Fisica oppure filosofia?

eugenioenrico
Ciao a tutti!
PREESSA: io NON voglio sembrare vanitoso o "pieno di me", se avete l'impressione che ci stia provando scusatemi :\
Sono arrivato all'ultimo anno di scientifico e ora devo scegliere che fare l'anno prossimo :)
Direi che sono strafelice della cosa perchè odio il liceo con (quasi) tutto me stesso.
Come avrete già letto dal titolo sono indeciso tra fisica e filosofia.

Da una parte, la prima mi affascina in quanto la trovo "una cosa più grande di me e dell'uomo", e il comprenderla è
fantastico. Infatti, gli argomenti che affrontiamo, li capisco bene con poco sforzo, anche meglio dei "secchioni". Io non
vado benissimo in fisica perché non la studio di solito(vi sembrerà strano, lo so, sappiate che tendo a fare il minimo indispensabile per galleggiare sul 6)... A dire il vero l'ultima verifica che ho fatto ho preso 6 solo perché non mi sono
ricordato una formula correttamente (non ho elevato al quadrato un dato :-D ) , altrimenti avrei preso 8. Il tutto senza sforzarmi troppo a casa. Il problema più grande è la matematica... Io sono sempre andato male in questa materia(ho avuto il debito in 2^ e in 4^). Il punto è che non faccio mai nulla: le lezioni le seguo una volta si e 3 no, e i compiti li copio sempre... Questo perchè la trovo poco stimolante, forse all'uni la storia cambierebbe, anche perchè mi piace l'idea della matematica complessa (forse perchè mi illudo?). Un altro punto a mio sfavore è che da piccolo uno psichiatra mi diagnosticò una disfunzione nel calcolo (nulla di debilitante, ma comunque è una roba un po' fastidiosa), ma al contempo comunicò ai miei che il test sulle matrici di raven era superiore alla media (dove la media è fatta da 0 * e i geni tipo einstein hanno 4 *, io mi piazzo in mezzo, con 2 x). Mi piace il pensiero logico astratto, mi diverte tentare di risolvere i rompicapi.

Dall'altra parte c'è filosofia. Anche qui non brillo. In terza avevamo una prof che non ci faceva fare praticamente nulla, l'anno scorso, invece avevamo un nonnetto che ci parlava di cose a caso e che quando interrogava prendevi voti totalmente a caso, ma mai sotto il 6 (avevo 9 in pagella ma io non so manco gli argomenti affrontati a momenti). Quest'anno sono arrivati i dolori. La prof ci ha fatto rifare kant e poi abbiamo continuato con hegel schopenhauer ecc. Mi sono appassionato solo ad hegel (ma non molto), kant mi sembra faccia troppi virtuosismi. In ogni caso la materia non riesce a conquistarmi perché la prof è soporifera, della serie che lotto per stare sveglio (anche a causa delle poche ore di sonno). Quello che mi piace della filosofia sono le grandi domande sull'esistenza e sull'essere, mi piace discuterne (e far capire agli altri quanto stiano sbagliando se non la pensano come me :-D ). Il problema di fondo è che io non credo di aver voglia di studiare tutti quei filosofi religiosi tipo s agostino...

Vorrei dirvi un'ultima cosa. Mi sono reso conto che io penso in modo diverso dagli altri. Utilizzo processi logici e mentali differenti dagli altri, tant'è che le persone che mi conoscono in modo superficiale mi ritengono stupido o comunque
molto "strambo". A volte mentre discuto di cose filosofiche o logiche mi capita di saltare dei passaggi, che nella mia mente
sono più che ovvi, ma per gli altri, evidentemente, no. Sono spesso perso nei meandri della mia mente, questo mi fa sembrare sconnesso. Quando "naufrago nel pensier mio", penso sia ai problemi esistenziali sia ad alcuni problemi della fisica (in particolare dell'astrofisica). Mi capita anche di far fatica a seguire i processi mentali degli altri.Questo, a detta della prof da cui sono andato a ripetizione quest'estate è una cosa che mi da problemi ora ma che all'uni mi
avvantaggerà probabilmente.

