Medea
qualcuno può spiegarmi le differenze fra la medea di apollonio e quella di euripide?
Risposte
Ciao Rosamannarino,
Prima di tutto le opere appartengono a generi letterari diversi, in secondo luogo la loro stesura risale ad epoche relativamente lontane, infinire perché la stessa Medea è descritta in momenti distinti della sua vita.
Nelle "Argonautiche" di Apollonio Rodio si narra l’avventura dell'eroe Giasone, il quale parte per la Colchide per recuperare il vello d’oro. Egli, per raggiungere il suo scopo, deve superare tre prove. Medea, innamoratasi dell’eroe greco, lo aiuta e il suo intervento è determinante. In questo poema Medea viene descritta quindi nella sua giovinezza, tormentata dalla paura di perdere l'amao Giasone. Nel terzo libro del suo poema Apollonio Rodio la descrive così: "Lacrime di pietà sgorgavano dai suoi occhi, ed un dolore la tormentava dentro senza tregua, consumandole le carni, intorno ai nervi sottili e fin sotto l’estremo tendine del capo, dove più crudele penetra l’angoscia, quando gli instancabili Amorini tempestano l’anima di pene" ( III vv.761-765 ).
La Medea descritta da Euripide nell’omonimo componimento è già una donna matura. La tragedia è ambientata a Corinto, dove Medea e Giasone vivono coi loro figli dopo essere ritornati dalla Colchide. Giasone vuole ripudiare Medea per sposare la figlia del re di Corinto. Medea si vendica uccidendo la rivale, il padre di lei con del veleno e uccide i suoi stessi figli, fuggendo poi dalla città.
Le "Argonautiche" sono un poema epico in quattro canti conservati integralmente. Come ho ho detto sopra, il poema tratta del viaggio di Giasone e dei suoi compagni sulla nave Argo fino alla Colchide, un paese barbaro sul Mar Egeo in cui è custodito il Vello d'Oro, che l'eroe deve portare un Grecia. La centralità dell'opera è costituita dall'amore di Medea, figlia del re della Colchide, per Giasone. Il suo amore la porta a rinunciare alla sua patria e a decretare la morte del fratello pur di aiutare l'amato. Giasone, aiutato da Medea, riesce a conquistare il Vello d'Oro e a ritornare poi in patria assieme all'amata.
Apollonio sostituisce la narrazione lineare omerica con una narrazione episodica e digressiva. Attraverso narrazioni di fatti mitici che spiegano l'origine di toponomastica, culti e riti (aitia) egli crea una contaminazione tra passato mitico e presente storico.
Il tempo della narrazione è duplice: alla narrazione lenta e digressiva della prima parte, che racconta il viaggio di andata, si contrappone quella lineare della vicenda di Giasone e Medea, attenta a cogliere la dimensione psicologica dei due protagonisti. Successivamente, il drammatico evolversi dei fatti e la fuga sono narrati con ritmi incalzanti e tempi sempre più serrati.
Con la sua inclinazione alla drammatizzazione, Apollonio dà più importanza alla preparazione dell'azione che all'azione in sè.
La lingua di Apollonio può essere definita omerica per scelta di Apollonio stesso.
Anche da un punto di vista tematico, Apollonio si dimostra un innovatore del genere epico. Innanzitutto egli parla di amore, quell'eros che il poema omerico aveva sempre accuratamente evitato. In più, tratta dell'amore di una donna, Medea, un personaggio che si evolve dal punto di vista psicologico e che alla fine risulta essere la vera eroina del poema, in contrasto con una tradizione che la poneva ai margini della società e del mondo eroico.
Giasone poi , azichè essere il modello dell'eroe omerico, diventa un anti-eroe incapace di agire e di decidere.
Gli dei, al contrario dell'epica omerica, vengono messi in secondo piano. Essi non intervengono e non si preoccupano delle vicende umane. Importante, al contrario, è il ruolo del fato ("tyche"), visto come un potere oscuro e minaccioso che produce azioni di cui gli uomini sono inconsapevoli.
