere un intero manualozzo di 400 pagine divertente quanto un libro di Bruno Vespa, e possibilmente alla svelta. L'ingegnere dall'altra parte di solito è piu' impacciato, anni e anni passati dalla sua Analisi, ad interpetare certi passaggi di codici di calcolo, o ad assimilare concetti come l'ottimizzazione combinatoria o le routine metaeuristiche (paroloni per dire: quando il problema si fa fino, tendono un po', ma NON TUTTI, a spianarlo per evitare di cercare magari fra le tonnellate di riferimenti in letteratura).
Passando alla tua ultima domanda, posso solo dire che i cambi di corso di quel tipo sono abbastanza agevolati in certi ambienti.
La triennale in in ing MTM del Politecnico di Torino al prezzo di due tre esami in surplus è valida anche come triennale in ingegneria gestionale, a quanto ne so.
@PadreBishop mi sembra di capire che tu abbia frequentato il corso di ingegneria matematica. Il corso di studi è interessante? Offre possibilità di fare esperienze internazionali?
Quale è la mansione che ti viene assegnata da ingegnere matematico? Ciò cosa fa sul pratico un ingegnere matematico? Nel mio immaginario, per esempio, un ingegnere meccanico si occuperà di progettazione o curerà la gestione delle macchine, ma un ingegnere matematico cosa fa? Si chiude nel suo ufficio e ?
Vedo, osservando il sito careerservice del politecnico di Milano, che i lavori offerti per i laureati in ingegneria matematica sono molto simili a quelli offerti per i gestionali (business analyst, risk management) o per gli informatici (sviluppatori Python e C++). Suppongo quindi che un ingegnere matematico abbia una mente flessibile e sappia adattarsi alle diverse situazioni, cosa che a me piace molto, però resta sempre un dubbio: non è che venga preso un ingegnere matematico come ruota del carro?
Tra le varie specializzazioni ce ne è una in finanza, non affrontando l'economia come si fa a gestionale, un ingegnere matematico può aspirare a una completa autonomia in campo decisionale o verrà sempre inserito come subordinato ad un economista o ad un gestionale?
È possibile fare la triennale in ingegneria matematica e la magistrale in gestionale?
Quale è la mansione che ti viene assegnata da ingegnere matematico? Ciò cosa fa sul pratico un ingegnere matematico? Nel mio immaginario, per esempio, un ingegnere meccanico si occuperà di progettazione o curerà la gestione delle macchine, ma un ingegnere matematico cosa fa? Si chiude nel suo ufficio e ?
Vedo, osservando il sito careerservice del politecnico di Milano, che i lavori offerti per i laureati in ingegneria matematica sono molto simili a quelli offerti per i gestionali (business analyst, risk management) o per gli informatici (sviluppatori Python e C++). Suppongo quindi che un ingegnere matematico abbia una mente flessibile e sappia adattarsi alle diverse situazioni, cosa che a me piace molto, però resta sempre un dubbio: non è che venga preso un ingegnere matematico come ruota del carro?
Tra le varie specializzazioni ce ne è una in finanza, non affrontando l'economia come si fa a gestionale, un ingegnere matematico può aspirare a una completa autonomia in campo decisionale o verrà sempre inserito come subordinato ad un economista o ad un gestionale?
È possibile fare la triennale in ingegneria matematica e la magistrale in gestionale?
Bella risposta.
Ingegneria matematica aveva incuriosito molto anche me, poi ho scelto altro spinto dalla passione per l'ingegneria civile più che per la matematica...
Solo per fare un attimo di chiarezza. Fare ingegneria matematica (3+2) a Torino o Milano politecnici non vuol dire seguire lo stesso percorso. Mi spiego. A Torino il triennio è in scienze matematiche mentre a Milano è in ingegneria dell'informazione. Il biennio in entrambi casi è in modellistica matematico fisica per l'ingegneria. In tutti e due i politecnici c'è un percorso di dottorato : in matematica applicata (con curricula che spaziano dall'analisi matematica a quella numerica) a Torino e in metodi e modelli matematici a Milano.