SCUSATE se mi sono dilungato troppo ma mi sembrava importante descrivere al meglio la mia situazione :)
Infine un Grazie infinite ai prodi che hanno letto tutto :)

Risposte
severo.cucci
So bene che la fisica non è fatta solo da formulette, grazie. Ed è ciò che in parte mi attira è il capire il perché sono così, vorrei capirle, non studiarle a memoria...


bene. Se ne sei convinto te.

sull'altro punto, ripeto non ho mai capito la fame dei più di credere nell'incredibile (vedi le religioni), il bisogno di affrontare lo studio dell'inaffrontabile... quanto piuttosto, data la fortuna avuta a nascere in questo periodo storico, passare la vita a fare incetta dei frutti solidi di una conoscenza, quella della civiltà umana, consolidata da qualche millennio a questa parte. Qui non si tratta di essere sottili, di vedere altre sfumature, di sensibilità.. vabè se sceglierai la seconda opzione (fisica) vedrai che apprezzerai quanto ti sto dicendo.

in ogni caso in bocca al lupo :smt023

Raam
"vict85":
[...] parlare con gli amici di cose pseudo-filosofiche non ti rende né un filosofo né una persona saggia o sensibile, ti rende solo un essere umano.


Sono d'accordo: l'uomo è un animale pensante. Se poi tu pensi o discuti di cose che reputi un po' meno comuni o più profonde, questo non ti rende filosofo, ma semplicemente ti caratterizza.

Devi tenere conto che in qualunque corso di laurea di iscrivi, per esempio in fisica, non significa che dovrai o sarai per forza e necessariamente un fisico.
Non significa neppure, in teoria, che tu non possa essere (anche) un matematico, o (anche) un filosofo, o (anche) un falegname, ecc...


Una volta facevamo un esercizio, il professore fece un disegnino e disse: << dobbiamo fare un esperimento e questo è lo schema dell'apparato sperimentale. una volta che lasciamo all'ingegnere il compito di costruirlo... [tutti a ridere] oppure lo possiamo costruire noi stessi richiamando l'ingegnere che c'è in noi. perché oltre che fisici possiamo essere anche un po' ingegneri, un po' matematici, ecc... >>

ms941
Il professore è lì per aiutarti ma il 75% del lavoro lo dovrai fare te a casa, specialmente se vuoi fare fisica.
Leggendo i tuoi post vedo solo un ragazzo molto pigro e non adatto a intraprendere un percorso così faticoso. Se hai intenzione di continuare così, ti consiglio vivamente di iscriverti a qualcosa di più tranquillo :)

eugenioenrico
"vict85":
Per il futuro sei pregato di scrivere
[quote=Pincopallino]Testo che citi.[/quote] 

Tuo commento.
invece di
[quote=Pincopallino]Testo che citi.

[b]Tuo commento.[/b]
[/quote] 
perché il risultato è decisamente più leggibile.

Ammetto che per spezzare un quote in due serve un po' più esperienza e un minimo di copia incolla.

Scusami, ma un altro forum che frequento richiede il formato da me usato..


"vict85":



Dici che non sai se la filosofia ti piace e che Hegel ti è piaciuto, ma non troppo. Hai mai preso in mano uno scritto di Hegel e lo hai letto? Intendo al di là delle tre righe che ti fatto leggere a scuola? Sinceramente, se la risposta è no e se non ti è mai neanche passato per la mente di farlo allora sappi che filosofia non fa per te. E se pensi che filosofia sia il posto per trovare risposte allora lo è ancora meno.


In effetti non ho la minima voglia, ora come ora, di leggere uno scritto di hegel o simili...

"Intermat":
[quote="Beesee"]
Secondo me dare del "nonnetto" ad un insegnante non è bello. Lo trovo di cattivo gusto perché il termine ha palesemente una accezione negativa. Se avessi voluto esprimere la tua opinione negativa su di lui lo avresti potuto fare in altri modi e con altri termini. Inoltre, per mia esperienza sia liceale sia universitaria, i docenti peggiori sono i giovani. Spesso non sono in grado di far stare attenta la classe, non hanno il polso per gestirla (soprattutto al liceo), spiegano in modo asettico ripetendo il libro e hanno dei criteri di valutazione ridicoli. Ho avuto professori al liceo che mettevano voti come 0,75 1,15 3,35 ecc perché in base a misteriosi algoritmi in grado di pesare le varie domande del compito il risultato era quello! Quindi il problema del prof. di cui parlavi non era l'età ma semplicemente l'incapacità di fare il docente. Ovviamente tutto ciò cosa c'entra con la parola "nonnetto"?
[/quote]

