TESINA SULLA GIUSTIZIA AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
salve a tutti!!!!!!!!!frequento il liceo scientifico e dovrei portare la tesina sulla Giustizia e precisam sul rapporto ke c'è tra Giustizia e Legge(quindi discutere sul fatto ke queste nn sempre coincidono)... allora... sviluppo l'argom a partire da Storia portando le Leggi Razziali e il Processo di Norimberga, quindi da una parte la legge ingiusta ke và contro il diritto fondam dell'uomo ke è qllo alla vita e la divisione delle persone in razze di ordine superiore e inferiore (la legge ke nn coincide cn la giustizia) e dall'altra la giustizia ke prende la rivincita sulla legalità in qnt vengono processati tutti i nazisti responsabili del +grande genocidio ke sia mai avvenuto (quindi la legge ke concide cn la giustizia). Italiano: dovrei portare Primo Levi i sommersi e i salvati
Filosofia: Hannah Arendt la banalità del male
Scienze: Eugenetica, qndi la pratica nazista utilizzata per la sterminazione di tutti quei soggetti ritenuti dannosi per l'integrità della razza, discutendo quindi sulle pratiche utilizzate dai medici
Fisica: nn sò!!
Inglese: nn so!!
Arte: nn sò!!
Latino: nn sò!!!
Per favore datemi qualke consiglio su cm collegarmi alle altre materie e ditemi se i collegam ke fin ora ho fatto vanno bene....
grazie in anticipo a ki mi risponderà!!!!!!
Filosofia: Hannah Arendt la banalità del male
Scienze: Eugenetica, qndi la pratica nazista utilizzata per la sterminazione di tutti quei soggetti ritenuti dannosi per l'integrità della razza, discutendo quindi sulle pratiche utilizzate dai medici
Fisica: nn sò!!
Inglese: nn so!!
Arte: nn sò!!
Latino: nn sò!!!
Per favore datemi qualke consiglio su cm collegarmi alle altre materie e ditemi se i collegam ke fin ora ho fatto vanno bene....
grazie in anticipo a ki mi risponderà!!!!!!
Risposte
Salve a tutti, frequento il tecnico turistico vorrei portare la GIUSTIZIA come tema, ma non riesco a fare l'introduzione, gentilmente chiedo qualche consiglio da parte vostra, ringrazio in anticipo a chi mi risponderà, grazie!!
PER FAVORE VORREI SOLO UN RIASSUNTO BREVE DI UN INCONTRO SGRADEVOLE DI ORAZIO DEVO CONSEGNARLO DOMANI
GRAZIE
GRAZIE
Grazie Laura!!!!mi hai dato un ottimo consiglio!!!!
di latino potresti portare Orazio
ORAZIO
Dalle “SATIRE”
Satira n° 9 Libro 1
vv. 35-41 e vv.74-78
35 Ventum erat ad Vestae, quarta iam parte diei
Praeterita, et casu tum respondere vadato
Debebat; quod ni fecisset, perdere litem.
“Si me amas” inquit, “paullum hic ades”. “Inteream, si
aut valeo stare aut novi civilia iura;
40 et propero quo scis” . “Dubius sum, quid faciam” inquit,
“Tene relinquam an rem”. […]
Casu venit obvius illi
75 Adversarius et “ Quo tu, turpissime?” magna
Inclamat voce, et “licet antestari?” Ego vero
Oppono auriculam. Rapit in ius: clamor utrimque,
Undique concursus. Sic me servavit Apollo.
TRADUZIONE
Eravamo giunti nei pressi del tempio di Vesta, la quarta parte del giorno era già trascorsa (circa le
dieci del mattino) e per caso in quel momento, quello doveva comparire in tribunale dal momento
che aveva versato la cauzione; se non l’avesse fatto, avrebbe perso la cauzione. Allora disse :”Per
piacere assistimi qui un momento”. “Possa io morire se ho la forza di stare in piedi o se io
m’intendo di diritto civile: e poi ho fretta di andare dove sai” . “Non so che cosa debba fare, se lasciar perdere te o il processo”.