PS
Al netto dell'anno aggiuntivo legato alla laurea magistrale per conseguire anche una laurea in ingegneria "senior".
Ingegneria matematica aveva incuriosito molto anche me, poi ho scelto altro spinto dalla passione per l'ingegneria civile più che per la matematica...
Solo per fare un attimo di chiarezza. Fare ingegneria matematica (3+2) a Torino o Milano politecnici non vuol dire seguire lo stesso percorso. Mi spiego. A Torino il triennio è in scienze matematiche mentre a Milano è in ingegneria dell'informazione. Il biennio in entrambi casi è in modellistica matematico fisica per l'ingegneria. In tutti e due i politecnici c'è un percorso di dottorato : in matematica applicata (con curricula che spaziano dall'analisi matematica a quella numerica) a Torino e in metodi e modelli matematici a Milano.
PS
Al netto dell'anno aggiuntivo legato alla laurea magistrale per conseguire anche una laurea in ingegneria "senior".
Per quello che sto vedendo io, Ingegneria Matematica se fatta bene è un ottimo corso.
Non sarai un Ingegnere (a meno di mirabolanti doppie lauree che portano via un po' di fatica e burocrazia - ma lì si tratta delle aspirazioni del singolo) nel vero senso del termine, ma una volta in azienda in caso potrai farti valere. Non sono i trecentomila momenti di ineriza imparati a memoria durante meccanica applicata che ti rendono un buon ingegnere meccanico, ma una predisposizone al pensiero pratico, raziocinio e conoscenze di base che con un'oculata scelta degli esami ingegneristici potresti acquisire molto bene.
Il vero e proprio problema di questo mio passaggio è che l'inserimento aziendale non passa verso i canali "mainstream" che coinvologno ingegneri (Gestionali, Meccanici ecc) in quanto come figura professionale in italia non è conosciutissima.
A quanto ho visto molto inserimento occupazionale è delegato ai singoli dipartimenti che allacciano rapporti di collaborazione che molto spesso hanno portato ad assunzioni.
Riguardo alla preparaione teorica, potrai essere invece un matematico nel vero senso del termine: un dottorato in qualsiasi ramo della matematica applicata di poterebbe allo stesso livello di altri che hanno fatto tutt'altro percorso.
La cosa che mi preme di piu' aggiungere è che si puo' essere carne o pesce, a patto di averne la volontà: se si affrontano gli esami di matematica da "ingegnere", ossia puntando a saper fare gli esercizi ed abbozzare due tre cose di teoria perchè "tanto poi analisi 2 chi la usa piu'...", e si fanno gli esami di ingegneria da "matematico" ("tanto sono solo matrici, ti studi i ranghi e ci scrivi quelle cose, tanto chi la userà piu' elettrotecnica..." ) si finisce davvero con l'essere ne' carne ne' pesce.
Non sarai un Ingegnere (a meno di mirabolanti doppie lauree che portano via un po' di fatica e burocrazia - ma lì si tratta delle aspirazioni del singolo) nel vero senso del termine, ma una volta in azienda in caso potrai farti valere. Non sono i trecentomila momenti di ineriza imparati a memoria durante meccanica applicata che ti rendono un buon ingegnere meccanico, ma una predisposizone al pensiero pratico, raziocinio e conoscenze di base che con un'oculata scelta degli esami ingegneristici potresti acquisire molto bene.
Il vero e proprio problema di questo mio passaggio è che l'inserimento aziendale non passa verso i canali "mainstream" che coinvologno ingegneri (Gestionali, Meccanici ecc) in quanto come figura professionale in italia non è conosciutissima.
A quanto ho visto molto inserimento occupazionale è delegato ai singoli dipartimenti che allacciano rapporti di collaborazione che molto spesso hanno portato ad assunzioni.
