Credo di aver sbagliato ingegneria
Salve a tutti. Sono una studentessa della magistrale di ingegneria edile e ho 24 anni. La mia materia preferita è la matematica ma anche la fisica ,la chimica. In realtà mi piacciono tutte e per questo motivo al momento della scelta ero parecchio confusa , anche se ho realizzato in tempo che non volevo fare un lavoro lontano da quello che mi appassionava di più , cioè le discipline scientifiche. Ho anche realizzato che l'architettura era quella disciplina che racchiudeva più ambiti possibili , persino l'arte , la fotografia , la grafica (ebbene mi piacciono anche queste cose). ho optato per quella che penso sia la più umanistica tra le ingegnerie (correggetemi se sbaglio!) , cioè edile. Il mio focus è l'edificio e nell'edificio deve viverci l'uomo... mi sono ritrovata a fare di tutto , passo dal risolvere un'equazione di equilibrio a usare Photoshop o a leggere libri di architettura e pagine di filosofia (sempre a causa delle discipline architettoniche). Sembra sia quello che ho sempre cercato , se non fosse che con il tempo ho costatato che sebbene mi piaccia e ci riesca con successo (triennale con lode) , l'ho sempre anche vissuta con sofferenza perché mi aspettavo che ci fosse molta più fisica e matematica e ragionamento astratto di quello che ho trovato... Un'altra ragione per cui ho scelto questo campo è che sono una persona assolutamente scollegata dalla realtà , dalla fisicità delle cose e questo lato mi faceva "paura" e volevo una cosa che rispondesse alle mie esigenze ma contemporaneamente mi facesse concentrare sullo spazio. Ci avevo visto giusto ed infatti così è stato. Ora però ho la consapevolezza che non sarebbe male fare l'ingegnere edile , ma non sarebbe neanche il lavoro che voglio fare per tutta la vita , quello durante il quale non guardi mai l'orologio... mi piace l'architettura , ma è una cosa che lascerei agli altri. Come dice Baricco "Bisogna scegliere una strada e contemplare con serenità tutte le altre". Allora perché provo sofferenza? Non la sento mia... Quando ho studiato gli impianti elettrici per esempio , mi sono emozionata leggendo quegli accenni si elettrotecnica e ho immaginato di approfondire di più. Ultimamente volevo imparare a programmare e ho iniziato a leggere qualche pagine del linguaggio C , su consiglio di un mio amico. Non che mi importi di programmazione ma è per scoprire cosa farei per ore e ore senza stancarmi. Che devo fare? Devo ignorare questa scoperta fatta solo adesso che sono vecchietta per il mondo del lavoro? So che molte persone andrebbero avanti e si accontenterebbero , ma io voglio il massimo in tutti i campi della vita... Non so cosa fare anche perché non ho chiara l'alternativa. Cambiare per cosa? Non ho neanche chiaro quello che invece mi piacerebbe fare , so solo che non è questa la strada della mia vita. Voi terminereste questo percorso che ormai è al termine oppure vi chiarireste le idee? Chiedo un consiglio! So che leggendo tutto ciò vi sembrerò una persona piuttosto confusa e con mille interessi... e in effetti...

Risposte
Non credo e non vedo perché non unire due scopi, cioè acquisire senso critico e superare l'esame. Non ho parlato di tempi, sei tu che hai messo in mezzo questo fattore. Io sono andata sia fuoricorso (per "colpa" di esami che hanno richiesto un intero anno, ma anche per "colpa" mia perché faccio le cose bene) e ho percepito borse di studio per svariati anni. A volte il criterio economico e temporale esiste e va tenuto in esame. restare anni e anni all'università per approfondire è un lusso e non credo che tutti possano permetterselo Indubbiamente chi resta meno all'università conosce le cose più superficialmente (a parita di ore di studio giornaliere) ma non significa che sara un professionista non bravo. Parte della competenza sono convinta che si acquisisca anche sul campo ed inoltre, come anche tu stesso confermerai, la tua cultura non è circoscritta all'esperienza accademica. Non resterai di certo con la stessa cultura con cui ti sei laureato nei tempi stabiliti...
"anonymous_40e072":
Credo che questo sia l'elenco dei tuoi problemi, non dei suoi.
