La forza di un gruppo

grandeturco-votailprof
No tranquilli,sembra uno slogan dai colori politici, ma non è un topic politico(quelli li lascio a fid ch esenza ombra di dubbio è più preparato e competente di me sull'argomento :wink: )..

Mi interessava invece discutere di quel fenomeno, oggetto di studi nel campo della psicologia e della sociologia soprattutto, che è appunto lo spirito che ti infonde l'appartenenza ad un gruppo..Perchè l'uomo in genere (attenzione,ci sono le eccezioni,anche abbastanza frequenti per quanto mi riguarda) si comporta e tiene un atteggiamente diverso, e spesso anche peggiore e deplorevole, quando si trova a far parte di un branco?spesso capita,soprattutto in fase adolescienziale, che il soggetto vada contro i propri ideali e pensieri, pur di riconoscersi, o meglio, farsi riconoscere come parte integrante del gruppo..Esegue azioni, esprime pensieri, che mai si sognerebbe di fare o pensare in separata sede,da solo e lontano dagli sguardi dei suoi compangi di branco..
sicuramente risulta importante, soprattutto in un'età in cui tutto il proprio mondo viene messo sotto inchiesta e si cerca di dare un'identità al proprio essere, sentirsi "apprezzati" o comunque considerati da altri coetanei..per non sentirsi esclusi da un tipo di società..ma al punto da andare contro i propri ideali, il proprio modo di pensare e di vivere la vita?

senza dubbio dipende dal temperamento e dal carattere di ogni singolo individuo,quindi diciamo una caratteristica sogegttiva..
ma davvero siamo arrivati a un punto in cui le proprie idee non hanno alcun valore se non vengono a coincidere con quelle del "gruppo" ?oppure c'è gente che in realtà non pensa affatto,e quei pochi pensieri che qualche neurone sventurato si trova a formulare a causa di qualche fortuito impulso nervoso,vengono plagiati dai belati del gregge a cui appartiene?

Risposte
francescoaegee-votailprof
Grazyana:
Come ha già detto Francesco il voler essere parte di un gruppo è prerogativa dell'età adolescenziale...

Non ho detto che è prerogativa dell'età adolescenziale.
Non sono più un'adolescente eppure cerco tutt'ora di far parte di un gruppo.
Solo che gli adolescenti vanno nel primo gruppo che gli capita davanti, e ci restano fino a quando maturando non si rendono conto che gli obiettivi perseguiti non gli appartengono.
Mentre un adulto, dovrebbe sapere cos'è che cerca, e almeno configurarsi in un gruppo i cui obiettivi possano davvero essere comuni. Questo non toglie che una personalità debole cede le proprie energie e non è in grado invece di sfruttare le energie del gruppo.
E la conseguenza più diretta è che anche tra gli adulti qualcuno soccomba e per perseguire gli obiettivi su incitazione del leader si fanno cose che altrimenti non si farebbero.
Per questo bisogna stare sempre attenti a quali gruppi ci si intende unire e qual'è il valore morale del leader.

L'unione fa la forza!
Tutti per uno uno per tutti!

PS Katia84 per fortuna non è sempre così, la tolleranza in certe società è il valore più importante, anche se come tanti valori non sempre è facile mantenerlo alto. Cmq sebbene il mio e il tuo pensiero coincidano raramente, mi diverte risponderti, sarebbe molto noioso scrivere qualcosa e sentire solamente "si hai ragione". Il dialogo e la crescita avviene dallo scontro, pacifico, di idee, affinchè sebbene diverse entrambe si possano affinare e acquistare forza. L'obiettivo non deve essere certo far soccombere l'idea altrui, ma migliorarle entrambe.

grandeturco-votailprof
chiaretta:
innanzitutto volevo fare un'osservazione: grandeturco tu ad economia sei sprecato, ho notato che apri topic su argomenti di carattere tipicamente sociologico, offri spunti di riflessione di tipo sociale mostrando da parte tua un interesse particolare verso queste questioni, avresti dovuto seguire e sviluppare questa tua propensione verso questi fenomeni di studio!! :wink:
in particolare avanzi discussioni complicatissime, ti giuro poni all'attenzione questione su cui gli esperti si interrogano da secoli e su cui ci sono controversie infinite, su cui è impossibile trovare conclusioni univoche.