Riguardo alla preparaione teorica, potrai essere invece un matematico nel vero senso del termine: un dottorato in qualsiasi ramo della matematica applicata di poterebbe allo stesso livello di altri che hanno fatto tutt'altro percorso.
La cosa che mi preme di piu' aggiungere è che si puo' essere carne o pesce, a patto di averne la volontà: se si affrontano gli esami di matematica da "ingegnere", ossia puntando a saper fare gli esercizi ed abbozzare due tre cose di teoria perchè "tanto poi analisi 2 chi la usa piu'...", e si fanno gli esami di ingegneria da "matematico" ("tanto sono solo matrici, ti studi i ranghi e ci scrivi quelle cose, tanto chi la userà piu' elettrotecnica..." ) si finisce davvero con l'essere ne' carne ne' pesce.
Io volevo proseguire gli studi e vedere cosa si può fare applicando la matematica, evitando però un corso troppo tecnico come ingegneria meccanica o aerospaziale. A me piacerebbe studiare gli aspetti statistico-economici della matematica, continuando lo studio della materia in maniera abbastanza approfondita.
Gli aspetti che più mi sono piaciuti della materia sono stati quello logico (legato anche alle olimpiadi della matematica dove ho avuto qualche piccolo risultato), quelli probabilistici e poi casualmente ho avuto una fascinazione provocata dalla teoria dei giochi.
Vedendo gli sbocchi mi indirizzerò su cosa mi piace più studiare, ma non mi sento così sicuro sullo scegliere ingegneria matematica perché non conosco nessuno che ha frequentato questo corso di laurea. Mi chiedo quindi quanto un ingegnere matematico possa essere carne, pesce o hamburger alla soia. Il mio dubbio più grande è: non è che alla fine degli studi non sono né un matematico né un ingegnere?
Gli aspetti che più mi sono piaciuti della materia sono stati quello logico (legato anche alle olimpiadi della matematica dove ho avuto qualche piccolo risultato), quelli probabilistici e poi casualmente ho avuto una fascinazione provocata dalla teoria dei giochi.
Vedendo gli sbocchi mi indirizzerò su cosa mi piace più studiare, ma non mi sento così sicuro sullo scegliere ingegneria matematica perché non conosco nessuno che ha frequentato questo corso di laurea. Mi chiedo quindi quanto un ingegnere matematico possa essere carne, pesce o hamburger alla soia. Il mio dubbio più grande è: non è che alla fine degli studi non sono né un matematico né un ingegnere?
"Descartes":
Entrare in McKinsey è un'ambizione forse ben più lontana da quella che sarà la realtà.
Tra i due corsi quale è quello che conferisce un bagaglio culturale che consente di reinventarsi di adattarsi maggiormente al mercato del lavoro?
Ammettendo di fare ingegneria matematica un master in MBA si rivelerebbe necessario per lavorare in ruoli dirigenziali?
Quale è la differenza che può correre tra un laureato magistrale in ingegneria matematica con indirizzo finanziario ed un matematico specializzato in matematica finanziaria?
Quale è la peculiarità di un ingegnere matematico?
I nuovi corsi di laurea magistrale al Poli totalmente in inglese quanto possono influire sulla didattica della magistrale?
Scusate per le mie domande, ma in questo periodo sono proprio in forte dubbio.
Non pensare alla carriera, pensa a scegliere quel che ti piace, perché gli anni di Università poi non tornano indietro.
Entrare in McKinsey è un'ambizione forse ben più lontana da quella che sarà la realtà.
Tra i due corsi quale è quello che conferisce un bagaglio culturale che consente di reinventarsi di adattarsi maggiormente al mercato del lavoro?
Ammettendo di fare ingegneria matematica un master in MBA si rivelerebbe necessario per lavorare in ruoli dirigenziali?
Quale è la differenza che può correre tra un laureato magistrale in ingegneria matematica con indirizzo finanziario ed un matematico specializzato in matematica finanziaria?
Quale è la peculiarità di un ingegnere matematico?