Il temine nonnetto non voleva essere un insulto, è semplicemente nato da una discussione che ho avuto con amici...
Siamo arrivati alla conclusione che il prof in questione era un "nonneto che viene a raccontarci delle storie", perchè in effetti era così... Basa le sue lezioni su gossip, senza aggiungere altro, nessun concetto, nessun contenuto e personalmente, mi ricorda molto mio nonno quando da piccolo mi raccontava le storie...
Non volevo neanche fare una categoria di professori nonnetti e quindi incapaci... Anzi, ho avuto sue prof gli anni scorsi giovani che assolutamente non erano capaci e al contrario, la mia prof di italiano, non propriamente giovanissima, riesce a farti piacere persino il paradiso di Dante... Probabilmente hai frainteso troppo il mio termine

Intermat
"Beesee":
Scusami ma non volevo sembrare scontroso ne tanto meno sfoggiare i miei punteggi... Era per non farmi sentir dire "prendi 3 di mate al liceo quindi non sei adatto a fisica", che è una cosa che ormai (purtroppo) mi dicono in molti e sinceramente è molto opprimente.

Questo non ti sarebbe mai stato detto. Secondo me è più grave non aver imparato un metodo di studio piuttosto che non sapere la matematica liceale. Se si ha un discreto metodo di studio quelle carenze si recuperano in pochi mesi.
"Beesee":
Perché hai definito il mio termine "triste e volgare"? Volevo semplicemente trasmettere l'idea di una persona totalmente fuori luogo, che sta in classe solo per divertire gli studenti quando sbaglia a pronunciare i termini inglesi (per farvi un esempio: la famosa frase di Martin Luther King "I have a dream" l'ha storpiata, facendola diventare "I em adrin". Fossero solo questi i problemi... Praticamente assistere alla sua lezione è come leggere il riassunto sul retro del libro, ti da un'idea generale, ma non scende nel dettaglio (anzi, a volte ti dice cose totalmente inutili ai fini dell'apprendimento. Ad esempio, per lui era FONDAMENTALE che un alunno sapesse che kant era l'orologio di Königsberg, enclave russa, perché era sempre in orario... E' una persona sicuramente di grande cultura, ma totalmente inadatta all'insegnamento, non perché le sue lezioni fossero poco appassionanti, ma perché erano inesistenti...


Secondo me dare del "nonnetto" ad un insegnante non è bello. Lo trovo di cattivo gusto perché il termine ha palesemente una accezione negativa. Se avessi voluto esprimere la tua opinione negativa su di lui lo avresti potuto fare in altri modi e con altri termini. Inoltre, per mia esperienza sia liceale sia universitaria, i docenti peggiori sono i giovani. Spesso non sono in grado di far stare attenta la classe, non hanno il polso per gestirla (soprattutto al liceo), spiegano in modo asettico ripetendo il libro e hanno dei criteri di valutazione ridicoli. Ho avuto professori al liceo che mettevano voti come 0,75 1,15 3,35 ecc perché in base a misteriosi algoritmi in grado di pesare le varie domande del compito il risultato era quello! Quindi il problema del prof. di cui parlavi non era l'età ma semplicemente l'incapacità di fare il docente. Ovviamente tutto ciò cosa c'entra con la parola "nonnetto"?
PS: una professoressa che ho avuto al liceo ci teneva che sapessimo che grado di parentela intercorresse fra Napoleone e Napoleone III. Se era nipote in senso che era il figlio di un figlio o nel senso che era figlio di un fratello o di una sorella. La cosa di per se è curiosa e sembra inutile ma ti posso dire che queste domande strane della professoressa e la sua profonda, profondissima, cultura mi hanno insegnato molte più cose degli asettici lettori di libri quali spesso sono i giovani docenti.

vict85
Per il futuro sei pregato di scrivere
[quote=Pincopallino]Testo che citi.[/quote] 

Tuo commento.
invece di
[quote=Pincopallino]Testo che citi.

[b]Tuo commento.[/b]
[/quote] 
perché il risultato è decisamente più leggibile.