Secondo me, sono problemi abbastanza comuni, che a seconda dello studente si esplicano in varie forme, ma che derivano in gran parte da una criticità: l'eccesso di teoria, capace a volte di dare percezioni distorte delle materie, che sperimentano sia gli studenti più mediocri che quelli più brillanti (i primi lamentandosi di "esami nozionistici da studiare a memoria", i secondi lamentandosi di "scarsa competenza", ma la sostanza rimane la stessa). E questa criticità è anche la mia esperienza, perché sinceramente per me molti esami hanno rappresentato una sterile ripetizione di argomenti ed esercizi ad ogni esame e non un approfondimento con strumenti cognitivi sempre più idonei, ma forse dipende anche dal mio metodo di studio (il mio tendere ad approfondire) e il fatto che ho avuto dei momenti di scarso rendimento che mi hanno fatto rimanere a lungo sulle stesse materie.
"Monade91":
E' una persona che dovrai affrontare per qualche mezz'ora nell'intera tua vita e poi non ci avrai più a che fare...
Ragionamento errato a mio avviso, la "qualche mezz'ora" intanto può diventare qualche giornata pur studiando tutto, magari non con il metodo che segue il gruppo ma con un metodo che si percepisce più congeniale (il metodo di studio è rigorosamente personale), e lo dimostra l'ampia percentuale di fuoricorso. Inoltre il pensare questo secondo me sposta il problema sul superare l'esame ed evitare in ogni modo la bocciatura (esattamente come l'aver acquisito un'eventuale borsa di studio tende a spostare il problema, o la sfida, dell'esperienza universitaria sul non perderla) e non sull'imparare e acquisire senso critico e autonomia di pensiero. Una volta superati svariati esami in questo modo ci si tende a farci l'abitudine, complice il disvalore percepito che arreca la laurea in ritardo (oggettivamente, se non tutti, alcuni programmi sembrano assai compressi temporalmente), mentre una volta incontrato l'ostacolo (il professore che si lamenta che impari a memoria e ti boccia o ti propone un voto che ti abbassa la media) si entra in profonda discussione. Ma per me, i valori maggiori restano il senso critico e l'autonomia di pensiero, al di là della velocità della carriera. Questi due elementi, nella mia esperienza, mi fanno apprezzare di più l'Università, il resto invece, a seguito di varie esperienze negative con l'ambiente universitario (es. "Tu non hai questi esami e quindi non puoi fare questo" quando io sto indietro con gli esami perché mentre studio voglio ragionare, e infatti non ho una media bassa, e determinate esperienze per me sarebbero state, a tempo debito, dato che ora è troppo tardi, un modo di ragionare su quanto studiato e consolidarlo) e vari problemi personali, dall'inizio del primo anno fuoricorso tende a "smontarmi" e a farmi interessare di altri argomenti (spesso indirettamente correlati alla disciplina) abbandonando temporaneamente lo studio definito secondo i programmi accademici.
"anonymous_40e072":[/quote]
[quote="Monade91"]Ciao! Grazie per aver risposto... Resuscito questo post!
Sono molto belle le tue parole iSte... "nel tuo caso non si tratta di togliere ma di aggiungere"... Adesso sono convinta che potrei rinunciare a certe cose, per virare come dici te in un'altra direzione. Non credo di voler mollare anche perché comunque non ho chiaro il percorso che voglio fare. Sto seguendo elementi di geotecnica, un esame molto scientifico e anche se sono estraniata dall'oggetto di studio (il terreno) l'approccio mi affascina... mi piace il ragionamento con contenuti fisici e matematici, però appunto non riesco a "romanticizzare" l'oggetto di applicazione. sembra stupido ma non ho un motivo romantico per occuparmi di edifici. Per me potrebbe essere una macchina ,un auto e sarebbe la stessa cosa perché ciò che mi piace del mio corso di laurea è l'atteggiamento. Se dovessi dire che materie mi prendono e mi emozionano... Beh tutta la fisica... Perché dici che prendere due lauree in Italia sarebbe uno svantaggio? Saluti!
Per quanto riguarda prendere due lauree magistrali è comunque una valutazione personale.
Penso che però ti sia accorta anche tu come in questo paese non si veda affatto di buon occhio chi rimane troppi anni in università. Non esistendo percorsi spesso complementari e personalizzabili rispetto le esigenze e il background di ognuno, molto probabilmente si andrebbe incontro ad un nuovo percorso lungo, le cui poi reali competenze acquisite rispetto al tempo, denaro e impegno speso sarebbero poi dubbiamente proporzionalmente apprezzate.