I nuovi corsi di laurea magistrale al Poli totalmente in inglese quanto possono influire sulla didattica della magistrale?
Scusate per le mie domande, ma in questo periodo sono proprio in forte dubbio.
Tra i due corsi quale è quello che conferisce un bagaglio culturale che consente di reinventarsi di adattarsi maggiormente al mercato del lavoro?
Ammettendo di fare ingegneria matematica un master in MBA si rivelerebbe necessario per lavorare in ruoli dirigenziali?
Quale è la differenza che può correre tra un laureato magistrale in ingegneria matematica con indirizzo finanziario ed un matematico specializzato in matematica finanziaria?
Quale è la peculiarità di un ingegnere matematico?
I nuovi corsi di laurea magistrale al Poli totalmente in inglese quanto possono influire sulla didattica della magistrale?
Scusate per le mie domande, ma in questo periodo sono proprio in forte dubbio.
"Ryukushi":
Pensaci bene però: in McKinsey potresti avere periodi in cui lavori dalle 8 alle 21 tutti i giorni ed a volte anche i WE.
Pensa bene però anche allo stipendio. Se mediamente un ingegnere dopo alcuni anni di lavoro, in Italia, guadagna sui 2000/2200€ mentre nei primi guadagna dai 800 ai 1300€ lì guadagni 3 volte tanto all'inizio e molto di più se fai carriera. Resta il fatto che devi essere in grado di reggere una fortissima pressione ma non ho idea di quanta sia rispetto ad una laurea in ingegneria.
"Descartes":
@intermat nel mio immaginario di consulenza aziendale aspirerei a entrare in realtà come quella della McKinsey, dove vedo un ambiente molto competitivo nel quale è possibile fare una crescita professionaleper certi versi unica e veloce.
Osservando i piani di studio noto una maggiore attenzione nei confronti della statistica in ingegneria matematica rispetto a gestionale e così a pelle un maggior interesse nel CDL di ingegneria matematica. Il mio unico dubbio è: viste le affinità negli sbocchi professionali, il rischio di risultare meno competitivo sun ambito di un ingegnere gestionale a parità di ateneo e voto si laurea.
P.S. il mio interesse è rivolto verso il politecnico di Milano dove ho già svolto il test lo scorso anno.
Pensaci bene però: in McKinsey potresti avere periodi in cui lavori dalle 8 alle 21 tutti i giorni ed a volte anche i WE.
Non so cosa si faccia al politecnico, però ad ingegneria gestionale si fanno (almeno a Roma) dei corsi relativi alla produzione che non credo proprio vengano trattati ad ing. matematica.
Per realtà come McKinsey credo che incida relativamente se hai fatto ing. matematica o ing. gestionale. Credo conti molto il tempo di laurea, il voto e le abilità che riscontreranno al colloquio. La maggior differenza la fanno le imprese italiane medio-grandi che spesso non conoscono la figura dell'ing. matematico e quindi mettono (almeno negli annunci) come prima scelta i laureati in economia, ingegneria o scienze statistiche.
Per realtà come McKinsey credo che incida relativamente se hai fatto ing. matematica o ing. gestionale. Credo conti molto il tempo di laurea, il voto e le abilità che riscontreranno al colloquio. La maggior differenza la fanno le imprese italiane medio-grandi che spesso non conoscono la figura dell'ing. matematico e quindi mettono (almeno negli annunci) come prima scelta i laureati in economia, ingegneria o scienze statistiche.
@intermat nel mio immaginario di consulenza aziendale aspirerei a entrare in realtà come quella della McKinsey, dove vedo un ambiente molto competitivo nel quale è possibile fare una crescita professionaleper certi versi unica e veloce.
Osservando i piani di studio noto una maggiore attenzione nei confronti della statistica in ingegneria matematica rispetto a gestionale e così a pelle un maggior interesse nel CDL di ingegneria matematica. Il mio unico dubbio è: viste le affinità negli sbocchi professionali, il rischio di risultare meno competitivo sun ambito di un ingegnere gestionale a parità di ateneo e voto si laurea.