Spero di esserti stato d'aiuto
Miglior risposta?
Prima di tutto le opere appartengono a generi letterari diversi, in secondo luogo la loro stesura risale ad epoche relativamente lontane, infinire perché la stessa Medea è descritta in momenti distinti della sua vita.
Nelle "Argonautiche" di Apollonio Rodio si narra l’avventura dell'eroe Giasone, il quale parte per la Colchide per recuperare il vello d’oro. Egli, per raggiungere il suo scopo, deve superare tre prove. Medea, innamoratasi dell’eroe greco, lo aiuta e il suo intervento è determinante. In questo poema Medea viene descritta quindi nella sua giovinezza, tormentata dalla paura di perdere l'amao Giasone. Nel terzo libro del suo poema Apollonio Rodio la descrive così: "Lacrime di pietà sgorgavano dai suoi occhi, ed un dolore la tormentava dentro senza tregua, consumandole le carni, intorno ai nervi sottili e fin sotto l’estremo tendine del capo, dove più crudele penetra l’angoscia, quando gli instancabili Amorini tempestano l’anima di pene" ( III vv.761-765 ).
La Medea descritta da Euripide nell’omonimo componimento è già una donna matura. La tragedia è ambientata a Corinto, dove Medea e Giasone vivono coi loro figli dopo essere ritornati dalla Colchide. Giasone vuole ripudiare Medea per sposare la figlia del re di Corinto. Medea si vendica uccidendo la rivale, il padre di lei con del veleno e uccide i suoi stessi figli, fuggendo poi dalla città.
Le "Argonautiche" sono un poema epico in quattro canti conservati integralmente. Come ho ho detto sopra, il poema tratta del viaggio di Giasone e dei suoi compagni sulla nave Argo fino alla Colchide, un paese barbaro sul Mar Egeo in cui è custodito il Vello d'Oro, che l'eroe deve portare un Grecia. La centralità dell'opera è costituita dall'amore di Medea, figlia del re della Colchide, per Giasone. Il suo amore la porta a rinunciare alla sua patria e a decretare la morte del fratello pur di aiutare l'amato. Giasone, aiutato da Medea, riesce a conquistare il Vello d'Oro e a ritornare poi in patria assieme all'amata.
Apollonio sostituisce la narrazione lineare omerica con una narrazione episodica e digressiva. Attraverso narrazioni di fatti mitici che spiegano l'origine di toponomastica, culti e riti (aitia) egli crea una contaminazione tra passato mitico e presente storico.
Il tempo della narrazione è duplice: alla narrazione lenta e digressiva della prima parte, che racconta il viaggio di andata, si contrappone quella lineare della vicenda di Giasone e Medea, attenta a cogliere la dimensione psicologica dei due protagonisti. Successivamente, il drammatico evolversi dei fatti e la fuga sono narrati con ritmi incalzanti e tempi sempre più serrati.
Con la sua inclinazione alla drammatizzazione, Apollonio dà più importanza alla preparazione dell'azione che all'azione in sè.
La lingua di Apollonio può essere definita omerica per scelta di Apollonio stesso.
Anche da un punto di vista tematico, Apollonio si dimostra un innovatore del genere epico. Innanzitutto egli parla di amore, quell'eros che il poema omerico aveva sempre accuratamente evitato. In più, tratta dell'amore di una donna, Medea, un personaggio che si evolve dal punto di vista psicologico e che alla fine risulta essere la vera eroina del poema, in contrasto con una tradizione che la poneva ai margini della società e del mondo eroico.
Giasone poi , azichè essere il modello dell'eroe omerico, diventa un anti-eroe incapace di agire e di decidere.
Gli dei, al contrario dell'epica omerica, vengono messi in secondo piano. Essi non intervengono e non si preoccupano delle vicende umane. Importante, al contrario, è il ruolo del fato ("tyche"), visto come un potere oscuro e minaccioso che produce azioni di cui gli uomini sono inconsapevoli.
Spero di esserti stato d'aiuto
Miglior risposta?