Ammetto che per spezzare un quote in due serve un po' più esperienza e un minimo di copia incolla.
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Venendo al tuo commento del mio messaggio. La matematica che studi è frutto del lavoro dei matematici per migliaia di anni. Quelle formulette non sono venute dal cielo, e dimostrarne l'esattezza è un compito non sempre semplicissimo. Lo scopo di imparare a risolvere quei problemi insignificanti e noiosi è esclusivamente quello di permetterti di dedicare il tuo cervello a risolvere la parte interessante del problema invece di dedicarlo a componenti di puro calcolo. Insomma più sei bravo e allenato a risolvere le cose insignificanti più il tuo cervello può dedicarsi a cose interessanti. La stessa cosa vale per ogni attività umana. Insomma non puoi giocare a tennis se neanche sai colpire la palla. Non puoi suonare un pianoforte se non sai il suono del tasto che stai per premere. Non puoi fare gare di nuoto se sbagli il movimento delle gambe.

Ad essere un po' cattivi, la matematica è per te solo applicazione di formule solo perché tu non ti poni domande. Insomma raccogli ciò che ti viene dato dagli insegnanti e ti accontenti aspettando che le cose vengano a te. Finché non incominci a vivere attivamente la tua educazione non proverai davvero passione per ciò che studi e tutto ti sembrerà arido. Questo vale per matematica ma anche per fisica, filosofia, storia, italiano e persino per educazione fisica. Insomma interessati e le cose saranno interessanti, accontentati di essere lì e tutto sarà noioso. Questo puoi prenderlo come un fatto generale, la vita ha colore se sei tu a colorarla.

Dici che non sai se la filosofia ti piace e che Hegel ti è piaciuto, ma non troppo. Hai mai preso in mano uno scritto di Hegel e lo hai letto? Intendo al di là delle tre righe che ti fatto leggere a scuola? Sinceramente, se la risposta è no e se non ti è mai neanche passato per la mente di farlo allora sappi che filosofia non fa per te. E se pensi che filosofia sia il posto per trovare risposte allora lo è ancora meno.

Al contrario hai iniziato parlando di fisica dicendo che ti affascina. A me sembra che tu abbia deciso, solo che per qualche strana ragione non vuoi ammetterlo a te stesso. Non vedo alcuna parola di reale apprezzamento verso la filosofia. Insomma parlare con gli amici di cose pseudo-filosofiche non ti rende né un filosofo né una persona saggia o sensibile, ti rende solo un essere umano. Un fisico può tranquillamente riunirsi con i suoi amici e parlare di questioni etiche, politiche, sui fondamenti della fisica o se Dio giochi o meno a dadi. E può farlo tranquillamente con cognizione di causa.

Riguardo al lavoro, il tempo passa velocemente e non rimane così secondario a lungo. Bisogna scegliere con il cuore e il cervello, ma è sempre meglio avere un occhio anche al lavoro. E penso che la differenza in termini occupazionale sia notevole.

eugenioenrico
"Intermat":
Il test di Raven conta fino ad un certo punto, io ho fatto 57/60 (ovvero sono nel 95° percentile) ma non vuol dire nulla, non è che sei sei un genio. Semplicemente se fai un buon punteggio dovresti avere una intelligenza non verbale buona. Niente che però ti renda più adatto a fare fisica di un'altro che magari ha fatto 50/60 allo stesso test!

Scusami ma non volevo sembrare scontroso ne tanto meno sfoggiare i miei punteggi... Era per non farmi sentir dire "prendi 3 di mate al liceo quindi non sei adatto a fisica", che è una cosa che ormai (purtroppo) mi dicono in molti e sinceramente è molto opprimente.

Sai quanti "nonnetti" (come li definisci tu in modo triste e volgare!) troverai all'università che non sanno spiegare o che non risultano essere interessanti nelle loro spiegazioni. E cosa farai? Non studierai perché non ti hanno fatto appassionare alla materia?

