Facoltà di scienze tecnologiche

tecnos1
Sarà attivata a Bolzano una nuova facoltà denominata scienze tecnologiche e naturali :

http://www.ansa.it/specialeuniversita/n ... 34803.html

Risposte
tecnos1
"Marco83":
Nel mio intervento non cercavo le cause di questa proliferazione;


Ma secondo te quali sono?

tecnos1
"Marco83":
Nel mio intervento non cercavo le cause di questa proliferazione; volevo solo metterne in luce gli effetti.


Certo io ho citato quelle che secondo me sono le cause perchè di recente ho dovuto visitare parecchi siti di politecnici europei e mi ha subito colpito la profonda e radicata differenza in termini di offerta formativa rispetto alle università politecniche italiane.


"Marco83":
Tornano per un secondo al mio primo intervento, voglio precisare che io non voglio cancellare tutte le facoltà elencate; ritengo semplicemente che sarebbe più sensato accorparle.
Come dici tu, ambiente e territorio e ambientale sono sostanzialmente la stessa cosa, allora a cosa serve avere 2 lauree diverse. Stesso discorso per meccanica ed energetica, elettronica e telecomunicazioni, gestionale e della produzione industriale.
Tu mi citi l'ENI e mi dici che loro sanno bene cosa vogliono... e ci mancherebbe! Il solo reparto risorse umane dell'ENI è grande più del 60% delle aziende italiane (tu sai bene che il tessuto industriale italiano è composto da aziende artigianali, piccole o medio-piccole). Il problema è per tutte le altre aziende i cui "human resources guys" sono gli stessi dirigenti, che hanno altre 10000 cose più importanti da fare che fare distinzione tra gestionale e della produzione industriale o meccanica ed energetica.
Io continuo a sostenere un modello formato da un nucleo di corsi che definiscono la figura dell'ingegnere meccanico piuttosto che elettronico piuttosto che civile e una gamma di corsi a scelta che gli permettono di specializzarsi.


Certo, sono daccordo con te sull'inutilità dei vari nomi per evidenziare differenze molte volte insignificanti. In effetti, con la nascita del NO c'è stata una proliferazione di nuovi corsi che hanno creato parecchia confusione, inoltre c'è piena libertà nel dare nomi nuovi e questo non migliora la situazione. In questo senso credo che la classificazione dei corsi in stile VO possa andare più che bene, in pratica quella del MIT con la differenza che ingegneria dell'ambiente è staccata da civile.
Il vero problema di questo corso è che la maggior parte delle lauree in ambiente sono in realtà di ingegneria civile con qualche corso di ecologia o poco di più, mentre dovrebbero essere dei 3+2 altamente interdisciplinari e trattare problemi che riguardano l'atmosfera ( cambiamenti climatici, idrologia, fisica dell'atmosfera, inquinamento...), la gestione e il disinquinamento delle risorse idriche, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti, il dissesto idrogeologico..e questo tipo di percorso lo vedo applicato soltanto al polito/polimi,a Genova e in un paio di altre università. ( restando in Italia )!

Il resto dei corsi nel settore civile, come edile, edile/architettura è un discorso a parte..

Marco831
Nel mio intervento non cercavo le cause di questa proliferazione; volevo solo metterne in luce gli effetti.

Tornano per un secondo al mio primo intervento, voglio precisare che io non voglio cancellare tutte le facoltà elencate; ritengo semplicemente che sarebbe più sensato accorparle.

Come dici tu, ambiente e territorio e ambientale sono sostanzialmente la stessa cosa, allora a cosa serve avere 2 lauree diverse. Stesso discorso per meccanica ed energetica, elettronica e telecomunicazioni, gestionale e della produzione industriale.

Tu mi citi l'ENI e mi dici che loro sanno bene cosa vogliono... e ci mancherebbe! Il solo reparto risorse umane dell'ENI è grande più del 60% delle aziende italiane (tu sai bene che il tessuto industriale italiano è composto da aziende artigianali, piccole o medio-piccole). Il problema è per tutte le altre aziende i cui "human resources guys" sono gli stessi dirigenti, che hanno altre 10000 cose più importanti da fare che fare distinzione tra gestionale e della produzione industriale o meccanica ed energetica.

