Buoni voti all'universita

lollof1
Ciao a tutti! Ma prendere buoni voti, media superiore al 27/28 in un politecnico", serve realmente? Voglio dire: se un ragazzo ha studiato e ha assimilato gli argomenti affrontati nel corso ma poi prende un voto basso, non è ugualmente preparato come il suo coetaneo che ha preso 30? Come si fa a giudicare le conoscenze e soprattutto le capita di uno studente con un compito? Poi i voti precludono l'ammissione alla magistrale e quindi minori possibilità di una carriera importante... Cosa ne pensate? Buona domenica a tutti.

Risposte
garnak.olegovitc1
Salve vict85,

"vict85":
Beh, la cosa su cui non condividiamo è che uno che ha preso 110L debba davvero compreso a fondo tutte le materie e che soprattutto se le ricordi. Per molti è così ma da studente ne ho conosciuti vari che non sono andati molto oltre il richiesto. Nello stesso tempo un 105 potrebbe averle capite oppure no (in alcuni casi potrebbe aver capito a fondo tutto tranne un paio di materie). Se uno accetta i voti è assolutamente possibile che possa aver fatto un errore di distrazione in uno scritto e anche con un orale formidabile si sia fermato a 27/28. Mentre uno che ha fatto tutto il compito completamente giusto anche con un orale meno buono può puntare ad un 30. Quindi a rigore in questo caso esempio non è tanto la comprensione che conta ma la capacità di calcolo e l'attenzione mentre li si fa.

Certo un 110L in 6 anni deve avere una media del 29 o superiore mentre un 105 in 3 potrebbe anche avere una media del 27 (considerando i bonus del fatto che si laurea in tempo). Quindi è evidente che ci sia differenza nei voti. Ma io penso che dare un esame a sessione non sia un indice di grandi capacità.


io conosco dei laureati che sono usciti con 110, alcuni con 110 e lode, ma sono degli ignoranti ed incapaci..
Cordiali saluti

vict85
Beh, la cosa su cui non condividiamo è che uno che ha preso 110L debba davvero compreso a fondo tutte le materie e che soprattutto se le ricordi. Per molti è così ma da studente ne ho conosciuti vari che non sono andati molto oltre il richiesto. Nello stesso tempo un 105 potrebbe averle capite oppure no (in alcuni casi potrebbe aver capito a fondo tutto tranne un paio di materie). Se uno accetta i voti è assolutamente possibile che possa aver fatto un errore di distrazione in uno scritto e anche con un orale formidabile si sia fermato a 27/28. Mentre uno che ha fatto tutto il compito completamente giusto anche con un orale meno buono può puntare ad un 30. Quindi a rigore in questo caso esempio non è tanto la comprensione che conta ma la capacità di calcolo e l'attenzione mentre li si fa.

Certo un 110L in 6 anni deve avere una media del 29 o superiore mentre un 105 in 3 potrebbe anche avere una media del 27 (considerando i bonus del fatto che si laurea in tempo). Quindi è evidente che ci sia differenza nei voti. Ma io penso che dare un esame a sessione non sia un indice di grandi capacità.

garnak.olegovitc1
Salve Luca.Lussardi,

"Luca.Lussardi":
Non è che sia molto d'accordo sul fatto che un 105 in 3 anni valga di più di un 110 e lode in 6. Ognuno ha i suoi tempi e sulle cose bisogna starci con calma e senza fretta, soprattutto in matematica. Se uno fa gli esami di fretta e prende un 105 e si laurea a luglio del 3 anno per me vale molto meno di uno che studia piano ma acquisisce in modo più profondo la materia e prende un 110 e lode col doppio del tempo.


condivido pienamente. :smt023
Cordiali saluti

vict85
"Luca.Lussardi":
Non è che sia molto d'accordo sul fatto che un 105 in 3 anni valga di più di un 110 e lode in 6. Ognuno ha i suoi tempi e sulle cose bisogna starci con calma e senza fretta, soprattutto in matematica. Se uno fa gli esami di fretta e prende un 105 e si laurea a luglio del 3 anno per me vale molto meno di uno che studia piano ma acquisisce in modo più profondo la materia e prende un 110 e lode col doppio del tempo.