P.S. il mio interesse è rivolto verso il politecnico di Milano dove ho già svolto il test lo scorso anno.
Osservando i piani di studio noto una maggiore attenzione nei confronti della statistica in ingegneria matematica rispetto a gestionale e così a pelle un maggior interesse nel CDL di ingegneria matematica. Il mio unico dubbio è: viste le affinità negli sbocchi professionali, il rischio di risultare meno competitivo sun ambito di un ingegnere gestionale a parità di ateneo e voto si laurea.
P.S. il mio interesse è rivolto verso il politecnico di Milano dove ho già svolto il test lo scorso anno.
"Descartes":
Quello che io cerco da un corso di laurea è una preparazione matematica che mi consenta di affrontare problemi legati o al management o alla finanza. Il mio obiettivo è infatti quello di lavorare o nell'ambito della consulenza aziendale, o in ambito finanziario.
Non so come tu faccia ad essere sicuro di voler lavorare nella consulenza...però se questo è il tuo desiderio ti consiglierei di fare Ing. Gestionale. Senza fare confronti con gli altri corsi di laurea, la cosa caratteristica di gestionale è che la maggior parte dei laureati poi va a lavorare nel mondo delle consulenze quindi direi che è la scelta più adatta. Ti consiglierei però, nel caso non lo avessi fatto, di guardare anche i piani di studio, è facile cambiare idea per quanto riguarda il lavoro successivo alla laurea invece sarà più difficile cambiare percorso durante la laurea se ti dovessi accorgere che i vari argomenti non ti piacciono veramente.
Buona fortuna con la maturità...

"Descartes":
Salve a tutti,
sono nuovo del Forum e chiedo anticipatamente scusa per la ripetitività della mia domanda.
Sono un ragazzo al V anno di liceo scientifico (sotto esami per di più) e proprio adesso mi sorgono dei dubbi circa la scelta universitaria. I miei interessi sono ovviamente rivolti alla matematica, ma non disdegno anche altri ambiti quali l'economia. La mia scelta era quindi orientata verso ingegneria gestionale, ma proprio in questo periodo ho iniziato a sviluppare una certa curiosità per il corso di ingegneria matematica al politecnico di Milano.
Quello che io cerco da un corso di laurea è una preparazione matematica che mi consenta di affrontare problemi legati o al management o alla finanza. Il mio obiettivo è infatti quello di lavorare o nell'ambito della consulenza aziendale, o in ambito finanziario.
Vedo sia nel corso di studi in ingegneria matematica, che in quello di ingegneria gestionale molte affinità come l'affrontare statistica ed economia, il tutto ovviamente per quanto riguarda il politecnico di Milano. Mi chiedo quindi quali possano essere i pro di affrontare l'uno o l'altro corso di studi e, se possibile, vorrei anche conoscere le impressioni di chi frequenta l'uno o l'altro CDL.
Grazie per la vostra cortesia.
P.S. Astenersi risposte come "se hai una dignità vai a fare X e non Y".
Anch'io trovo i due corsi con molte affinità, soprattutto per gli eventuali sbocchi e il tipo di problemi trattati. Diciamo che facendo matematica probabilmente potrai anche occuparti di modellistica di tipo fisico, di fluidodinamica, di cui ovviamente un gestionale non si occupa. Avrai molte più conoscenze di matematica, anche se di Statistica (almeno qua a Torino) non ho notato un grande divario di preparazione (faccio gestionale). Diciamo che loro la vedono anche da un punto di vista teorico in modo molto più approfondito, mentre magari per certi versi noi la vediamo da un punto di vista più pratico. Loro saranno magari saranno più avanti dal punto di vista della pura modellazione matematica, mentre noi avremo anche più conoscenze accessorie legate al mondo imprenditoriale e del tessuto economico-produttivo. Dipende cosa preferisci fare. Comunque a Gestionale si fa anche moltissima ricerca operativa.