Io continuo a sostenere un modello formato da un nucleo di corsi che definiscono la figura dell'ingegnere meccanico piuttosto che elettronico piuttosto che civile e una gamma di corsi a scelta che gli permettono di specializzarsi.

tecnos1
"Marco83":
io non voglio eliminare la possibilità di uno studente di studiarsi quello che gli pare ma credo che abbia molto più senso farlo al'interno di un percorso con una storia più forte, con basi più solide e con relazioni con l'industria meno esclusive.

Prendiamo come esempio l'università di ingegneria più famosa del mondo: MIT. Questi sono i corsi di ingegneria attivati:

Aeronautics and Astronautics
Biological Engineering
Chemical Engineering
Civil and Environmental Engineering
Electrical Engineering and Computer Science
Engineering Systems Division
Mechanical Engineering
Nuclear Science and Engineering
Ocean Engineering

Mi sembrano tutti corsi abbastanza tradizionali ( a parte che biotecnologie la chiamano biological engineering, gestionale la chiamano system engineering(ma qui è pratica comune) e navale è ocean engineering).

Non mi pare che nessuno si sia mai sognato di dire che l'MIT è troppo conservatore nelle sue strategie...



Hai perfettamente ragione,il MIT è di certo fra i più famosi politecnici del mondo se non il più famoso. Ed è vero che propone un elenco di corsi piuttosto tradizionale..
Il punto è che c'è una grande discrepanza formativa fra l'Italia e il resto d'Europa ( non solo ) e non mi riferisco soltanto alla qualità dei corsi. Se guardi i migliori politecnici : francesi, svizzeri , tedeschi , del nord Europa noterai che sono divisi in scuole e benchè la protagonista dei "poli" sia ingegneria vengono offerti dei corsi di laurea di base ( matematica, fisica, chimica, biologia, informatica e in alcuni casi geologia ). Si fa molta ricerca, anche interdisciplinare con protagonisti i vari dipartimenti appartenenti ad un'unica "università politecnica".
La situazione italiana è molto diversa, a Milano e a Torino vi sono dipartimenti di chimica, fisica, informatica e matematica che non vengono sfruttati. Solo al polito c'è un corso di scienze, per la precisione di matematica, ma è tutto qui. Il resto è a mio avviso un compromesso, determinato dal poco coraggio di cambiare ed allinearsi alle migliori nazioni europee ( e da qui nascono corsi "ibridi" scienza-ingegneria ).

mircoFN1
"tecnos":

...... la frase "sapevo che avresti abboccato" non voleva essere ...... provocatoria ........


Accetto ben volentieri questo genere di provocazioni

ciao

tecnos1
"mirco59":
Scusa ma mi costringi a insistere: coda di paglia?

1) Non ho mai criticato il tuo cdl
2) non ho mai criticato la tua preparazione, non ho nemmeno mai detto che decanti le lodi dei tuoi studi
3) di ambiente e territorio hai parlato in moltissimi topics (basta scorrere i tuoi messaggi e contare)
4) l'ENI non è un'azienda qualunque e si occupa di moltissime cose per cui ha bisogno di competenze molto varie
5) una rondine non fa primavera, le altre aziende sono in seria difficoltà con l'offerta formativa.
6) a me risulta che un buon ingegnere non ha problemi per trovare lavoro e quindi l'offerta che hai ricevuto (per fortuna) non è una eccezione
7) corso 'virus'????
8) I primi del corso trovano lavoro qualsiasi cosa facciano (anche ingegneria della dinamica del moto delle formiche in presenza di luna nuova a Toronto) perchè sono assunti in base alle loro capacità e alle competenza di base (noi dei dettagli). Il problema è per tutti gli altri!

ciao


1) Non ti ho mai accusato di averlo fatto
2) Come nel punto 1
3) Vero, però molto spesso alla domanda " e tu cosa fai? "
4) Giustissimo, però, almeno l'anno scorso, l'ingegnere ambientale era il più richiesto in azienda.
5) Facciamo un 50%..
7) Non era riferita a te Mirco...

Anche se un po' in ritardo trovo giusto dirtelo : la frase "sapevo che avresti abboccato" non voleva essere offensiva o provocatoria, ma sapendo che non vedi di buon occhio alcuni nuovi corsi universitari...figurati le facoltà..
Comunque mi sembra improbabile che il caso di Bolzano sia ripetibile altrove e sull'inutilità di questa nuova facoltà sono completamente daccordo.

mircoFN1
Scusa ma mi costringi a insistere: coda di paglia?