chiaretta non dirmi queste cose!!!!o và a finire che cambio nuovamente facoltà!! :lol: no vabbè scherzo,ti ringrazio per quest'osservazione..è molto interessante creare questi spunti di discussione in un forum,e vedere le opinioni di tutti..spesso invece tra amici si tende (forse sempre per quella tendenza ad uniformarsi con il gruppo :D ) ad avere opinioni più o meno simili,e quindi poco costruttive..qui ognuno invece dice la sua!

cmq non hai di che scusarti se ti dilunghi,anzi..io ho lanciato solo uno spunto,in quanto non ho assolutamente la presunzione di conoscere a fondo queste problematiche,che invece altri,come te ad esempio,conoscono meglio perchè magari hanno avuto modo di approfindirle,per motivi di studio o per semplice interesse personale..

chiaretta-votailprof
ciò che io mi sento di dire in merito è che, come è ovvio per tutti, è naturale e inevitabile creare dei gruppi, ma dobbiamo ricordarci che, se pure sono i gruppi devianti che attirano maggiormente l'attenzione, in realtà non esistono solo quelli, e anche i gruppi x cosi dire "conformisti" (anche se come ho detto in un altro topic il conformismo non esiste)condizionano i pensieri, i comportamenti e le aspettative dei membri.
la società stessa rappresenta il principale gruppo di cui si parte, che ci spinge ad avere una cultura e modi di fare diversi dai membri dalle altre società. all'interno di una società ci si nasce e l'adesione a quel gruppo ci è per così dire imposta, veniamo naturalmente e automaticamente socializzati a quelle norme, senza poterlo evitare.
poi all'interno di una società si vengono a creare dei sottogruppi, e questo dipende dalla tendenza innata dell'individuo a cercare e unirsi a quelle persone con cui semplicemente sta meglio, si avvicinano alla sua personalità. Far parte di un gruppo da un senso di integrazione di protezione, queste sono tutte esigenze innate nell'indivuo, ma anche negli animali, quasi tutti gli esseri viventi cercano il branco!
è anche una questione di sopravvivenza, un uomo non potrebbe sopravvire senza integrarsi (sto parlando di vera e propria sopravvivenza).
la nascita dei gruppi devianti è molto complessa, essenzialmente i membri sono persone che fondamentalmente hanno problemi (di qualsiasi entità) psicologici. anche gli stessi ragazzini ribelli che apparentemente stanno bene e non hanno problemi, in realtà sono turbati da qualcosa che li spinge appunto a ribellarsi (anche banalmente un'educazione troppo severa che li reprime).
ma spesso gente "normale", come hai detto tu grandeturco, in certe circostanze tende a mettere in atto comportamenti che singolarmente non avrebbe mai messo in atto. in sociologia si parla di "responsabilità diffusa" e "tendenza all'imitazione", quando si è in gruppo la responsabilità del singolo è alleggerita, ognuno sente meno il peso di determinati comportamenti, in quanto si giustifica col fatto che tutti tanto li stanno mettendo in atto. pensiamo ad esempio alle risse negli stadi a cui prendono parte magari persone che nella vita sono tranquillissimi impiegati che conducono una vita equilibrata. ciò che li spinge a questo è magari lo sfogo di qualche tipo di frustrazione latente legata alla routine quotidiana, il tutto, come ho detto, associato alla responsabilità diffusa...
scusate se come al solito mi dilungo in questo tipo di discussione, ma è + forte di me!! :wink:

soloflavia-votailprof
chiaretta:
innanzitutto volevo fare un'osservazione: grandeturco tu ad economia sei sprecato, ho notato che apri topic su argomenti di carattere tipicamente sociologico, offri spunti di riflessione di tipo sociale mostrando da parte tua un interesse particolare verso queste questioni, avresti dovuto seguire e sviluppare questa tua propensione verso questi fenomeni di studio!! :wink:
in particolare avanzi discussioni complicatissime, ti giuro poni all'attenzione questione su cui gli esperti si interrogano da secoli e su cui ci sono controversie infinite, su cui è impossibile trovare conclusioni univoche.