Perché hai definito il mio termine "triste e volgare"? Volevo semplicemente trasmettere l'idea di una persona totalmente fuori luogo, che sta in classe solo per divertire gli studenti quando sbaglia a pronunciare i termini inglesi (per farvi un esempio: la famosa frase di Martin Luther King "I have a dream" l'ha storpiata, facendola diventare "I em adrin". Fossero solo questi i problemi... Praticamente assistere alla sua lezione è come leggere il riassunto sul retro del libro, ti da un'idea generale, ma non scende nel dettaglio (anzi, a volte ti dice cose totalmente inutili ai fini dell'apprendimento. Ad esempio, per lui era FONDAMENTALE che un alunno sapesse che kant era l'orologio di Königsberg, enclave russa, perché era sempre in orario... E' una persona sicuramente di grande cultura, ma totalmente inadatta all'insegnamento, non perché le sue lezioni fossero poco appassionanti, ma perché erano inesistenti...


eugenioenrico
"vict85":
Fisica. Ci sono almeno tre ragioni per cui lo dico con sicurezza (in genere sono meno categorico in queste discussioni):
1) opportunità di lavoro; ----> come già detto a Raam, il lavoro è """"secondario""""
2) non mi sembra che a te piaccia davvero filosofia; ----> E' quello che sto cercando di capire infatti :\
3) anche la fisica ti fa comprendere il mondo e ti permette di partecipare attivamente e consapevolmente a varie questioni politico-sociale di una certa importanza. ---->Il problema è che la fisica risponde e si pone domande che la filosofia non può trattare, ma al contempo la filosofia prova a rispondere dove la fisica finisce.

Detto questo, il problema di matematica non è trascurabile. E ancora di più quello della scarsa costanza nello studio.

Il mio problema con la matematica, al momento, è che mi da l'illusione di essere un'arida applicazione di formule e procedimenti.



eugenioenrico
"Raam":
Ciao.


La matematica in fisica è FONDAMENTALE, è anche abbastanza figa, ma anche abbastanza pallosa se non piace.

Me ne rendo perfettamente conto che è fondamentale. La mia premura sarebbe solo trasformarla in qualcosa che va al di là di fare gli esercizi giusti perché si riesce a seguire un procedimento

Filosofia? non so gli sbocchi lavorativi per tale settore, ma credo che fisica ne offra di più e forse più interessanti.

Io andrei all'università per conoscere, non per lavorare. Poi ovviamente sarebbe gradito (se non necessario) farlo nel campo in cui ci si è laureati... Volessi lavorare andrei a fare qualcosa come economia, ma sinceramente sento di aver bisogno del "sapere per il sapere".

eugenioenrico
"Ivan55":


Avrei apprezzato molto più, al liceo, lo studio del pensiero filosofico in sè. Avvalorato dal parere di qualche filosofo.

Sono d'accordo su questa affermazione

Aggiungo che è un qualcosa che comunque non mi piace.. le questioni tirate in ballo hanno troppe variabili in gioco per poterci dire qualcosa che non sia una mera opinione personale (condizionata). Ci si muove con un modus cogitandi che ha parvenze di razionalità, ma che in realtà cerca di nascondere, mal celare l'immensa aleatorietà che affligge intrinsecamente le questioni che vuole affrontare (non solo per quanto riguarda la metasifica, l'ontologia.. ma mi riferisco anche alla filosofia che affronta questioni terrene), tant'è che non se ne cava mai un ragno dal buco, un qualcosa che stia in piedi se non in base a condizioni fissate a monte dallo stesso filosofo..

Qui , invece, mi trovi in disaccordo: la caratteristica della filosofia è proprio il fatto di poter spiegare le cose che nessuna scienza potrà mai capire. Mi riferisco al perché intrinseco delle cose... Il bello della filosofia, secondo me, è la sua capacità di porsi domande inutili, ma che al contempo stanno nel nostro essere. Probabilmente non rendo l'idea.

passiamo alla fisica. qui c'è un metodo solido sotto, che è universalmente riconosciuto come valido. Quelle che si chiamano formulette sono relazioni matematiche che spiegano tutto ciò che c'è di razionale che ci circonda. Dall'ingegnere che ha dimensionato in un certo modo la grandezza del pilastro per risparmiare soldi sui tondini e perchè comunque regge la trave, al fisico che con gli sviluppi in autofunzioni sa prevedere (ad oggi 2015) noti fenomeni particellari (l'esempio fa schifo lo so) e che fa ricerca per capirne qualcosa in più sulle regole di quel gioco razionale a cui l'universo sta giocando, e che noi osserviamo da un angolo avendone compreso (probabilmente compreso) solo alcune regole.