Detto questo, all'estero, programmi di PhD speciali (da 2 anni, è un nuovo formato) fatti in collaborazione con le aziende, MSc o Master di 1 anno molto meno raramente vengono sponsorizzati (pagati), consentono di prendersi una pausa lavorativa e tornare sui banchi di nuovo, dopo qualche anno di lavoro, e soprattutto danno un reale boost alla carriera.
E credo che la cosa più interessante di tutto questo sia quanto più spontaneamente si lasci alla persona di esprimere il proprio potenziale e prendere le proprie scelte.
Sperimentando e intraprendendo nuove esperienze si scoprono nuovi interessi e nuove passioni; nel tuo caso potrai pensare magari ad un percorso che ti avvicini di più all'arte, all'architettura, al design o alla stessa fotografia di cui hai parlato, che ti possa formare come manager e non solo come tecnico; oppure appunto a direzionarti verso la ricerca e la modellistica attraverso un PhD.
Quindi io ti dico, vai serena. Il bello è proprio lasciare che la vita ci sorprenda, imboccare strade inaspettate, e esprimere noi stessi in tutte le nostre ecletticità.
Qui in Italia, sembra che sia tutto pre-determinato, pre-destinato; magari non farai proprio l'Ing Edile nella tua vita, ma l'importante è che ciò che studi adesso ti piaccia e ti formi.
Per quanto riguarda la modellistica fisico-matematica di alcuni fenomeni legati al terreno il campo è ampio.
La geotecnica è un esempio, ma c'è anche la geostatistica o l'idraulica.
In università qualche mese fa è venuto a parlare un Ingegnere della Shell, Head di una sezione di Shell. Era Ingegnere Civile, specializzazione Idraulica. Eppure lavora nel settore Oil & Gas.
A ulteriore supporto ti allego questo link alla pagina dei percorsi MSc in Ingegneria Matematica del Polimi, dove ti consiglio un'occhiata al PAA9: "Modelli computazionali nelle geoscienze".
https://www.mate.polimi.it/im/index.php ... traleann
Giusto per farti un'idea.
Ho dato un'occhiata! Davvero interessante

"Vikhr":
Ciò che lamenti ti capiterà in ogni corso. In ogni corso incontrerai l'argomento che ti piace ma che è affrontato in un modo poco congeniale per te, un modo che non porta in alcun modo in risalto la bellezza della disciplina, ma solo la pesantezza di pagine e pagine di nozioni da imparare meccanicamente e poi buttare via una volta superato l'esame, pagine e pagine di esercizi di crescente difficoltà e macchinosità da imparare a svolgere meccanicamente senza un vero obiettivo, oppure l'argomento che non ti piace in nessun modo. Anzi, potrebbe succedere anche che tu riesca fin da subito a "romanticizzare" come dici un determinato oggetto di studio, per poi demotivarti completamente una volta bocciata tot volte di fila a un dato esame oppure una volta che ti senti dire che non avendo superato tot esami non puoi partecipare ad esperienze pratiche caratterizzate dalla ricerca (ho sperimentato entrambe le esperienze, e il risultato è stato quello di trasformarmi progressivamente in un mediocre fuoricorso che, seppur continui a studiare e seguire, percepisce di vivacchiare alla giornata e finisce per passare esami a stento senza una vera programmazione, svuotato di ogni interesse verso la materia (se non nei rarissimi momenti in cui affronto a livello pratico un argomento correlato, però da autodidatta, fuori dall'Università), che percepisce di studiare e basta senza poter applicare nulla di quanto studiato). Quindi sì pronta a tutto, e prendi la laurea per quello che è, ovvero un'attestazione da parte di un sistema essenzialmente burocratico, e quindi una garanzia tutelata legalmente che nonostante tutti i tentativi di stravolgimento finora ha ancora valore legale (e io sarei il primo a volerlo abolire, per il fatto che non sempre risultati accademicamente brillanti corrispondono a una persona con un vero senso critico e una vera consapevolezza, formare le quali caratteristiche è il vero obiettivo della Scuola), poi fai il corso come meglio ti riesce, e mantieni sempre vivo il tuo interesse, qualsiasi cosa succeda, spostandolo verso argomenti poco accademici ma comunque attinenti con il tuo percorso di studi se la situazione lo richiede (ad esempio, sperimenti un periodo accademicamente buio), e potrai far sì che la tua laurea avrà veramente un valore intrinseco.