1) Non ho mai criticato il tuo cdl
2) non ho mai criticato la tua preparazione, non ho nemmeno mai detto che decanti le lodi dei tuoi studi
3) di ambiente e territorio hai parlato in moltissimi topics (basta scorrere i tuoi messaggi e contare)
4) l'ENI non è un'azienda qualunque e si occupa di moltissime cose per cui ha bisogno di competenze molto varie
5) una rondine non fa primavera, le altre aziende sono in seria difficoltà con l'offerta formativa.
6) a me risulta che un buon ingegnere non ha problemi per trovare lavoro e quindi l'offerta che hai ricevuto (per fortuna) non è una eccezione
7) corso 'virus'????
8) I primi del corso trovano lavoro qualsiasi cosa facciano (anche ingegneria della dinamica del moto delle formiche in presenza di luna nuova a Toronto) perchè sono assunti in base alle loro capacità e alle competenza di base (noi dei dettagli). Il problema è per tutti gli altri!

ciao

tecnos1
Ah, dimenticavo, se ci riesci e ne hai voglia prova ad elencarmi i discorsi nei quali ho ritenuto che il corso di ingegneria dell'ambiente sia il migliore...
E' innegabile che ho parlato del mio corso in più interventi ma il più delle volte è entrato in gioco per esprimere una semplice opinione.
Ti da fastidio?

tecnos1
"mirco59":

Se posso però, niente di personale ovviamente, ma perchè da qualunque punto si parta finisci sempre a parlare di Genova e di Ambiente e Territorio vs tutti? Coda di paglia?



Prima di dire falsità pensiamoci bene...
Nel caso specifico mi sembra evidente e se leggi bene il messaggio di marco83 lo capirai..se voui ti aiuto..è saltato fuori il discorso delle differenze fra ingegneria dell'ambiente e ingegneria per l'ambiente e il territorio. Visto che frequento una delle due ho descritto la mia esperienza nella prima facoltà di ingegneria in Italia e nel miglior dipartimento di ingegneria civile e ambientale d'Italia!

In tutta sincerità questo grave disorientamento delle aziende non c'è e ti posso assicurarre che sanno ciò che vogliono. Non so se ti è mai capitato un'offerta di lavoro all'ENI come ingegnere, a 15 giorni dalla laurea. A me si! Beh, pur frequentando un corso virus :shock: non è poi male..
E le statistiche dimostrano che in termini occupazionali le differenze fra le diverse ingegneria dello stesso settore sono minime.

mircoFN1
Caro Tecnos

mi fa piacere che talvolta, su qualche aspetto, conveniamo!

Se posso però, niente di personale ovviamente, ma perchè da qualunque punto si parta finisci sempre a parlare di Genova e di Ambiente e Territorio vs tutti? Coda di paglia?

Comunque, per il resto, ricordiamo un altro aspetto della frammentazione universitaria: non solo gli studenti sono disorientati ma (e questo è in certa misura anche peggio) le aziende e il mondo del lavoro lo sono. Non si riconoscono più in molti casi le competenze di base che erano scontate prima e questo uniforma (verso il basso) un po' tutti in 'laureati indistinti'.
Ho dubbi fondati che, al di là dell'Accademia (o meglio di suoi ambiti molto specifici), ci sia chi sa veramente distinguere tra le varie figure che citi nel tuo intervento.... sempre che di figure professionali si tratti!
E, ti assicuro, questa ambiguità non giova alla specializzazione, anzi!

Per fare un paragone prosaico, mi sembra una situazione simile a quella delle tariffe telefoniche: ce ne sono mille di tutti i tipi, sono proposte nell'interesse del singolo per adattarsi meglio alle sue esigenze, ma l'impressione è che, nel complesso, siano una fregatura per tutti!


ciao

tecnos1
Si mirco in un certo senso non posso darti torto ma bisogna ammettere che i tempi cambiano e con essi le professionalità. E' da 20 anni oramai che esiste ingegneria ambientale ed è tutt'altro che iperspecializzante, in quanto affronti materie che vanno dalla chimica alla meccanica strutturale e i dati occupazionali sono buoni.