Per caso il suo avversario gli va incontro e gli esclama a gran voce: "Dove credi di andare pezzo di
canaglia?" e a me : "Puoi farmi da testimone?". Io naturalmente gli porgo l’orecchio. Lo trascina in
tribunale. Grida da una parte e dall’altra. Folla che arriva da ogni parte. È così che Apollo mi ha
salvato. 28
COMMENTO
Nonostante Orazio non sia un autore che si occupa sistematicamente di diritto e di legge, possiamo
comunque trovare alcuni riferimenti alle abitudini che caratterizzavano le procedure dei tribunali
nel periodo del principato; in particolare, Orazio prende in considerazione tale situazione
nell’ambito della nona satira del primo libro dove, narrando in prima persona, l’autore parla di un
seccante personaggio che lo avvicina per poter avere una sorta di raccomandazione al fine di entrare
nel circolo di Mecenate.
Durante il fastidioso dialogo, l’individuo si trova a dover comparire in tribunale e Orazio presenta la
vicenda utilizzando alcune parole significative del sermo giuridico.
Il verbo RESPONDERE significa “comparire in giudizio” e VADATO è una forma contratta che
esplicitata sarebbe VADIMONIO DATO (ablativo assoluto); si tratta di un’espressione del
linguaggio giuridico indicante il versamento di una cauzione come garanzia della propria presenza
in tribunale al momento del processo.
Nella frase “quod ni fecisset, perdere litem”, “la parola LITEM può essere interpretata come
“cauzione” e non come “causa”, in quanto se una delle due parti interessate era assente al processo,
il dibattito della causa non poteva svolgersi e si doveva attendere un’altra convocazione.
Mentre solo in caso di perdita della cauzione si intentava un secondo processo in cui, se uno dei
due contendenti fosse stato latitante, il pretore avrebbe aggiudicato la causa alla parte presente.
Pertanto, essendosi trattato del primo processo, l’avversario del “seccatore” non avrebbe vinto la
causa se quest’ultimo fosse stato assente ma anzi, si sarebbe dovuto ripresentare per un’altra
udienza: si spiega così la veemenza con cui l’avversario, sopraggiunto in seguito, aveva trascinato
in tribunale l’importuno compagno di Orazio.
La frase “paullum hic ades”, significa: assistimi qui un momento. Hic sta per “in tribunale”. Il
seccatore vorrebbe infatti che Orazio lo assistesse moralmente durante il processo, fornendogli
suggerimenti e consigli e fungendo così da suo advocatus ( si deve tenere presente che il difensore
vero e proprio era il patronus. La risposta di Orazio alla proposta del seccatore è molto energica:
inteream, si aut valeo stare aut novi civilia iura. L’espressione “valeo stare” significa” ho la forza
di stare in piedi”; infatti nei tribunali era obbligatorio stare in piedi in presenza dei giudici e I
processi duravano tutt’altro che un momento, come ha tentato di minimizzare il seccatore.
Nella parte finale sopraggiunge l’avversario del seccatore che con tono perentorio chiede “Quo tu
turissime?”, ovvero : dove vai mascalzone?. Qui subentra un’altra particolarità dei processi romani,
infatti chi non si presentava in tribunale alla causa in cui era implicato poteva, se rintracciato, esservi trascinato a forza con la cosiddetta manus iniectio, e poiché per compiere questo era necessario un testimone, l’adversarius chiede qui la testimonianza di Orazio stesso con la rituale formula
licet antestari? (“posso prenderti come testimone?”). Questa si proferiva toccando il obo
dell’orecchio destro della persona cui ci si rivolgeva. Per questo Orazio si affretta a porgere
l’orecchio: non gli par vero potersi finalmente liberare del seccatore e, nel contempo, di potersi
prendere una rivalsa nei suoi confronti.
ORAZIO
Dalle “SATIRE”
Satira n° 9 Libro 1
vv. 35-41 e vv.74-78
35 Ventum erat ad Vestae, quarta iam parte diei
Praeterita, et casu tum respondere vadato
Debebat; quod ni fecisset, perdere litem.
“Si me amas” inquit, “paullum hic ades”. “Inteream, si
aut valeo stare aut novi civilia iura;
40 et propero quo scis” . “Dubius sum, quid faciam” inquit,
“Tene relinquam an rem”. […]
Casu venit obvius illi
75 Adversarius et “ Quo tu, turpissime?” magna
Inclamat voce, et “licet antestari?” Ego vero
Oppono auriculam. Rapit in ius: clamor utrimque,
Undique concursus. Sic me servavit Apollo.