hai ragione chiaretta :D
stavo pensando la stessa cosa :wink:

chiaretta-votailprof
innanzitutto volevo fare un'osservazione: grandeturco tu ad economia sei sprecato, ho notato che apri topic su argomenti di carattere tipicamente sociologico, offri spunti di riflessione di tipo sociale mostrando da parte tua un interesse particolare verso queste questioni, avresti dovuto seguire e sviluppare questa tua propensione verso questi fenomeni di studio!! :wink:
in particolare avanzi discussioni complicatissime, ti giuro poni all'attenzione questione su cui gli esperti si interrogano da secoli e su cui ci sono controversie infinite, su cui è impossibile trovare conclusioni univoche.

katia84-votailprof
come è bello il mondo è vario....ma poi quanto ci infastidisce e ci disturba che una persona non si uniformi alle nostre idee quando discutiamo, quando facciamo qualcosa o decidiamo di far qualcosa. Ci piace profondamente l'idea di avevre intorno persone che la pensano come noi e tendiamo ad isolare chi la pensa diversamente, e questo a prescindere dall'età che abbiamo. L'esempio con cui mi sono scontrata io è semplicemente il fatto di venire vista come un provocatrice solo perchè esprimo idee in cui credo molto. Mi è stato più volte chiesto di esprimerle in modo più delicato (io leggo edulcorato), ma la questione rimane questa: la tolleranza tende a diminuire con l'aumentare della diversità. Se questo avviene in un forum di certo nella società è anche peggio, pensate ad esempio sul lavoro, o in un gruppo di amici. E' difficle talvolta mettersi contro il gruppo se non pagandone alti costi sociali

grazyana-votailprof
Come ha già detto Francesco il voler essere parte di un gruppo è prerogativa dell'età adolescenziale...e lo si vede ogni giorno, sia nei loro comportamenti che nel modo di vestire e pensare.
Spesso chi mostra di avere delle idee proprie viene messo in disparte se queste non rientrano nella visione del gruppo, e ciò provoca nell'adolescente un senso di smarrimento e di rifiuto.
Purtroppo fino a che il soggetto dominante mostra di non avere una mente bacata, tutto sommato non è un male....il problema nasce nel momento in cui c'è qualche testa calda (i fatti dei lanci di massi dai cavalcavia ne sono un esempio) perchè gli altri pur di non sentirsi esclusi sono disposti a commettere qualche sciocchezza convinti che non stiano facendo nulla di male.

La cosa che comunque ho notato è che spesso questo volersi sentire parte integrante di qualcosa spesso si ha non solo in età adolescenziale....ci si accoda alle decisioni degli altri solo per un quieto vivere e per non sentirsi dire di essere sempre il bastian contrario.

L'uniformarsi viene quasi visto come la prassi giusta da seguire per non sentirsi esclusi....quanto è bello invece essere se stessi e con le proprie idee...basterebbe solo trovare dei punti di accordo, essere tolleranti e capire che da opinioni diverse non è detto nascano sempre scontri ma possano essere un modo per confrontarsi con gli altri....
...come amo sempre dire il mondo è bello perchè è vario!!!!

francescoaegee-votailprof
fare parte di un gruppo è una cosa quasi naturale, si dice L'unione fa la forse e tutti per uno uno per tutti.
Quando un gruppo si forma tutti mettono un po delle loro energie, ma è poi il più forte del gruppo quello che lo controlla, e che pertanto influisce direttamente sull'indirizzo del gruppo.
In generale però per far parte di un gruppo lo scopo comune è una condizione imprescindibile.
Quello che succede in fase adolescenziale è che spesso ancora non ci sia un carattere formato, non si abbiano le idee chiare, ne uno scopo preciso e per tanto l'unico scopo di passare il pomeriggio in un posto diverso che dalla propria stanza in solitudine, diventa già uno scopo più che sufficente. E' così che basta che la persona più forte del gruppo sia un po allo sbando, che anche giovani di buona famiglia e curati (ma non abbastanza affinchè i genitori si accorgano della cattiva compagnia frequentata) si trovano a diventare teppistelli di strada.

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