Non è detto che uno che ha preso 105 abbia capito le cose meno di un 110L magari si focalizza semplicemente meno sull'esame (il ripetere prima di un orale, il fare esercizi mirati per l'esame e altre cose così possono notevolmente migliorare la tua "performance", in alcuni casi anche senza che tu abbia davvero capito qualcosa). In 6 anni poi le cose dei primi anni le dimentichi. Se fossero 4, forse anche 5 potrei essere d'accordo con te ma 6 anni sono tanti. Ovviamente parlo di studenti fulltime che non lavorano. Perché prendere 110L in 6 anni lavorando può valere anche di più di un 110L in 3 anni di uno studente fulltime.

Detto questo ci sono anche altre questioni da considerare. Uno che prende 110L in 6 anni a mio avviso fa parte di queste categorie:
1) È fissato con il voto ed eventualmente ha ripetuto gli esami molte volte. Di per se non lo considero positivo. Nel senso che per quanto possa aver studiato molto più di altri il suo studio potrebbe non essere ugualmente efficace (altrimenti non ci avrebbe messo 3 anni). In genere inoltre rientra nello studio focalizzato all'esame e non all'acquisizione di conoscenze.
2) È molto dispersivo nello studio e approfondisce tantissimo. A seconda dei casi questo genere di persone potrebbe anche avere voti anche molto più bassi se puoi non brilla nel saper dimostrare le conoscenze all'esame. Io sono un po' così :p quindi ovviamente lo vedo come positivo ma capisco che l'essere dispersivo è in genere un aspetto non molto apprezzato in ambito lavorativo (a dicembre spero di prendere la seconda triennale di ambiti diversi in 7 anni quindi io faccio più parte della categoria contraria al punto 1).
3) Ha un metodo di studio che porta ad una buona presentazione ma che richiede molto tempo per assimilare le cose (la categoria a cui facevi riferimento tu). In genere non lo vedo come negativo. Forse non sei un genio che capisce le cose al volo ma il tuo studio ti porta a comprendere bene le cose anche se con "i tuoi tempi". In genere sono persone costanti, diligenti e con un certo grado di passione. Però certo se lavori in un'azienda che richiede delle scadenze metterci il doppio anche facendo le cose meglio potrebbe non essere sempre l'opzione migliore per la compagnia.

Uno che prende 105 potrebbe avere quello che merita, di meno o addirittura di più. È ovviamente sempre una questione di quanto capisci. Se capisci le cose a fondo io penso che il voto sia in secondo piano, ma non troppo. Io nella specialistica ho intenzione di accettare molto meno e impegnarmi di più per esempio. Comunque al di la di questo quando inizi una carriera puoi avere avuto qualsiasi voto ma ciò che conta è ciò che dimostri di valere ogni giorno. Ricevere un voto più alto è comunque una garanzia di organizzazione, capacità espositiva e di calcolo. Per lo meno nel colloquio.

Gaussman
criticare può anche andar bene, ma tu cosa proponi dunque come metodo di valutazione?

Luca.Lussardi
Non è che sia molto d'accordo sul fatto che un 105 in 3 anni valga di più di un 110 e lode in 6. Ognuno ha i suoi tempi e sulle cose bisogna starci con calma e senza fretta, soprattutto in matematica. Se uno fa gli esami di fretta e prende un 105 e si laurea a luglio del 3 anno per me vale molto meno di uno che studia piano ma acquisisce in modo più profondo la materia e prende un 110 e lode col doppio del tempo.

vict85
Penso semplicemente che devi cercare di prendere i voti più alti che puoi nel minor numero di anni possibile. Un 105 in 3 anni vale più di un 110L in 6. E il voto della triennale vale meno di quello della magistrale.
Questo non vuol dire che vali meno, ad un concorso magari ti dimostri meglio ma in una selezione/scrematura iniziale qualche punto in più di laurea possono fare la differenza tra essere preso in considerazione o meno. Per lo meno fino a quando le esperienze lavorative non fanno la parte principale della scelta.
Alcune esperienze professionalizzanti valgono più di un paio di voti. Per l'ammissione alla magistrale non penso che prendere anche 24 ma in tempi non lunghissimi ti pregiudichi più di tanto l'ammissione.

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