So bene che la fisica non è fatta solo da formulette, grazie. Ed è ciò che in parte mi attira è il capire il perché sono così, vorrei capirle, non studiarle a memoria...

Intermat
Secondo me, se non cambi approccio allo studio, puoi anche andare a lavorare senza perdere altro tempo.
Senza un metodo di studio (che il liceo ti avrebbe dovuto insegnare e che all'università avresti rivisto e affinato) non vai da nessuna parte. Il test di Raven conta fino ad un certo punto, io ho fatto 57/60 (ovvero sono nel 95° percentile) ma non vuol dire nulla, non è che sei sei un genio. Semplicemente se fai un buon punteggio dovresti avere una intelligenza non verbale buona. Niente che però ti renda più adatto a fare fisica di un'altro che magari ha fatto 50/60 allo stesso test!
Io ti consiglio solo di cambiare atteggiamento, con questo metodo di studio non andrai da nessuna parte, né a fisica né a filosofia. Scegli quella che più ti piace, ma cambia approccio allo studio! Sai quanti "nonnetti" (come li definisci tu in modo triste e volgare!) troverai all'università che non sanno spiegare o che non risultano essere interessanti nelle loro spiegazioni. E cosa farai? Non studierai perché non ti hanno fatto appassionare alla materia?

vict85
Fisica. Ci sono almeno tre ragioni per cui lo dico con sicurezza (in genere sono meno categorico in queste discussioni):
1) opportunità di lavoro;
2) non mi sembra che a te piaccia davvero filosofia;
3) anche la fisica ti fa comprendere il mondo e ti permette di partecipare attivamente e consapevolmente a varie questioni politico-sociale di una certa importanza.

Detto questo, il problema di matematica non è trascurabile. E ancora di più quello della scarsa costanza nello studio. Pertanto dovresti correre ai ripari e prenderti un libro per prepararti all'università (tipo questo[nota]Gli utenti del forum che lo hanno usato dicono di essersi trovati bene, io non ne ho usati.[/nota]). Se inizi prima della maturità magari riesci a migliorare anche il voto di uscita :wink: .

La fisica universitaria è diversa da quella del liceo (è quasi come equiparare l'Ulisse di Joyce con l'edizione tascabile della penguin per bambini[nota]È per dire, non so se ne esista una.[/nota]) e anche la matematica seppur la matematica del liceo, analisi matematica a parte, sia data per scontata. Fisica invece viene rifatta da zero: a parte la capacità di fare gli esercizi, puoi tranquillamente resettare il cervello e dimenticarti tutta la fisica del liceo. Per certi versi più pensi di averla capita e peggio è.


Comunque non mi sei sembrato vanitoso. :roll:

Raam
Ciao.


Ti rispondo di fretta.

non mi sono ricordato una formula correttamente

fisica all'università, per lo meno come la faccio io, ma penso che sia così da tutte le parti, puoi portarti gli appunti durante gli esami.
Non si impara nulla a memoria, le "formule" non cadono dal cielo, ma ogni cosa che si usa viene spiegata e quando possibile dimostrata (quasi sempre).
[[Dico quando possibile perché, per lo meno da me, il prof ci spiegava ad esempio che per il lavoro bisogna calcolare "l'integrale di linea", ma volutamente ce lo spiegava in maniera solo intuitiva.
Da un lato ci introduceva che cos'era e a cosa poteva servire, dall'altro lato non avevamo il background teorico necessario per definirlo rigorosamente perciò era uno strumento come un altro da usare in fisica. La stessa cosa per le equazioni differenziali.]]
La cultura fisica si termina di farla finalmente al quinto anno, con la laurea. Ma con questo intendo che si termina una prima fase che è più che altro preparatoria per continuare eventualmente gli studi.
La cultura fisica non termina mai, in altre parole, arrivi a far fisica con alcune domande; ad alcune riesci a rispondere, ad altre no (perché neanche i professori ti sanno dire). Ma, cosa più importante, inizierai a portene tante, tante altre.
Alla fine, quando non ci saremo più, lasceremo sempre dei "conti in sospeso" ai quali penseranno gli altri dopo di noi.
Steve Jobs disse: "noi vecchi veniamo spazzati via per fare spazzio ai giovani o qualcosa" del genere.