Sinceramente per me i professori e il modo in cui viene insegnata la materia influenzano l'esperienza dell'esame ma non credo che mi rendano acritica. Sono abbastanza grande da capire se qualcosa mi piace o meno in sè aldilà del professore, che è fondamentale per la gradevolezza dell'esperienza universitaria, però non è determinante ai fini del mio odio/amore per un argomento. Questo per dire che secondo me non dovresti dare così potere ai professori che ti capitano... E' una persona che dovrai affrontare per qualche mezz'ora nell'intera tua vita e poi non ci avrai più a che fare...
"Monade91":
Ciao! Grazie per aver risposto... Resuscito questo post!
Sono molto belle le tue parole iSte... "nel tuo caso non si tratta di togliere ma di aggiungere"... Adesso sono convinta che potrei rinunciare a certe cose, per virare come dici te in un'altra direzione. Non credo di voler mollare anche perché comunque non ho chiaro il percorso che voglio fare. Sto seguendo elementi di geotecnica, un esame molto scientifico e anche se sono estraniata dall'oggetto di studio (il terreno) l'approccio mi affascina... mi piace il ragionamento con contenuti fisici e matematici, però appunto non riesco a "romanticizzare" l'oggetto di applicazione. sembra stupido ma non ho un motivo romantico per occuparmi di edifici. Per me potrebbe essere una macchina ,un auto e sarebbe la stessa cosa perché ciò che mi piace del mio corso di laurea è l'atteggiamento. Se dovessi dire che materie mi prendono e mi emozionano... Beh tutta la fisica... Perché dici che prendere due lauree in Italia sarebbe uno svantaggio? Saluti!
Per quanto riguarda prendere due lauree magistrali è comunque una valutazione personale.
Penso che però ti sia accorta anche tu come in questo paese non si veda affatto di buon occhio chi rimane troppi anni in università. Non esistendo percorsi spesso complementari e personalizzabili rispetto le esigenze e il background di ognuno, molto probabilmente si andrebbe incontro ad un nuovo percorso lungo, le cui poi reali competenze acquisite rispetto al tempo, denaro e impegno speso sarebbero poi dubbiamente proporzionalmente apprezzate.
Detto questo, all'estero, programmi di PhD speciali (da 2 anni, è un nuovo formato) fatti in collaborazione con le aziende, MSc o Master di 1 anno molto meno raramente vengono sponsorizzati (pagati), consentono di prendersi una pausa lavorativa e tornare sui banchi di nuovo, dopo qualche anno di lavoro, e soprattutto danno un reale boost alla carriera.
E credo che la cosa più interessante di tutto questo sia quanto più spontaneamente si lasci alla persona di esprimere il proprio potenziale e prendere le proprie scelte.
Sperimentando e intraprendendo nuove esperienze si scoprono nuovi interessi e nuove passioni; nel tuo caso potrai pensare magari ad un percorso che ti avvicini di più all'arte, all'architettura, al design o alla stessa fotografia di cui hai parlato, che ti possa formare come manager e non solo come tecnico; oppure appunto a direzionarti verso la ricerca e la modellistica attraverso un PhD.
Quindi io ti dico, vai serena. Il bello è proprio lasciare che la vita ci sorprenda, imboccare strade inaspettate, e esprimere noi stessi in tutte le nostre ecletticità.
Qui in Italia, sembra che sia tutto pre-determinato, pre-destinato; magari non farai proprio l'Ing Edile nella tua vita, ma l'importante è che ciò che studi adesso ti piaccia e ti formi.
Per quanto riguarda la modellistica fisico-matematica di alcuni fenomeni legati al terreno il campo è ampio.
La geotecnica è un esempio, ma c'è anche la geostatistica o l'idraulica.
In università qualche mese fa è venuto a parlare un Ingegnere della Shell, Head di una sezione di Shell. Era Ingegnere Civile, specializzazione Idraulica. Eppure lavora nel settore Oil & Gas.
A ulteriore supporto ti allego questo link alla pagina dei percorsi MSc in Ingegneria Matematica del Polimi, dove ti consiglio un'occhiata al PAA9: "Modelli computazionali nelle geoscienze".
https://www.mate.polimi.it/im/index.php ... traleann
Giusto per farti un'idea.