Diciamo che per il discorso energetica sono daccordo con voi e se vogliamo anche per telecomunicazioni, anche se in questo caso mi piacerebbe avere un parere di chi frequenta il corso.
Però non serve discutere su 2 corsi con denominazioni praticamente uguali come ingegneria dell'ambiente e per l'ambiente e il territorio.
Le differenze sono pochissime e sono determinate dall'impostazione impartita dall'ateneo.
Diverso è il discorso con ingegneria civile.

Per quanto riguarda ingegneria fisica , ma a questo punto anche tutte le alte novità nate da pochi anni come ingegneria matematica, IMS, scienze dell'ingegneria non la penso come voi ma ovviamente sono pareri assolutamente personali.
Ne ho parlato anche con aluni docenti della mia facoltà in passato, e c'è che è a favore e chi è contro.
Inoltre molte università famose nel mondo hanno fatto scelte molto diverse in merito..

mircoFN1
Scusate, ma io credo che non vi siate capiti perchè avete una visione molto diversa del tipo di insegmanento che deve essere impartito in una facoltà tecnica o scientifica e si tratta di una differenza molto forte.

Se posso riabidire la mia posizione, io concordo con Marco83, non credo che l'estrema specializzazione prefigurata (ma più spesso millantata) dalle varie facoltà sia utile e opportuna. E, per Tecnos, questo non centra nulla con l'ordinamento degli studi, varrebbe sia con il 5 che con il 3+2. Diciamo che il rimescolamento favorito dalla riforma ha indirettamente permesso che questo fenomeno esplodesse e assumesse adesso proporzioni inaccettabili.

ciao a tutti

tecnos1
In un certo senso non ci siamo capiti perchè tu consideri la triennale mentre io mi riferivo al percorso 3+2.


Per le ingegnerie ambientali le differenze della struttura del corso, anche triennale, è quella che ti ho esposto in precedenza e considero molto positivo il fatto di essere libero da orientamenti che ti porti dietro per 3-4 anni. Di sicuro hai una maggiore interdisciplinarità e non fa male, inoltre i corsi non devi sceglierli fra un lista di 100 moduli di tutta la facoltà di ingegneria..
Per le singole materie ti posso dire che ad ambiente puoi anche seguire corsi strettamente legati alla ricerca svolta nell'ateneo e alcuni di questi riguardano l'impatto del cambiamento climatico sull'ambiente, l'atmosfera, l'oceanografia, l'idrometeorologia...altri invece sono di stampo chimico, informatico, idraulico, cartografico e comunque su materie consolidate, ma non è cosi' solo a Genova.
A questo punto ti sembra sensato confrontare le due?
Mi sembra che la differenza sia più marcata fra ingegneria energetica e meccanica, oppure fra ingegneria elettronica e ingegneria delle telecomunicazioni, non credi?!
A questo punto devo proprio dirtelo, visto che non ci capiamo o non ci vogliamo capire : se volevi confronatre un corso tradizionale con uno dei nuovi "virus" era sicuramente più appropriato farlo con ingegneria civile e ingegneria ambientale!!!!

Marco831
Allora mi sa che non ci capiamo o non mi vuoi capire.

Tu mi scrivi "dubito che in 5 anni le differenze si possano limitare a 4 corsi" mentre io ti sto parlando chiaramente "Parlando di lauree triennali" di lauree triennali.

Tu mi illustri le differenze tra ingegneria ambientale e dell'ambiente e il territorio dicendo che una non ha orientamenti ma lascia libertà di scegliere i corsi mentre l'atra ha orientamenti fissi. Quale sostanziale differenza esiste tra lasciarti scegliere i corsi e preparare orientamenti in cui i corsi sono gia scelti in modo coerente? Non molta a mio avviso ed è per questo che dico che le due lauree in soldoni sono sostanzialmente equipollenti (non mi tirare fuori il conteggio dei crediti, ti prego!).

Mi dici che a elettronica non si affrontano certi esami. E' per questo che invoco la flessibilità di curriculum. Per me ha molto più senso un ingegnere elettronico ad indirizzo semiconduttori o un ingegnere nucleare ad indirizzo plasmi che un ingegnere fisico.