TRADUZIONE
Eravamo giunti nei pressi del tempio di Vesta, la quarta parte del giorno era già trascorsa (circa le
dieci del mattino) e per caso in quel momento, quello doveva comparire in tribunale dal momento
che aveva versato la cauzione; se non l’avesse fatto, avrebbe perso la cauzione. Allora disse :”Per
piacere assistimi qui un momento”. “Possa io morire se ho la forza di stare in piedi o se io
m’intendo di diritto civile: e poi ho fretta di andare dove sai” . “Non so che cosa debba fare, se lasciar perdere te o il processo”.
Per caso il suo avversario gli va incontro e gli esclama a gran voce: "Dove credi di andare pezzo di
canaglia?" e a me : "Puoi farmi da testimone?". Io naturalmente gli porgo l’orecchio. Lo trascina in
tribunale. Grida da una parte e dall’altra. Folla che arriva da ogni parte. È così che Apollo mi ha
salvato. 28
COMMENTO
Nonostante Orazio non sia un autore che si occupa sistematicamente di diritto e di legge, possiamo
comunque trovare alcuni riferimenti alle abitudini che caratterizzavano le procedure dei tribunali
nel periodo del principato; in particolare, Orazio prende in considerazione tale situazione
nell’ambito della nona satira del primo libro dove, narrando in prima persona, l’autore parla di un
seccante personaggio che lo avvicina per poter avere una sorta di raccomandazione al fine di entrare
nel circolo di Mecenate.
Durante il fastidioso dialogo, l’individuo si trova a dover comparire in tribunale e Orazio presenta la
vicenda utilizzando alcune parole significative del sermo giuridico.
Il verbo RESPONDERE significa “comparire in giudizio” e VADATO è una forma contratta che
esplicitata sarebbe VADIMONIO DATO (ablativo assoluto); si tratta di un’espressione del
linguaggio giuridico indicante il versamento di una cauzione come garanzia della propria presenza
in tribunale al momento del processo.
Nella frase “quod ni fecisset, perdere litem”, “la parola LITEM può essere interpretata come
“cauzione” e non come “causa”, in quanto se una delle due parti interessate era assente al processo,
il dibattito della causa non poteva svolgersi e si doveva attendere un’altra convocazione.
Mentre solo in caso di perdita della cauzione si intentava un secondo processo in cui, se uno dei
due contendenti fosse stato latitante, il pretore avrebbe aggiudicato la causa alla parte presente.
Pertanto, essendosi trattato del primo processo, l’avversario del “seccatore” non avrebbe vinto la
causa se quest’ultimo fosse stato assente ma anzi, si sarebbe dovuto ripresentare per un’altra
udienza: si spiega così la veemenza con cui l’avversario, sopraggiunto in seguito, aveva trascinato
in tribunale l’importuno compagno di Orazio.
La frase “paullum hic ades”, significa: assistimi qui un momento. Hic sta per “in tribunale”. Il
seccatore vorrebbe infatti che Orazio lo assistesse moralmente durante il processo, fornendogli
suggerimenti e consigli e fungendo così da suo advocatus ( si deve tenere presente che il difensore
vero e proprio era il patronus. La risposta di Orazio alla proposta del seccatore è molto energica:
inteream, si aut valeo stare aut novi civilia iura. L’espressione “valeo stare” significa” ho la forza
di stare in piedi”; infatti nei tribunali era obbligatorio stare in piedi in presenza dei giudici e I
processi duravano tutt’altro che un momento, come ha tentato di minimizzare il seccatore.
Nella parte finale sopraggiunge l’avversario del seccatore che con tono perentorio chiede “Quo tu
turissime?”, ovvero : dove vai mascalzone?. Qui subentra un’altra particolarità dei processi romani,
infatti chi non si presentava in tribunale alla causa in cui era implicato poteva, se rintracciato, esservi trascinato a forza con la cosiddetta manus iniectio, e poiché per compiere questo era necessario un testimone, l’adversarius chiede qui la testimonianza di Orazio stesso con la rituale formula
licet antestari? (“posso prenderti come testimone?”). Questa si proferiva toccando il obo
dell’orecchio destro della persona cui ci si rivolgeva. Per questo Orazio si affretta a porgere
l’orecchio: non gli par vero potersi finalmente liberare del seccatore e, nel contempo, di potersi
prendere una rivalsa nei suoi confronti.
grazie xavermi risposto!!!ma nn so'...credo ke nn vadano bene questi collegam ke mi hai suggerito...
Inglese = Orwell 1984
Latino = il concetto di barbaro nel mondo latino
Latino = il concetto di barbaro nel mondo latino