In California l'Eden dei cervelloni italiani

tecnos1
Vi propongo questo interessante articolo tratto da TuttoScienze :

http://www.lastampa.it/_settimanali/tst/PDF/4.pdf

Cosa ne pensate?

Risposte
tecnos1
Uno spunto interessante ( dell'ingegnere nucleare ) :

grazie alla mia formazione italiana ho avuto modo di apprezzare negli anni il bagaglio di conoscenza che un laureato in Italia matura sia da un punto di vista quantitativo sia qualitativo

tecnos1
Scusate, ne avevo dimenticato un pezzo!

http://www.lastampa.it/_settimanali/tst/PDF/5.pdf

irenze
a quanto ne so io, almeno per quanto riguarda la matematica la cosa è un po' più complessa.

in america si occupano di molti problemi a livello anche più avanzato. alcuni di essi sono trattati anche in europa e quindi sono "interessanti" anche per una commissione di concorso a ricercatore piuttosto che associato o ordinario. altri non hanno una controparte in europa e ci vorrà ancora tempo perché siano sdoganati e accettati anche qui.
se uno fa un phd in america (anche un buon phd, cioè un phd in un'università prestigiosa) e si mette a studiare uno dei problemi del secondo tipo, se anche torna si trova del tutto isolato. a meno di essere "er mejo fico der biconcio" difficilmente qualcuno saprà apprezzare e valorizzare il suo lavoro offrendogli un posto da professore ordinario.
molto dipende anche dalle università: ce ne sono alcune "riconosciute" in italia (se hai fatto bene il phd lì, trovi posto) e altre che rispetto all'america sono buone ma non vengono riconosciute tali qui.

diversa è la situazione dell'europa. in generale i temi di ricerca sono simili e quindi se uno fa un phd in una buona università europea dovrebbe riuscire a trovare qualcuno che lo vuole in italia (prima o poi).

Cmax1
PS per "entrature" cosa intendi? spintarelle?

Diciamo vantaggi iniziali, che potevano avere diverse origini: parentele, politica, contatti di vario genere che garantivano una migliore conoscenza ambientale o semplicemente la fortuna di aver iniziato un'attività scientifica per referenti influenti in grado di dare un aiuto ai concorsi.
Comprensibilmente, questa parte non è stata discussa con lo stesso dettaglio ...

wedge
forse è un luogo comune, ma spesso dicono che una volta andati all'estero non conviene più tornare in Italia! non solo per gli ovvi svantaggi finanziari, ma anche perchè una volta tornati, nel girone dei concorsi si finisce dietro l'ultimo che magari però ha sempre lavorato con chi bandisce il posto!

PS per "entrature" cosa intendi? spintarelle?

Cmax1
Dei miei compagni di corso, circa una decina hanno passato diversi anni negli USA per il PhD o per postdoc. Grossomodo altrettanti hanno invece intrapreso la carriera accademica in Italia. All'ultimo incontro, circa tre anni fa, ci si è divertiti a confrontare le rispettive carriere. Degli "emigrati", uno ha percorso una buona carriera che lo ha riportato in Europa, come sviluppo naturale, in una posizione di prima fascia, un altro ha avuto una buona tenure negli USA, credo paragonabile anch'essa alla prima fascia, gli altri sono rientrati in Italia ed hanno iniziato la lotteria degli incarichi a tempo determinato e dei concorsi, tutti in enti di ricerca non universitari: uno era in seconda fascia, agli altri in terza. Tra coloro che erano rimasti in Italia, nessuno era ordinario, la maggioranza era professore associato, qualcuno ricercatore non universitario di terza fascia. È vero che i dati non erano direttamente paragonabili, perchè è probabile (anche se su questo si disponeva solo di illazioni mormorate), che buona parte di coloro che sono rimasti in Italia disponessero di vari tipi di entrature, ma dal confronto non si è riusciti a definire se a suo tempo partire per gli USA fosse stata una scelta proficua per la carriera professionale. Sto ovviamente parlando di laureati oltre venti anni fa, la situazione ora potrebbe essere radicalmente diversa.

Marco831
Un ricercatore universitatio che ha un PhD ma non è un professore è un postdoc. La figura del ricercatore universitario intesa come in italia, non esiste. Un postdoc prende tra i 35 e i 55k/anno, che è poco. Il punto è che fare il postdoc è una scelta che viene fatta al fine di diventare professore ed è molto raro che la situazione perduri per più di due anni.

La scelta di diventare professore universitario è da considerarsi non come avviene in italia un sacrificio dal punto di vista economico. Un professore di successo può guadagnare parecchio, non tanto dallo stipendio che percepisce direttamente dall'università, ma dalla percentuale dei grants che ottiene che gli è assegnata come stipendio. Tra i professori che conosco personalmente, non sono rari i casi di gente che fa 300k/anno.

La figura del ricercatore non universitario è un po diversa. Un ricercatore non universitario lavora in centri di ricerca stile NRL, NASA, Sandia National Lab, Los Alamos National Lab, etc. Per entrare in questi laboratori si deve essere minimo permanent residents (bisogna avere un permesso di soggiorno) o, in molti casi, cittadini. Gli stipendi in questi casi sono comparabili con quelli dell'industria (quindi circa il doppio rispetto ad un postdoc).

tecnos1
"Marco83":
E' sostanzialmente veritiero, anche se il discorso non è da intendersi valido nella sola California, ma in generale in tutti gli Stati Uniti.


Sono daccordo.

"Marco83":
In generale quando si ottiene un titolo negli USA e si riesce anche ad ottenere un lavoro (cosa che non è così scontata, specie se parliamo di PhD), le offerte e le possibilità che si hanno rimanendo in America sono assolutamente incomparabili non solo con quelle italiane, ma con quelle di gran parte dell'Europa.


Un ricercatore universitario ( non professore ) con il PhD può guadagnare molto negli USA?

Marco831
E' sostanzialmente veritiero, anche se il discorso non è da intendersi valido nella sola California, ma in generale in tutti gli Stati Uniti.

In generale quando si ottiene un titolo negli USA e si riesce anche ad ottenere un lavoro (cosa che non è così scontata, specie se parliamo di PhD), le offerte e le possibilità che si hanno rimanendo in America sono assolutamente incomparabili non solo con quelle italiane, ma con quelle di gran parte dell'Europa.

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