Mi hai citato due università di fama. Potrei citartene altrettante ma sarebbe una gara a chi ne cerca di più a cui non mi sento di partecipare.

Come dicono dalle mie parti, cent co cent crap, cent cu dusent chap (se non capisci il brianzolo, significa sostanzialmente che ognuno vede le cose a suo modo).

Cheers

tecnos1
Beh, ti ho esposto molto velocemente le differenze fra un ingegnere dell'ambiente e un ingegnere dell'ambiente e del territorio, e ti assicuro che ciò che ho scritto non è basato su volantini promozionali ma sulla mia esperienza e su quella di parecchi compagni di corso! Oltre alla normativa riferita agli esami di stato e relative professioni.

Per quanto riguarda ingegneria delle telecomunicazioni dubito che in 5 anni le differenze si possano limitare a 4 corsi, inoltre tutto questo svantaggio occupazionale in realtà non emerge dalle statistiche ISTAT, anzi, tlelecomunicazioni è di pochissimo davanti ad elettronica.
Comunque, almeno a Genova, sia elettronica che telecomunicazioni non attirano molti clienti...

Inoltre non credo che gli aspiranti ingegneri elettronici frequentino corsi di meccanica quantistica, fisica dello stato solido, dei plasmi, nucleare,superconduttività...detto questo riconosco che i corsi "nuovi" sono orientati alla ricerca ed è pur vero che in Italia se ne fa poca...

Tu citi il Mit, che è una grande facoltà di ingegneria, però ci sono altre scuole di ingegneria americane che propongono corsi meno tradizionali, oltre a quelli "classici", per non parlare di alcune importanti università francesi, svizzere e del nord europa :

http://www.eas.caltech.edu/index.html
http://www.coe.berkeley.edu/engsci/

Marco831
Tecnos, sinceramente questi discorsi mi sembano ricalcati dai volantini promozionali. Parlando di lauree triennali, dimmi quale mostruosa differenza c'è tra un ingegnere elettronico e uno delle telecomunicazioni? 3 o 4 corsi diversi!

Qual'è la contropartita pagata dall'ingegnere delle telecomunicazioni? Che se non trova lavoro esattamente nel settore delle telecomunicazioni è finito! Chi è che assume un ingegnere delle telecomunicazioni per risolvere problemi di elettronica industriale? Nessuno, e non perchè non ne sia in grado ma perchè chi è nel mondo del lavoro non ha idea del fatto che i corsi di elettronica e telecomunicazioni siano simili; pensa semplicemente che uno che ha fatto telecomunicazioni sappia fare solo quello (e la colpa è del nome, non di chi ti deve assumere!) mentre un ingegnere elettronico sa fare un po di tutto.
Idem per meccanica ed energetica, o per gestionale e della produzione industriale, o peggio ancora fisica! Cosa evoca la parola fisica alle orecchie di un dirigente d'azienda? TEORIA! Da che mondo e mondo quello che si fa in ingegneria fisica s'è sempre fatto ad elettronica, solo che adesso se scegli ingegneria fisica ti becchi gli stessi svantaggi che elencavo per telecomunicazioni.

io non voglio eliminare la possibilità di uno studente di studiarsi quello che gli pare ma credo che abbia molto più senso farlo al'interno di un percorso con una storia più forte, con basi più solide e con relazioni con l'industria meno esclusive.

Prendiamo come esempio l'università di ingegneria più famosa del mondo: MIT. Questi sono i corsi di ingegneria attivati:

Aeronautics and Astronautics
Biological Engineering
Chemical Engineering
Civil and Environmental Engineering
Electrical Engineering and Computer Science
Engineering Systems Division
Mechanical Engineering
Nuclear Science and Engineering
Ocean Engineering

Mi sembrano tutti corsi abbastanza tradizionali ( a parte che biotecnologie la chiamano biological engineering, gestionale la chiamano system engineering(ma qui è pratica comune) e navale è ocean engineering).

Non mi pare che nessuno si sia mai sognato di dire che l'MIT è troppo conservatore nelle sue strategie...

tecnos1
Non sono proprio daccordo sull'eliminare i corsi che hai elencato, perchè hanno una valida preparazione di base , come matematica, automatica, fisica...e a parte energetica non mi sembrano eccessivamente settorializzati.