"Vikhr":
Ciò che lamenti ti capiterà in ogni corso. In ogni corso incontrerai l'argomento che ti piace ma che è affrontato in un modo poco congeniale per te, un modo che non porta in alcun modo in risalto la bellezza della disciplina, ma solo la pesantezza di pagine e pagine di nozioni da imparare meccanicamente e poi buttare via una volta superato l'esame, pagine e pagine di esercizi di crescente difficoltà e macchinosità da imparare a svolgere meccanicamente senza un vero obiettivo, oppure l'argomento che non ti piace in nessun modo. Anzi, potrebbe succedere anche che tu riesca fin da subito a "romanticizzare" come dici un determinato oggetto di studio, per poi demotivarti completamente una volta bocciata tot volte di fila a un dato esame oppure una volta che ti senti dire che non avendo superato tot esami non puoi partecipare ad esperienze pratiche caratterizzate dalla ricerca (ho sperimentato entrambe le esperienze, e il risultato è stato quello di trasformarmi progressivamente in un mediocre fuoricorso che, seppur continui a studiare e seguire, percepisce di vivacchiare alla giornata e finisce per passare esami a stento senza una vera programmazione, svuotato di ogni interesse verso la materia (se non nei rarissimi momenti in cui affronto a livello pratico un argomento correlato, però da autodidatta, fuori dall'Università), che percepisce di studiare e basta senza poter applicare nulla di quanto studiato). Quindi sì pronta a tutto, e prendi la laurea per quello che è, ovvero un'attestazione da parte di un sistema essenzialmente burocratico, e quindi una garanzia tutelata legalmente che nonostante tutti i tentativi di stravolgimento finora ha ancora valore legale (e io sarei il primo a volerlo abolire, per il fatto che non sempre risultati accademicamente brillanti corrispondono a una persona con un vero senso critico e una vera consapevolezza, formare le quali caratteristiche è il vero obiettivo della Scuola), poi fai il corso come meglio ti riesce, e mantieni sempre vivo il tuo interesse, qualsiasi cosa succeda, spostandolo verso argomenti poco accademici ma comunque attinenti con il tuo percorso di studi se la situazione lo richiede (ad esempio, sperimenti un periodo accademicamente buio), e potrai far sì che la tua laurea avrà veramente un valore intrinseco.
Credo che questo sia l'elenco dei tuoi problemi, non dei suoi.
Ciò che lamenti ti capiterà in ogni corso. In ogni corso incontrerai l'argomento che ti piace ma che è affrontato in un modo poco congeniale per te, un modo che non porta in alcun modo in risalto la bellezza della disciplina, ma solo la pesantezza di pagine e pagine di nozioni da imparare meccanicamente e poi buttare via una volta superato l'esame, pagine e pagine di esercizi di crescente difficoltà e macchinosità da imparare a svolgere meccanicamente senza un vero obiettivo, oppure l'argomento che non ti piace in nessun modo. Anzi, potrebbe succedere anche che tu riesca fin da subito a "romanticizzare" come dici un determinato oggetto di studio, per poi demotivarti completamente una volta bocciata tot volte di fila a un dato esame oppure una volta che ti senti dire che non avendo superato tot esami non puoi partecipare ad esperienze pratiche caratterizzate dalla ricerca (ho sperimentato entrambe le esperienze, e il risultato è stato quello di trasformarmi progressivamente in un mediocre fuoricorso che, seppur continui a studiare e seguire, percepisce di vivacchiare alla giornata e finisce per passare esami a stento senza una vera programmazione, svuotato di ogni interesse verso la materia (se non nei rarissimi momenti in cui affronto a livello pratico un argomento correlato, però da autodidatta, fuori dall'Università), che percepisce di studiare e basta senza poter applicare nulla di quanto studiato). Quindi sì pronta a tutto, e prendi la laurea per quello che è, ovvero un'attestazione da parte di un sistema essenzialmente burocratico, e quindi una garanzia tutelata legalmente che nonostante tutti i tentativi di stravolgimento finora ha ancora valore legale (e io sarei il primo a volerlo abolire, per il fatto che non sempre risultati accademicamente brillanti corrispondono a una persona con un vero senso critico e una vera consapevolezza, formare le quali caratteristiche è il vero obiettivo della Scuola), poi fai il corso come meglio ti riesce, e mantieni sempre vivo il tuo interesse, qualsiasi cosa succeda, spostandolo verso argomenti poco accademici ma comunque attinenti con il tuo percorso di studi se la situazione lo richiede (ad esempio, sperimenti un periodo accademicamente buio), e potrai far sì che la tua laurea avrà veramente un valore intrinseco.