La matematica in fisica è FONDAMENTALE, è anche abbastanza figa, ma anche abbastanza pallosa se non piace.

Filosofia? non so gli sbocchi lavorativi per tale settore, ma credo che fisica ne offra di più e forse più interessanti. Alla fine, ricorda che anche la fisica è nata come filosofia: "filosofia naturale", questo era il suo nome, e il titolo del Principia di Newton è proprio "principi matematici della filosofia naturale". Ogni volta che ci penso mi viene da piangere perché questo titolo contiene "matematica", "filosofia" e "natura". e, sai meglio di me, io non ho fatto filosofia, si parte sempre da dei principi (i postulati o assiomi).
E' tutto quanto splendidamente collegato.


Accidenti, non prendere troppo sul serio quello che scrivo; ho scritto un pugno di stronzàte, che sicuramente nenache ti servivano. Fa niente. Io sono solo al primo anno, qualcun altro saprà dirti di più quindi.



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dal tuo messaggio traspare un mix di ardore giovanile tipico di fine liceo, [...]


Posso confermare che, almeno per quanto riguarda me, il morale, l'entusiasmo, ecc... sono tutti molto calati subito dopo un paio di mesi che ho iniziato.

severo.cucci
ti propongo la mia opinione (di uno che il sabato pomeriggio commenta sui forum online)

dal tuo messaggio traspare un mix di ardore giovanile tipico di fine liceo, scarsa motivazione che potrebbe crearti parecchi problemi nel cammino universitario (che esige metodo), e anche un filo di presunzione non legata all'ardore di cui ti parlavo..

la fisica senza matematica è filosofia. ragiona su questa frase.

io personalmente non ho mai apprezzato l'approccio allo studio di quella branca (dello scibile?) che va sotto il nome di filosofia. Che mi frega del pensiero di singoli individui, dal pensiero profondo e intellettualmente calzante dei filosofi, ma pur sempre un pensiero sporco, spesso viziato dalle peculiarità dello stesso individuo pensante, che ovviamente come è giusto che sia poteva essere un credente, un liberale, un villano.. un pensiero prodotto individualmente non potrà mai essere privo di condizionamenti.
Avrei apprezzato molto più, al liceo, lo studio del pensiero filosofico in sè. Avvalorato dal parere di qualche filosofo.

Aggiungo che è un qualcosa che comunque non mi piace.. le questioni tirate in ballo hanno troppe variabili in gioco per poterci dire qualcosa che non sia una mera opinione personale (condizionata). Ci si muove con un modus cogitandi che ha parvenze di razionalità, ma che in realtà cerca di nascondere, mal celare l'immensa aleatorietà che affligge intrinsecamente le questioni che vuole affrontare (non solo per quanto riguarda la metasifica, l'ontologia.. ma mi riferisco anche alla filosofia che affronta questioni terrene), tant'è che non se ne cava mai un ragno dal buco, un qualcosa che stia in piedi se non in base a condizioni fissate a monte dallo stesso filosofo..

passiamo alla fisica. qui c'è un metodo solido sotto, che è universalmente riconosciuto come valido. Quelle che si chiamano formulette sono relazioni matematiche che spiegano tutto ciò che c'è di razionale che ci circonda. Dall'ingegnere che ha dimensionato in un certo modo la grandezza del pilastro per risparmiare soldi sui tondini e perchè comunque regge la trave, al fisico che con gli sviluppi in autofunzioni sa prevedere (ad oggi 2015) noti fenomeni particellari (l'esempio fa schifo lo so) e che fa ricerca per capirne qualcosa in più sulle regole di quel gioco razionale a cui l'universo sta giocando, e che noi osserviamo da un angolo avendone compreso (probabilmente compreso) solo alcune regole.

a parte queste belle parole che ho voluto condividere con te, ti dico anche che ci sono le cosiddette varianti in corso d'opera.. e, sempre a mio parere, dal tuo messaggio traspare ancora molta confusione su quello che vuoi veramente.

spero di non averti confuso mostrandoti semplicemente la pluralità di aspetti da considerare.

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