Per quanto riguarda la differenza fra ingegneria dell'ambiente ( c'è solo in una facoltà in Italia! ) e ingegneria per l'ambiente e il territorio ( molto diffusa ) bisogna precisare che la prima è priva di orientamenti e offre ampio spazio all'interdisciplinarità, mentre la seconda è solitamente composta da più orientamenti a partire dal secondo o terzo anno della laurea triennale e in genere si dividono in idraulica e geotecnica ambientale, ingegneria sanitaria e monitoraggio ambientale. Poi ci sono eccezioni come il corso di Milano nel quale segui un'orientamento ma puoi scegliere parecchi crediti nelle altre branche di ingegneria e in corsi di matematica/fisica.
Ma bisogna ammettere che molti esami sono in comune fra i corsi. Inoltre ( e parlo di entrambi i corsi "ambientali" ) non mi sembrano affatto super specializzati, tanto è vero che è l'unica classe di ingegneria magistrale ( parlo della classe di laurea n° 38/S: INGEGNERIA PER L'AMBIENTE E IL TERRITORIO ) che permette di sostenere l'esame di stato da ingegnere, architetto e dottore agronomo.
Discorso occupazionale : per esperienza diretta posso dirti che in possesso di una laurea, anche triennale, puoi inserirti nell'industria chimica, delle materie prime, nel settore della sicurezza e ambiente, nell'energetica come responsabile ambientale nelle centrali termoelettriche, negli studi di ingegneria civile che si occupano di infrastrutture e costruzioni ma anche VIA, VAS. Inoltre al contrario della maggior parte delle lauree in ingegneria puoi inserirti nella pubblica amministazione ( comune, regione, provincia..ma anche protezione civile e vigili del fuoco). Certamente non bisogna escludere la libera professione e la ricerca ( con laurea magistrale ).
Prima di giudicare bisognerebbe conoscere attentamente le varie realtà..

Riguardo ad energetica sono daccordo con te e nella facoltà di Genova è inserito un orientamento energia e ambiente nel corso di ingegneria meccanica, credo che sia la soluzione migliore, mentre ingegneria dei trasporti è presente come una delle possibili lauree specialistiche di ingegneria civile.

Marco831
Concordo con mirco59. Troppo fumo e (spesso) niente arrosto.

Si cerca di creare nomi altisonanti che poi si riflettono in nulla.

A me sembra che le varie università stiano facendo gara per attrarre studenti delle superiori indecisi usando nomi che suonano altisonanti e pieni di grandi promesse, meglio ancora se poi coprono corsi non troppo impegnativi.

Tra la lista delle università affetta da questo virus c'è anche quella dove mi sono laureato; il Politecnico di Milano. Ditemi voi che bisogno c'era di creare ingegneria energetica, dell'automazione, dei trasporti, per l'ambiente e il territorio, telecomunicazioni, fisica, matematica, della produzione industriale e compagnia bella!

Da anni energetica era una branca di meccanica e ad oggi succede ancora, visto che si fanno sostanzialmente gli stessi corsi con un po meno di dinamica e qualcosa in più di chimica e combustione con lo svantaggio che se ti presenti sul mercato del lavoro con una laurea in energetica o riesci ad inserirti nel ramo energia o sei fregato (chi è che assume un energetico per studiare problemi di dinamica o produzione?).
Idem per elettronica e delle telecomunicazioni. E non parliamo delle differenze tra per l'ambiente e il territorio e ambientale, o gestionale e della produzione industriale!

Come nota riassuntiva credo sia sufficiente far caso al fatto che vi sono 32 percorsi di laurea triennale diversi e solo 17 dipartimenti di ricerca...

Anzichè fare curricula extra rigidi e settorialissimi in cui uno si incanala senza possibilità di aggiustare la rotta, a mio avviso sarebbe molto più sensato tornare alle classiche facoltà di base, tenendo un nucleo centrale di esami caratterizzanti e lasciando libertà di scegliersi gli altri esami a piacere.

tecnos1
Ciao Mirco

E anche i pescatori!

ciao ciao

mircoFN1
"tecnos":
Lo sapevo che avresti abboccato :-D

:lol:


ciao Tecnos

purtoppo in questi casi i pesci sono altri!

ciao ciao

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