Ciao! Grazie per aver risposto... Resuscito questo post!
Sono molto belle le tue parole iSte... "nel tuo caso non si tratta di togliere ma di aggiungere"... Adesso sono convinta che potrei rinunciare a certe cose, per virare come dici te in un'altra direzione. Non credo di voler mollare anche perché comunque non ho chiaro il percorso che voglio fare. Sto seguendo elementi di geotecnica, un esame molto scientifico e anche se sono estraniata dall'oggetto di studio (il terreno) l'approccio mi affascina... mi piace il ragionamento con contenuti fisici e matematici, però appunto non riesco a "romanticizzare" l'oggetto di applicazione. sembra stupido ma non ho un motivo romantico per occuparmi di edifici. Per me potrebbe essere una macchina ,un auto e sarebbe la stessa cosa perché ciò che mi piace del mio corso di laurea è l'atteggiamento. Se dovessi dire che materie mi prendono e mi emozionano... Beh tutta la fisica... Perché dici che prendere due lauree in Italia sarebbe uno svantaggio? Saluti!
Sono molto belle le tue parole iSte... "nel tuo caso non si tratta di togliere ma di aggiungere"... Adesso sono convinta che potrei rinunciare a certe cose, per virare come dici te in un'altra direzione. Non credo di voler mollare anche perché comunque non ho chiaro il percorso che voglio fare. Sto seguendo elementi di geotecnica, un esame molto scientifico e anche se sono estraniata dall'oggetto di studio (il terreno) l'approccio mi affascina... mi piace il ragionamento con contenuti fisici e matematici, però appunto non riesco a "romanticizzare" l'oggetto di applicazione. sembra stupido ma non ho un motivo romantico per occuparmi di edifici. Per me potrebbe essere una macchina ,un auto e sarebbe la stessa cosa perché ciò che mi piace del mio corso di laurea è l'atteggiamento. Se dovessi dire che materie mi prendono e mi emozionano... Beh tutta la fisica... Perché dici che prendere due lauree in Italia sarebbe uno svantaggio? Saluti!
"Monade91":
Salve a tutti. Sono una studentessa della magistrale di ingegneria edile e ho 24 anni. La mia materia preferita è la matematica ma anche la fisica ,la chimica. In realtà mi piacciono tutte e per questo motivo al momento della scelta ero parecchio confusa , anche se ho realizzato in tempo che non volevo fare un lavoro lontano da quello che mi appassionava di più , cioè le discipline scientifiche. Ho anche realizzato che l'architettura era quella disciplina che racchiudeva più ambiti possibili , persino l'arte , la fotografia , la grafica (ebbene mi piacciono anche queste cose). ho optato per quella che penso sia la più umanistica tra le ingegnerie (correggetemi se sbaglio!) , cioè edile. Il mio focus è l'edificio e nell'edificio deve viverci l'uomo... mi sono ritrovata a fare di tutto , passo dal risolvere un'equazione di equilibrio a usare Photoshop o a leggere libri di architettura e pagine di filosofia (sempre a causa delle discipline architettoniche). Sembra sia quello che ho sempre cercato , se non fosse che con il tempo ho costatato che sebbene mi piaccia e ci riesca con successo (triennale con lode) , l'ho sempre anche vissuta con sofferenza perché mi aspettavo che ci fosse molta più fisica e matematica e ragionamento astratto di quello che ho trovato... Un'altra ragione per cui ho scelto questo campo è che sono una persona assolutamente scollegata dalla realtà , dalla fisicità delle cose e questo lato mi faceva "paura" e volevo una cosa che rispondesse alle mie esigenze ma contemporaneamente mi facesse concentrare sullo spazio. Ci avevo visto giusto ed infatti così è stato. Ora però ho la consapevolezza che non sarebbe male fare l'ingegnere edile , ma non sarebbe neanche il lavoro che voglio fare per tutta la vita , quello durante il quale non guardi mai l'orologio... mi piace l'architettura , ma è una cosa che lascerei agli altri. Come dice Baricco "Bisogna scegliere una strada e contemplare con serenità tutte le altre". Allora perché provo sofferenza? Non la sento mia... Quando ho studiato gli impianti elettrici per esempio , mi sono emozionata leggendo quegli accenni si elettrotecnica e ho immaginato di approfondire di più. Ultimamente volevo imparare a programmare e ho iniziato a leggere qualche pagine del linguaggio C , su consiglio di un mio amico. Non che mi importi di programmazione ma è per scoprire cosa farei per ore e ore senza stancarmi. Che devo fare? Devo ignorare questa scoperta fatta solo adesso che sono vecchietta per il mondo del lavoro? So che molte persone andrebbero avanti e si accontenterebbero , ma io voglio il massimo in tutti i campi della vita... Non so cosa fare anche perché non ho chiara l'alternativa. Cambiare per cosa? Non ho neanche chiaro quello che invece mi piacerebbe fare , so solo che non è questa la strada della mia vita. Voi terminereste questo percorso che ormai è al termine oppure vi chiarireste le idee? Chiedo un consiglio! So che leggendo tutto ciò vi sembrerò una persona piuttosto confusa e con mille interessi... e in effetti...
Ciao e benvenuta

Posso dirti innanzitutto che mi ritrovo davvero molto in ciò che scrivi e sono certo che ci siano molte altre persone che possano testimoniare esperienze simili. Il percorso universitario ci cambia molto tutti, non credo esistano scelte giuste o sbagliate, semplicemente arriva un punto in cui ci rendiamo conto che forse vogliamo leggermente virare in un'altra direzione e, probabilmente, non ce ne saremmo potuti rendere conto se prima non avessimo raggiunto quel tale punto.
24 anni mi sembra un po' presto per potersi accontentare, inoltre io fortemente credo che trovare la propria passione sia cosa fondamentale nella propria vita. C'è chi trova più in fretta, c'è chi ci mette di più. E quest'ultimo caso è tipico di chi spesso ha molti interessi ed è una persona ad ampio spettro. Trovare quindi un lavoro che metta insieme ogni parte di noi, che ci faccia sentire davvero Noi in quella cosa che facciamo, che siamo bravi a fare, diventa difficile.
Capisco quella sensazione di, mi piace, ma non la sento "Mia".
Da quello che scrivi in te sicuramente si coglie una forte curiosità, un forte desiderio di esplorazione, di scoperta.
Forse non hai bisogno di togliere, ma di aggiungere.
Quindi considera l'idea di una doppia laurea magistrale o PhD che renda il tuo percorso ancora più interdisciplinare. In Ingegneria, oppure anche in una scienza pura.
Per rimanere vicini al tuo campo e spostarti al contempo qualcosa di più tecnico, più complesso, più ingegneristico insomma, sono tre le opzioni che mi vengono in mente:
- Automazione, ossia la Domotica
- Termotecnica, cioè la sostenibilità stessa dell'abitativo
- Strutture, il che vuol dire spostarsi verso Civile, dove c'è tanta tanta matematica e modellistica
Se invece vuoi dare una sterzata più decisa, finita Ing Edile cerca un secondo M.Sc all'estero (lo trovi anche di 1 anno) o un programma di PhD. Ti dico all'estero perchè in Italia prendere più di una laurea sta diventando uno svantaggio più che un vantaggio. Inoltre programmi di M.Sc da un anno in Italia non esistono. Faresti un'esperienza internazionale che è senz'altro ottima per il curriculum ma sopratutto per il tuo sviluppo personale, infine prenderesti più confidenza con un'altra lingua.
Ti ho buttato lì un po' di cose. Penso che comunque finora per te sia chiaro non si possa parlare di scelta sbagliata; ti piace quello che fai e si vede che ci sarebbe più di un motivo per continuare in quella direzione.
Buttare via tutto ad un passo dalla fine é un peccato. In effetti i CdL in ing edile ed edile architettura sono i piú "pratici" e quelli con meno matematica e fisica. Puoi considerare una magistrale in ingegneria civile con indirizzo idraulica o strutture. Potrai seguire corsi decisamente più teorici quali meccanica computazionale, e tutti gli esami di approfondimento sulla parte di meccanica dei solidi e/o dei fluidi ad alto contenuto fisico matematico.